“Noi moldavi siamo come i vostri napoletani, dove ci metti lavoriamo e costruiamo”. Esordisce così Maria Caraiman, moldava, residente a Bologna e a capo di un’agenzia che si occupa di aiutare gli stranieri, soprattutto provenienti dall’Europa dell’Est, nella ricerca di un lavoro e, spesso, anche di un’abitazione. Maria vive a Bologna ormai da quasi una decina di anni, si trova bene, è perfettamente inserita nel tessuto sociale della nostra città e racconta che i bolognesi sono persone aperte e gentili e che nessuno le ha mai mancato di rispetto o l’ha mai penalizzata a causa della sua provenienza.
La preziosa opera della Caritas!
Arrivare in Italia non è affatto semplice!
Finché esisteva il blocco d’influenza sovietico e la Romania non faceva parte della Comunità Europea era tutto più semplice, o almeno un poco meno complicato. Chi aveva intenzione di raggiungere l’Italia, doveva innanzitutto raggiungere la Romania in macchina e questo era il primo passo che non comportava problemi di nessun tipo perché non erano richiesti documenti per passare questa prima frontiera. Una volta raggiunta la Romania e ottenuto il visto per l’Italia, il viaggio proseguiva a piedi attraverso i boschi, prima dell’Ungheria e poi della Slovenia. Qui, bisognava aspettare due o tre giorni nascosti tra gli alberi che arrivasse la persona incaricata di organizzare l’ultima tappa di questo cammino.
Il viaggio non sembra una cosa da niente dal racconto di Maria – che ha seguito lo stesso tragitto – ma lei racconta tranquilla, come se si fosse trattato di una passeggiata e assicura che erano ben seguiti in tutto e per tutto, nonostante le scomodità. Dalla Slovenia in poi erano un italiano e un albanese che si occupavano di tutto, dai trasporti, al cibo, alla sistemazione. Finalmente l’ultimo passo, anche questo a piedi, dalla Slovenia all’Italia; primo porto di arrivo in ogni città italiana era, ed è rimasta tuttora, la Caritas Ambrosiana che si occupava di vestirli e procurare loro un lavoro con cui potessero mantenersi e inserirsi nella nuova città. Anche a Bologna funziona così. Maria dice che prima di partire dalla Moldavia ti ripetono più volte che appena arrivata in Italia devi andare direttamente alla Caritas.
Passeggiando per i boschi dell’est Europa
Oggi il viaggio avviene esattamente lungo lo stesso tragitto, l’unica cosa che è cambiata è il prezzo, più che triplicato: è passato da 700 a 4000 euro e si è aggiunto il problema di non poter più passare liberamente attraverso la Romania a causa della sua entrata nella Comunità Europea. Questo stato è una tappa obbligata per i moldavi che vogliono raggiungere il nostro paese perché l’unica ambasciata italiana si trova proprio lì e quindi bisogna recarsi a Chişinău e ottenere un visto per la Romania e poi aspettare i documenti per l’Italia. Da quel momento comincia la passeggiata per i boschi dell’Est europeo, fino ad arrivare alla sede Caritas di destinazione.
Altro grande aiuto ai cittadini moldavi e stranieri in generale, è dato dallo Sportello Unico per l’Immigrazione, presente in tutti i quartieri della nostra città, che fornisce un grosso supporto anche attraverso un folto gruppo di volontari. Maria racconta che il suo iter è stato proprio questo e che, dopo i primi passi incerti nel capoluogo emiliano, ha incontrato solo mani tese ad aiutarla e porte aperte ad accoglierla. Così è riuscita ad aprire la sua agenzia di via San Gervasio che aiuta attivamente molte persone ogni giorno.
Mentre siamo sedute nel suo ufficio a chiacchierare, suonano ed entrano due donne ucraine, madre e figlia, venute da Maria proprio a cercare lavoro.
Sogni e aspirazioni
I moldavi che arrivano a Bologna, e in generale gli stranieri che approdano nel nostro paese, sognano di cambiare la loro situazione economica e quindi la loro vita quotidiana; arrivano con una grande energia e una forte determinazione di riuscire a mettere insieme abbastanza soldi per poter tornare nel loro paese e ricongiungersi alle loro famiglie al più presto.
Quello che succede più frequentemente, però, è che a casa ci possano tornare solo dopo molti anni e questo soprattutto per convenienza economica, perché in Italia si guadagna più del previsto e si riesce a mantenere bene i familiari rimasti in patria. Ciò che muove tutte queste persone dalle nazionalità più diverse è quindi la necessità economica, la necessità di uscire dallo stato di povertà e spesso di vera e propria indigenza in cui si trovano nel loro paese.
