Intervista a Cinzia Gori del Coordinamento laico nazionale, in vista della I Giornata nazionale per il testamento biologico
Che fine ha fatto il disegno di legge sul testamento biologico? La norma liberticida che il governo Berlusconi IV ha promesso al Vaticano all’indomani della vicenda Englaro è stata per due anni e mezzo impantanata nelle paludi delle urgenze parlamentari e ora è in attesa del voto finale del Senato. Redatto in prima stesura da Raffaele Calabrò, senatore del Popolo della libertà (Pdl) e membro dell’Opus dei, il decreto Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento licenziato dalla Camera nel luglio scorso impedisce ai cittadini l’autodeterminazione prevista esplicitamente dalla Costituzione. La loro volontà diventa un semplice “orientamento” e può essere espresso – sempre che il medico fiduciario lo ritenga opportuno – solo per approvare (non quindi per rifiutare) determinati trattamenti sanitari.
Sin dalla sua costituzione il Coordinamento laico nazionale (Cln) – che riunisce a oggi 40 associazioni laiche e 10 media (tra i quali anche LucidaMente) – sta conducendo una battaglia di civiltà contro l’approvazione della legge. In particolare, ha indetto per il 19 novembre prossimo la prima Giornata nazionale per il testamento biologico, significativamente denominata Sulla mia vita scelgo io, una manifestazione pubblica di confronto, informazione e dibattito sul tema del fine vita che si svolgerà a Udine. Cinzia Gori, portavoce del Coordinamento, ci spiega le motivazioni di questa iniziativa.
Perché una giornata nazionale sul testamento biologico in un momento in cui i cittadini sono tutti presi dalla gravissima crisi finanziaria?
Prima di tutto, la Giornata nazionale è importante per mantenere alto il livello di attenzione su questa tematica e fornire una costante informazione sul tema. Nonostante la crisi in atto, c’è da notare che le audizioni in Senato continuano, per cui la legge sta andando inesorabilmente verso la fase finale. Al momento non è prevista alcuna calendarizzazione, ma può essere messa in lista in breve tempo, per cui non possiamo abbassare la guardia. Non bisogna dimenticare che quest’estate la Camera dei deputati ha approfittato del periodo estivo per votare il ddl Calabrò e passarlo al Senato.
Quali sono i punti della legge che il Cln vorrebbe modificare; e come?
Considerando che alla base di tutto c’è un principio di incostituzionalità, questa legge non dovrebbe nemmeno essere discussa e votata. Comunque, volendo scendere nel dettaglio, dobbiamo tener conto che vi sono molti punti inaccettabili, specialmente dopo gli ultimi emendamenti. Nell’ultima versione del testo la vita è diventata indisponibile (art. 1, comma a), non si parla più di una manifestazione di volontà ma solo di un’indicazione di “orientamento” (art. 3, commi 1 e 2), l’alimentazione e l’idratazione “devono” essere mantenute “fino al termine della vita” (art. 3, comma 4), si continua a mantenere una scadenza di cinque anni senza adeguarsi ai normali iter testamentari (art. 4, comma 3) e ci si ostina a chiedere la firma autografa anche a pazienti affetti da sla, tetraplegia o altre malattie invalidanti senza riconoscere l’uso di altre forme di dichiarazioni come videotestamenti e registrazioni (art. 4, comma 2). Al riguardo vorrei citare il caso di Paolo Ravasin, che più volte ha trasmesso le sue volontà tramite videomessaggi registrati lasciati anche su youtube. Ovviamente i suoi videomessaggi, alla luce di questa futura legge, non hanno alcun valore, ma, visto lo stato avanzato della sua malattia, sarà impossibile che potrà mai apporre la firma autografa al proprio testamento biologico.
Il governo Berlusconi non c’è più. Con le alleanze politiche che si prospettano all’orizzonte tra Unione di centro (Udc) e Partito democratico (Pd), crede che un cambio di maggioranza parlamentare potrebbe portare all’approvazione di una legge che affermi la completa autodeterminazione della persona, come prevede l’articolo 32 della Costituzione?
Non sono certamente in grado di poter fare un’analisi politica in prospettiva della situazione attuale, ma credo che anche con il variare del quadro politico la realtà non ci consenta di essere ottimisti e confidare in radicali cambiamenti, vista la nutrita sudditanza dei nostri politici nei confronti del Vaticano. Basti ricordare che l’attuale disegno di legge è stato approvato alla Camera a luglio di quest’anno con l’appoggio sia dell’Udc sia di membri del Pd. C’è da sottolineare, inoltre, che il vergognoso emendamento che prevede che qualsiasi dichiarazione firmata dai pazienti non sarà vincolante per il medico curante (art. 7, comma 3) è stato apportato proprio dall’Udc e approvato con 136 voti contro 116. E così pure il parere del Collegio medico, al quale è previsto di potersi appellare, viene reso nullo qualche riga più sotto nello stesso articolo in quanto «non vincolante per il medico curante». Con questo emendamento il testamento biologico è stato svuotato di ogni significato. Non credo che il Vaticano abbia grandi difficoltà a spostare le proprie attenzioni dal Pdl all’Udc e rinnovare le già note pressioni di accelerare l’approvazione della legge. Concordo con quanto espresso più volte da Beppino Englaro, ossia che viviamo in uno Stato confessionale. Dopotutto il cardinale Angelo Bagnasco ha affermato (ricordando vagamente Martin Luther King quando pronunciò l’ormai famosa frase: «I have a dream») che il suo “sogno” è quello di veder nascere una nuova generazione di politici cattolici: la ripercussione di questo auspicio sui temi etici è evidente.
Come proseguirà la battaglia del Cln sul testamento biologico dopo la Giornata nazionale del 19 novembre?
Il Cln nei prossimi mesi prenderà ancora più forza con l’adesione di molte altre associazioni, acquisendo così anche un certo peso politico. È in programma, appena verrà approvata la legge, di chiedere ai politici di ogni schieramento di sedersi con noi a un tavolo comune per discutere le concrete possibilità di poter dar battaglia a questa legge il più velocemente possibile. Siamo aperti a ogni possibilità, dal referendum all’iter giuridico, come già fatto si è per la legge 40 sulla procreazione assistita. Il Cln si muoverà per combattere questa legge che nei fatti è contro il testamento biologico, per veder trionfare la laicità dello Stato e far riappropriare i cittadini della loro libertà all’autodeterminazione.
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Cecilia Maria Calamani (da Cronache Laiche)
(LM EXTRA n. 26, 15 novembre 2011, supplemento a LucidaMente, anno VI, n. 71, novembre 2011)
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