Controversa approvazione del farmaco da parte dell’Fda. E, problema di fondo: se una donna non vuole far sesso, è mentalmente malata?
Riceviamo dal Comitato dei cittadini per i diritti umani e pubblichiamo, con alcuni aggiustamenti di format ed editing, a cura di Nicola Marzo.
Con una mossa spudoratamente sessista, la Food and Drug Administration (Fda, l’agenzia statunitense di farmacovigilanza) ha recentemente approvato il farmaco Addyi, spacciato in maniera fuorviante come Viagra femminile. A differenza del Viagra, che agisce sul flusso di sangue ai genitali maschili, Addyi, il “Viagra rosa”, è, invece, un farmaco antidepressivo.
C’è di peggio: Addyi è un farmaco antidepressivo originariamente inteso per la “cura” del cosiddetto, Disturbo da desiderio sessuale ipoattivo (Hypoactive sexual desire disorder, Hsdd), o Disturbo dell’interesse o eccitamento sessuale femminile. In breve, approvando questo psicofarmaco, la Fda implicitamente accetta il cliché secondo cui una donna che, per qualsivoglia ragione, non abbia desiderio sessuale, è matta. Sembra di ritornare ai tempi in cui gli psichiatri avevano inventato una malattia mentale, l’isteria, per etichettare le donne che si ribellavano alla violenza maschile. Addyi aumenta la concentrazione di due sostanze chimiche del cervello, dopamina e noradrenalina, e, allo stesso tempo, riduce la serotonina per aumentare il desiderio sessuale. Sembra molto scientifico: aggiungi un po’ di qui, togli un po’ di lì e voilà, la libido femminile è su di giri e pronta ad andare. Ma non è così semplice e, nel caso dell’antidepressivo Addyi, ci sono alcune reazioni avverse molto gravi.
Innanzi tutto, come per tutti gli antidepressivi, nessuno ha la più pallida idea di come questo farmaco effettivamente funzioni nel cervello per “curare” questo dubbio disturbo mentale, tanto che, secondo il comitato consultivo della Fda sull’antidepressivo, «il meccanismo preciso di azione con cui il flibanserin aumenta il desiderio sessuale in pazienti con Hsdd non è noto».
Non si sa, invece, che la Fda ha tirato il sasso e nascosto la mano: ha approvato Addyi, ma ha precisato una serie di avvertimenti. Nella migliore delle ipotesi, i risultati degli studi clinici sono stati marginali: le donne che assumono la pillola dell’amore registrano un aumento di circa 0,5 a 1 eventi sessuali soddisfacenti al mese, rispetto al campione “trattato” con placebo (uno zuccherino); ma, sulla base dei risultati, i rischi sembrano essere di gran lunga meno piacevoli. Di conseguenza, la Fda sta richiedendo che le confezioni di Addyi riportino i più seri avvertimenti; simili a quelli dei pacchetti di sigarette: il farmaco non deve essere utilizzato da chi beve alcolici (aumenta il rischio di grave ipotensione e sincope). Altri effetti collaterali comuni includono vertigini, sonnolenza, nausea, stanchezza, insonnia e secchezza delle fauci. La Fda è così preoccupata per i possibili effetti negativi di Addyi sulle donne che sta richiedendo a medici e farmacisti di guardare una presentazione online e superare un test della loro comprensione: insomma, per prescrivere questo farmaco non basta una laurea in Medicina; occorre un certificato speciale.
Potrebbe apparire insolito, per non dire offensivo e umiliante, sostenere che, se una donna non sperimenta desiderio sessuale, soffre di una malattia mentale. Eppure, non è la prima volta che la Fda, con l’aiuto dell’Associazione psichiatrica americana (Apa), cede alle pressioni multimiliardarie per la mercificazione delle malattie. In maniera simile, quando l’Apa ha riconosciuto per alzata di mano l’esistenza del Disturbo disforico premestruale (Pmdd) o sindrome premestruale come disturbo mentale, come per incanto, il gigante farmaceutico Eli Lilly ha tirato fuori il coniglio dal suo cappello: il suo antidepressivo best seller, Prozac, ribattezzato Sarafem, funziona benissimo per il “trattamento” del Pmdd.
Il Sarafem non rappresenta una scoperta: non vi è letteralmente alcuna differenza chimica tra gli antidepressivi Prozac e Sarafem. Lilly semplicemente ha cambiato il colore della pillola dal verde a un rosa molto femminile e lo vende come nuovo “trattamento” per un disturbo mentale inesistente. Come Prozac e Sarafem, la nuova rosa Addyi è un antidepressivo che ha fatto già fiasco tre volte, e viene ora riproposto per le donne sofferenti della presunta malattia mentale di non voler sesso. Al di là dei noti e pericolosi effetti collaterali degli antidepressivi, e tralasciando qualsiasi commento sul disturbo mentale inesistente che essa afferma di “curare “, ci sono altre questioni ancora più misteriose: chi decide qual è il numero “normale” d’incontri sessuali che una donna può desiderare? E, ancora, se una donna vuole meno sesso rispetto alla media, questo richiede di alterarne chimicamente il cervello?
Le differenze tra il desiderio sessuale di uomini e donne, comicamente rivelate in molte commedie di successo, possono essere reali o meno, ma l’uso di pericolosi farmaci psicotropi per aumentare il desiderio sessuale di una donna è semplicemente l’ennesimo episodio di una serie: la patologizzazione del comportamento femminile da parte di Fda e Apa.
(da Kelly Patricia O’Meara, Mind Games. The New “Female Viagra” is Actually an Antidepressant)
Comitato dei cittadini per i diritti umani (Ccdu)
(LucidaMente, anno X, n. 117, settembre 2015)