La loro aspirazione più grande è quella di ogni essere umano, di ognuno di noi, e cioè di stare bene e di far star bene le persone per cui provano affetto e attaccamento.
La comunità moldava di Bologna
La comunità moldava di Bologna rientra tra i primi dieci gruppi etnici della provincia; sono un insieme molto compatto ed eterogeneo.
Il flusso migratorio moldavo si è fatto consistente al momento della caduta dell’impero sovietico, tra il 1998 e il 2001. A quel tempo erano soprattutto le donne che raggiungevano la nostra penisola per trovare lavoro e poter aiutare il resto della famiglia che rimaneva al di là dei confini. Fino al 2004 la maggior parte di loro finiva sui marciapiedi di Bologna e di altre città, soprattutto del Nord.
Ora, fortunatamente, non è più così, la prostituzione non è più un problema che preoccupa la comunità moldava in Italia. Chi viene a cercare un lavoro è quasi assicurato perché esiste un sistema di tam tam e passaparola, attraverso cui, in Moldavia, si viene a conoscenza delle possibilità d’impiego e di quali siano le richieste del mercato lavorativo italiano.
Poi comincia l’iter burocratico…
I problemi più frequenti…
Maria racconta che le problematiche che si presentano più frequentemente riguardano la compilazione dei documenti e, chiaramente, il conseguimento di un lavoro.
L’ufficio di Maria ha contatti diretti con aziende e società che si avvalgono della forza lavoro moldava ed est europea. Maria mi racconta che il 70% degli uomini moldavi che vivono a Bologna sono impegnati nell’edilizia e molto spesso aprono anche società di loro proprietà. Le donne, invece, sono impiegate come badanti, lavorano nelle fabbriche oppure si occupano di pulizie.
Il lavoro in sé non costituisce un problema grande perché il mercato bolognese è aperto e disponibile a impiegare cittadini non italiani, soprattutto di provenienza moldava ed est europea che, rispetto ad altre comunità, sono facilitati dal fatto di non avere tratti somatici, credenze religiose o collegamenti a fatti storici negativi o di delinquenza che possano essere alla base di idee preconcette o che possano generare casi di iniquità.
…e quelli più sentiti
La comunità moldava, come anche la comunità ucraina, si dimostrano attive e ben inserite, le persone sono pronte a lavorare duro, nonostante quasi sempre i titoli di studio e le qualifiche ottenuti in patria qui da noi non vengano riconosciuti e loro si trovino costretti a fare lavori ben al di sotto delle loro reali capacità e conoscenze.
Inoltre, sicuramente quello del ricongiungimento familiare è ancora uno dei problemi più grandi che deve affrontare la maggior parte degli stranieri che vive e lavora nella nostra città e nel nostro paese. Molto spesso la soluzione più semplice è tornare nel paese d’origine qualche volta all’anno per fare visita alle famiglie e ai figli che spesso rimangono indietro, affidati ai nonni.
Avvicinamento tra Moldavia e Italia
L’8 gennaio di quest’anno, a Bologna è stato inaugurato un Consolato moldavo che si occuperà di tutto il Nord Italia. E’ stata un’apertura celebrata con grande approvazione e sollievo da parte della comunità che, a Bologna e nella provincia, ha quasi 3000 residenti.
Prima della sua apertura, le persone di nazionalità moldava dovevano rivolgersi all’Ambasciata di Roma. Secondo passo necessario all’avvicinamento tra i due paesi sarà l’apertura di un’Ambasciata italiana in Moldavia, evento che, secondo gli accordi, dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno.
Un sito utile
La comunità moldava presente in Italia ha realizzato un sito molto utile in lingua italiana (www.moldweb.eu) in cui si possono trovare tutte le informazioni utili per chi pensa di venire in Italia o di andare in Moldavia.
E’ attivo anche un forum dove ci si possono scambiare informazioni in tempo reale e attraverso il quale vengono mantenuti i rapporti tra i connazionali. Si organizzano feste a cui i nuovi arrivati vengono invitati sin dal primo momento e sono organizzate occasioni di ritrovo che coinvolgono tutti. Lo scopo di questo sito è l’integrazione all’interno della società italiana, mantenendo, però, vivi e presenti i contatti con la Moldavia e facendo in modo che l’emigrazione in una nuova città e in un nuovo paese sia motivo di arricchimento da tutti i punti di vista e non un’occasione d’isolamento e solitudine.
L’immagine: lavoratrici moldave a Bologna.
Erika Casali
(LM Magazine n. 3, 15 giugno 2008, supplemento a LucidaMente, anno III, n. 30, giugno 2008)
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