In un libro-intervista edito da Priuli & Verlucca il giornalista e scrittore Ade Capone, da poco scomparso, esplora il mondo del misterioso personaggio televisivo, approdando, dopo tante domande, in luoghi dallo sfondo ignoto
Un viaggio affascinante e di grande effetto che, suddiviso in capitoli, ci permette di conoscere più da vicino proprio il personaggio di Adam Kadmon (il significato è “uomo divino” o “celestiale”). Questi, privo di un’identità sociale, ha il volto coperto da una maschera, simbolo della “cultura sapienziale” cui appartiene. Una cultura molto antica che interpreta la realtà secondo calcoli matematici. Così si può sintetizzare il libro-intervista di Ade Capone, Adam Kadmon (Priuli & Verlucca, pp. 192, € 16,90).
Nella prima parte, Chi è Adam Kadmon?, tante sono le domande che l’autore gli rivolge per cercare di comprendere l’essenza del personaggio, per tentare di scoprire il suo vero nome e il luogo di nascita o qualcosa sulla sua vita privata. E in alcune risposte traspare anche una nota di intimità, per esempio quando Kadmon esprime il desiderio di avere, un giorno, una propria famiglia. Proseguendo nella lettura, Caponeracconta il loro primo incontro in occasione di una nuova edizione del programma televisivo Mistero. E narra di come rimase profondamente colpito dalle sue ampie conoscenze relative alle antiche civiltà e dalle notevoli competenze in merito all’Ordine degli Illuminati, argomenti resi noti nel libro Illuminati. Viaggio nel cuore nero della cospirazione mondiale (Piemme, 2013) e riproposti ora nella sezione Illuminatenorden del libro di Capone. In Intelligence, invece, lo scrittore presenta interessanti teorie sui meccanismi poco ortodossi adottati da certi poteri forti per gestire i propri affari. Date le rilevanti nozioni in ambiti così poco accessibili, nel corso dell’intervista più volte viene chiesto a Kadmon se sia un ex agente segreto. Ma in realtà egli è una persona dal sapere davvero immenso, come si evince, appunto, anche dalla lettura di questo testo.
La sua vasta preparazione va dall’astronomia alla geologia, dalla fisica quantistica all’astrologia, dallo studio delle religioni alla numerologia. Il tema “alieni”, sapientemente affrontato nella parte dedicata a Grigi e Rettiliani, mette in luce, con chiare precisazioni, le sue dettagliate informazioni in merito. Un caleidoscopio di concetti evidenziati da Capone con chiarezza e spontaneità espositiva. In La macchina del fango si parla poi degli arditi procedimenti attivati per distruggere la reputazione di persone oneste einoffensive per la società ma ritenute scomode (come, forse, nel caso del cantante Michael Jackson).
La complessità degli argomenti trova l’apice nel capitolo La sorgente, nel quale si illustra, secondo la visione di Kadmon la tematica connessa alla nascita del genere umano e al senso della vita. Un vorticoso discorso che si eleva in altre dimensioni, verso il sublime. Non si tratta della stereotipata intervista realizzata attorno a un tavolino, bensì di un viaggio (iniziatico) che tocca determinate tappe. L’appuntamento ha luogo in una località volutamente non specificata da Capone. È notte fonda e tutto comincia in un posto isolato. Un intricato sentiero da percorrere che condurrà, intervistatore e intervistato, a un menhir sul quale sono impresse delle strane incisioni in una lingua celestiale: l’enochiano. Si prosegue poi in direzione di una cattedrale. Lì avviene l’incontro con un monaco in possesso di un vecchio testo, scritto nella medesima lingua del menhir. Un tragitto coinvolgente, accompagnato dalle note di Francesco De Gregori, Pink Floyd, Shriekback, Simple Minds, U2, poiché «ogni viaggio richiede una colonna sonora. Come ogni vita». Il colloquio amichevole tra i due termina all’alba, nei pressi del duomo di una città non menzionata, con un’ultima riflessione sull’itinerario appena concluso.
Il libro si presta a diversi piani di lettura, in base al nostro modo di percepire l’esistenza. Risuonano chiare e distinte le parole che, da sempre, Kadmon enuncia a favore di un mondo pacifico, in sintonia con tutti gli esseri viventi: «Penso che migliorare il mondo non sia utopia. È solo questione di educazione e motivazione. Il mio messaggio è rivolto a chiunque, senza fanatismi di sorta, sia animato nel profondo dalla volontà di migliorare le cose non soltanto per se stesso, ma per tutti». Parole importanti in un linguaggio impegnato e illuminante.
Ade Capone era un giornalista, scrittore, sceneggiatore e autore televisivo di vari programmi per le reti Mediaset, come Il Bivio, Invincibili, Cosa sarebbe successo se…, Real C.S.I., Mistero, di cui ha diretto anche la rivista. È stato il creatore del fortunato fumetto Lazarus Ledd. Amante dell’ignoto, ha pubblicato Contatto, Indagine sull’aldilà. Vita oltre la vita. Si è spento il 4 febbraio 2015 all’età di 56 anni.
Maria Antonietta Sinceri
(LucidaMente, anno X, n. 114, giugno 2015)
Bellissimo articolo. Un grazie a chi l’ha scritto. Grazie anche ad Adam Kadmon per i suoi immensi doni che ogni giorno porge ad ognuno di noi. Un infinito grazie ad Ade Capone, un uomo di grande valore, instancabile, fantasioso, disponibile verso il prossimo… Potrei andare avanti per sempre…