Cronaca dell’ultima esibizione del Live Kom 013, che il Blasco ha tenuto il 26 giugno allo stadio Dall’Ara di Bologna. Un atteso ritorno sulle scene
Giugno 2013 ha segnato il ritorno sulle scene di Vasco Rossi, una delle più importanti icone della musica italiana: una sorta di continuazione del tour che il cantante aveva dovuto interrompere, nel 2011, per motivi di salute. Il suo Live Kom 013 – iniziato e terminato in meno di un mese – ha fatto registrare fin da subito il “tutto esaurito”: quattro date allo stadio Olimpico di Torino e tre allo stadio Dall’Ara di Bologna. Da questi palcoscenici è arrivata dunque una conferma rassicurante, che ha tranquillizzato i fans di tutta Italia: Vasco è tornato quello di sempre.
Mercoledì 26 giugno 2013, l’ultima tappa bolognese di questo tour: un’esibizione cui abbiamo partecipato con interesse ed entusiasmo. I biglietti erano stati acquistati lo scorso febbraio, non restava che attendere. Arrivati allo stadio verso le 19,30, ci siamo diretti verso l’entrata riservata ai posti in “curva non numerata”. Abbiamo letteralmente fatto lo slalom tra venditori ambulanti di vario genere: fascette e poster con l’immagine di Vasco, bottigliette di birra; tutto a 5 euro. Saliti sulla “mitica” curva Andrea Costa – di fronte al palco – abbiamo preso posto a sedere e ci siamo guardati intorno: a un’ora e mezza dall’inizio del concerto, sembrava mancare soltanto qualche ritardatario e chi si era fatto riservare il posto da altri. Il sole illuminava ancora la torretta dello stadio e una leggera brezza ci graziava dall’arsura di una tipica sera di giugno inoltrato.
Alle 21 in punto il palcoscenico ha preso vita, in un’esplosione di fumi e di raggi luminosi che si allungavano nell’aria. È quindi apparso Vasco, in tutto il suo carisma: jeans scuri e maglietta nera, con richiami rossi come la cintura e le scarpe; sul capo, l’immancabile cappello con visiera. Le note di L’uomo più semplice hanno improvvisamente saturato l’atmosfera, entrandoci nella pelle e nell’anima. Quindi, una raffica di successi storici e odierni: da Siamo soli a Quanti anni hai; da C’è chi dice no a Gli spari sopra; passando per Domenica lunatica, Eh… già, Un senso, Stupendo e Rewind; tanto per citarne alcuni. E per i non più giovanissimi, alcuni brani senza tempo: Alba chiara, Ogni volta, Non l’hai mica capito – scritto da Rossi all’età di 15 anni –, Vita spericolata, Siamo solo noi, Sally, Canzone.
Tre momenti di pausa con altrettanti cambi d’abito. Ma anche l’immancabile ricordo di Massimo Riva, storico collaboratore del Blasco e amico di una vita. Lo spazio lasciato ai singoli componenti della band e interi brani cantati anche dal pubblico: questo l’apprezzato contorno a un evento che ci ha lasciato emozioni incancellabili. Ma anche il rammarico per un tempo che passa sempre troppo in fretta.
Le immagini: scenografia del concerto allo stadio Dall’Ara e locandine del Live Kom 013.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno VIII, n. 90, giugno 2013)
Si, si riscontra del “mitico” nell’aura che accompagna Vasco: piaccia o no, non passa mai di moda. Alcuni ragazzi accampati fuori dal Dall’Ara, molti dei quali giovanissimi, avrebbero definito “esperienza di vita” persino dormire per terra in Via Andrea Costa, pur di ascoltarlo live.