Alla scoperta di una vera perla della Toscana: le dolci colline in provincia di Siena tra natura, cultura e buon cibo
Da alcuni anni la facilità di viaggiare ci permette di raggiungere in poche ore l’altra parte del mondo. Ma non ci dimentichiamo troppo spesso delle bellezze nostrane? Bastano due giorni e tanta voglia di riempirsi gli occhi di scorci meravigliosi e si può partire: borghi ricchi di storia, natura incantevole, terme naturali in mezzo al bosco, sono gli ingredienti principali di un fine settimana che ci permette di apprezzare e valorizzare il nostro paese.
La gita comincia a Siena, dove ci perdiamo nelle viuzze medievali: regna il silenzio del sabato mattina e gli unici oggetti che si muovono sono i panni stesi alle finestre. La sorpresa è grande quando una di queste piccole strade si apre su Piazza del Campo, dalla famosa forma a conchiglia. Da qui, in pochi minuti, si può raggiungere il Duomo – costruito con il tipico marmo bianco e verde – e numerosi punti panoramici da cui ammirare la campagna circostante. La vista migliore si gode dal palazzo civico, dalla cima della Torre del Mangia, così chiamata dal nome che i cittadini, a metà del Trecento, attribuirono al suo custode, a causa dell’abitudine di spendere i propri guadagni in cibo e vino. E come dargli torto? Questi luoghi sono famosi in tutto il mondo per alcuni prodotti di qualità tra i quali il pecorino di Pienza, il Brunello di Montalcino, i salumi di cinta senese.
Il nostro viaggio riparte alla scoperta dei piccoli borghi medievali in provincia di Siena. Tra un calice di vino e un tagliere di formaggi e salumi passiamo per Buonconvento, Montalcino – dove consigliamo di fare una sosta nella bella abbazia di Sant’Antimo – e San Quirico d’Orcia. Lungo la strada ci fermiamo numerose volte ad ammirare le colline: vigneti, uliveti, arbusti di ginestra in fiore che creano bellissime macchie gialle. Non stupisce che questi paesaggi siano stati d’ispirazione per moltissimi quadri rinascimentali.
Se nel passato le colline della val d’Orcia furono il luogo prediletto da numerosi pittori, ora sono una meta frequentata da fotografi; ne incontriamo molti lungo la nostra strada la domenica mattina. Uno dei loro soggetti preferiti è il cipresso che si staglia in maestosi viali di accesso alle ville o in boschetti chiamati “tomboli”. La pianta si è ormai liberata della sua nomea di albero “da cimitero” ed è diventata uno dei simboli della Toscana. Dopo una veloce sosta a Bagno Vignoni, minuscolo paesino attraversato dalla via Francigena, proseguiamo per Bagni San Filippo. Ci addentriamo nel bosco e raggiungiamo un torrente che ospita varie “pozze” di acqua termale in cui è possibile rilassarsi in mezzo alla natura. Un ottimo modo per trascorrere il pomeriggio prima di ripartire.
Il ritorno a casa è sempre un po’ triste, ma non in questo caso. Ripercorriamo la strada già fatta; i paesaggi sono gli stessi ma li ammiriamo con la luce del tramonto. I colori cambiano e anche le sensazioni che questi luoghi suscitano in noi. Il poeta Mario Luzi, che soggiornò per molti anni a Pienza, scrisse: «pausa di privilegio alla mia traversata […] è la terra orciana» e noi ci riconosciamo pienamente in questa frase. Visitare questi posti è un privilegio, un privilegio che si trova a poche ore da casa.
Le immagini: la Torre del Mangia a Siena e un boschetto di cipressi sulla via Cassia.
Federica Grossi
(Lucidamente, anno XI, n. 128, agosto 2016)