Il Belpaese è la meta preferita dai suoi stessi abitanti per l’estate 2018. Ipotizziamo le ragioni che alimentano questa tendenza
Vacanze low cost? Gli italiani, per l’estate 2018, preferiscono l’Italia. A riportare il dato sono le statistiche, che segnalano anche la tendenza a scegliere un basso budget di spesa. Sembrerebbe normale, in tempi che ancora minacciano crisi, anche se altri numeri parlano di ripresa economica. Ma sarà davvero questo l’unico motivo che spinge a restare nella propria terra?
Come registra il sito del Touring Club Italiano, oltre la metà di chi andrà in ferie non uscirà dalla madrepatria. Le destinazioni più gettonate saranno quelle balneari, Sicilia e isole limitrofe, Sardegna e Puglia in primis (quest’ultima perde forse qualche punto rispetto a dati meno recenti). Pare che la scelta possa essere legata al fattore risparmio, anche se le compagnie aeree non fanno differenze di prezzo tra Italia ed estero. A ben guardare, il budget non dev’essere necessariamente al primo posto tra le cause della preferenza. La spesa maggiore della vacanza è destinata al cibo e all’intrattenimento storico-artistico, più che a viaggio e alloggio. Forse, quindi, a condizionare è solo il desiderio di fare i turisti nel proprio Paese. Poter trascorrere la giornata sfruttando le bellezze e il clima mite delle località balneari italiane, per poi visitare qualche borgo antico o una mostra, godere del fresco e dell’arte di chiese e chiostri, fare una gita in montagna o in campagna: cosa definisce una vacanza per quel che è? Restando nel proprio “circondario” si può avere tutto, senza che un aspetto escluda per forza l’altro.
L’Italia del turismo è sponsorizzata con modalità che fanno pensare che sia costituita solo da alberghi, bed and breakfast e soprattutto ristoranti, trattorie, cibo, cibo e cibo. Proprio la fine del 2017 è stata segnata dall’apertura di Fico (acronimo che sta per Fabbrica italiana contadina) a Bologna. Un grande parco enogastronomico che vanta di raccogliere le eccellenze dell’acclamato Belpaese. Arte e gusto al primo posto: pare proprio che la pubblicità abbia colpito per primi i viaggiatori nostrani.
Alcune considerazioni possono essere fatte su un’immagine, restituita dai forestieri, che rappresenta l’Italia solo come un paese dei balocchi dove approdare per vedere e giudicare questo e quello, fotografare, mangiare e così via. Una nazione che affonda in crisi politiche ed economiche, nella mancanza di lavoro e nelle difficili politiche sull’immigrazione, non è certo concentrata unicamente sulle migliori trattorie di Alessandro Borghese. A questo punto l’accento sulle “eccellenze”, ovviamente in termini di alimentazione, serve anche a distrarre, a scacciare per quanto possibile problematiche più serie, a causa delle quali, probabilmente, si registra lo stallo degli italiani in ferie. Voler dimostrare che qui si sta bene? Far vedere che noi valiamo? In un momento di rifiuto del proprio Paese, di esodo dei giovani alla ricerca di occupazione, tale tendenza sembra mostrare un dietrofront che sa di chiusura. Un ripiegarsi dell’Italia su se stessa, come a voler far coincidere un’immagine incompleta (quindi un po’ falsata) con una realtà poco attraente. E come a voler urlare all’Europa e al mondo che “l’Italia è bella”, così forte da far dimenticare che forse sta implodendo.
Roberta Antonaci
(LucidaMente, anno XIII, n. 151, luglio 2018)