Patrizio Roversi, famoso per i programmi televisivi dedicati ai viaggi, ci ha rilasciato una divertente intervista in esclusiva nella quale parla di mete predilette, crisi economica e degli imminenti nuovi progetti che riguardano lui… e non solo
Accento bolognese, spontaneità, disponibilità e risata contagiosa: sono le caratteristiche del conduttore televisivo Patrizio Roversi, che ci ha rilasciato una simpatica intervista. Per i lettori di LucidaMente, il turista e velista “per caso” più famoso d’Italia racconta aneddoti personali, condivide ricordi sui viaggi più significativi e propone ironiche soluzioni in materia di traffico. Inoltre, parla della nuova esperienza itinerante della barca Adriatica e della fresca novità televisiva che lo attende: dalla prossima stagione, infatti, Roversi sarà al timone di Linea Verde, fortunato programma domenicale di RaiUno.
Patrizio Roversi, chi meglio di lei può parlare di viaggi in questo numero estivo di LucidaMente dedicato a vacanze e turismo! Quale luogo è rimasto particolarmente nel cuore del “turista per caso” e perché? Non mi dica “tanti”, sennò non vale…«No, infatti non dirò “tanti”, dirò “tutti”! [Ride, ndr] Il senso del viaggio è sapere apprezzare ogni luogo. A meno che non si sia sbagliata mostruosamente meta, muovendosi senza interesse, addirittura facendosi trascinare controvoglia, oppure abbagliati da mode o da offerte speciali, ogni itinerario ha un suo perché. Io ho la fortuna di averli “imbroccati” tutti, trovando sempre terre e persone speciali, magari diverse da quelle che mi aspettavo, ma vivendo ogni volta stimoli unici. Ciascun luogo, nonostante la globalizzazione, riesce a mantenere una sua identità e, quindi, il proprio fascino. I viaggi sono come i vestiti, devono essere cuciti addosso alle reali esigenze e aspettative del turista. Anzi, essi sono più come un paio di scarpe: se li sbagli, fanno male».
Si dice che viaggiare apra la mente. È vero?«Il viaggio apre la mente… se la mente è disponibile ad aprirsi, sennò la chiude. Se un turista si sente a disagio, si fa prendere dal panico o viene accolto male, può essere che rimanga fermo nei suoi pregiudizi, rifiutandosi di vivere appieno la propria esperienza, soprattutto rispetto alle aspettative precedenti la partenza».
Quale popolazione l’ha colpita particolarmente per il calore, l’affabilità e la passionalità?«I cubani, con la loro accoglienza e il sangue misto latino-caraibico, sono meravigliosi! Essi appartengono a un’isola che ha una storia importante, dalle lotte contro il colonialismo in avanti, e possiedono una grande cultura, con una musica e una letteratura stupende, una passionalità incredibile. Nei due viaggi che ho fatto a Cuba ho sempre trovato persone estremamente disponibili e comunicative. Pensi che mia figlia Zoe ha deciso lì, da piccola, che avrebbe studiato le lingue, dopo avere fatto spontaneamente amicizia con dei bambini del posto. Tra l’altro, il viaggio a Cuba è quello che lei ricorda con maggiore trasporto e tenerezza. Tornando alla domanda, comunque, in generale il Sudamerica è popolato da gente calorosa: mi sono trovato bene in Argentina, in Messico, in Cile… Là si respira un entusiasmo legato all’idea di combattere per le proprie idee, con la vivacità ideologica e la voglia di farsi sentire che noi italiani, ad esempio, oggi abbiamo perso».
Al contrario, qual è la gente meno estroversa o meno disposta ad accogliere i viaggiatori?«Generalizzare è sempre pericoloso e non lo faccio volentieri. Credo però che se il turista non fa l’arrogante, sforzandosi di dire anche solo due parole nella lingua locale, senza avere pretese, secondo me si trova bene. L’altra sera, per esempio, Zoe ha parlato un quarto d’ora con due francesi in difficoltà. Lei non è un caso particolare, è una persona normalissima che ha fatto fronte al bisogno di comunicare di due viaggiatori sperduti a Bologna: era tardi, era buio… [usa un tono di voce accorato e ride, ndr] Non ho idea di cosa si siano detti, ma, da quanto parlavano fitto, temevo che mia figlia andasse via con loro! [Continua a ridere, ndr]. Questo per dire come le difficoltà del turista, spesso, nascano da problemi linguistici. Personalmente, ho faticato a trovare gente disposta a capirmi proprio nei luoghi dove è più facile andare: in Francia, per esempio, in pochi utilizzano l’inglese, mentre io non parlo francese. Negli Stati Uniti o in Gran Bretagna la mia pronuncia fa talmente schifo che ho trovato pakistani, svedesi, africani disponibilissimi a dialogare con me, però non gli anglosassoni purosangue. Forse fanno finta di non capire o non capiscono davvero. Magari è una questione di accenti poiché, in effetti, il mio inglese in India va fortissimo! Dunque, direi che tutto dipende proprio dalle mie lacune [ride, ndr]».
Siamo in tempo di crisi e si parte meno per le ferie. Quale meta, secondo lei, è economicamente più appetibile?«Così, a botta calda, dico l’Italia, che è davvero il posto più bello del mondo! Per completezza culturale, gastronomica, paesaggistica e storica, nulla è come il nostro Paese. Abbiamo tutto e vicino a casa; basta fare pochi chilometri per trovare ottime offerte, dagli agriturismi ai bed and breakfast. La crisi ci rende pessimisti e ci toglie la voglia di partire, ma i modi per spendere poco, volendo, ci sono. Faccio l’esempio paradossale della Polinesia: il viaggio è caro e lunghissimo, tuttavia, una volta arrivati, si scopre che la fama di posto più costoso del mondo non è affatto vera. Certo, lo è se si prenotano alberghi lussuosi, con il pavimento trasparente dove nuotano pesci tropicali, però nelle pensioni familiari si sborsa come in Italia. Quelli bravi a “smanettare” su Internet, poi, possono trovare buone offerte, anche se il web è una giungla infinita, priva di regole, che mi irrita molto».
Dal prossimo autunno, lei sarà il nuovo conduttore della trasmissione Linea Verde su RaiUno. Un’altra opportunità per esplorare il nostro Paese.«Sì, io e Syusy [Blady, ndr] siamo in onda da anni su Rete4 con Slow Tour, dove giriamo in lungo e in largo l’Italia. Linea Verde, però, sarà per me un’occasione nuova e diversa, perché incentrata principalmente sull’agricoltura, un centro di smistamento di mille argomenti: avrò comunque spesso a portata di mano il mio tema preferito, che è il turismo. La trasmissione è un classico, fa ottimi ascolti e… spero di non rovinarla: sento su di me una responsabilità molto pesante. Scoprirò le tradizioni legate ai prodotti tipici di ogni regione, che ci fanno apprezzare la nostra terra. È importante porre in risalto il settore primario, che vuol dire cultura, lavoro, economia. Per uscire dalla crisi, l’Italia dovrebbe tornare a investire su agricoltura, turismo e ricerca, tre elementi strettamente legati che, sommati, significano ripresa».
Un’ultima battuta in esclusiva per i nostri lettori, per chiudere questa intervista…«Innanzi tutto faccio un appello: stiamo organizzando la partenza della barca Adriatica per un nuovo viaggio aperto a tutti, in collaborazione con l’associazione Pigafetta500, dedicata al navigatore italiano che, nel 1519, completò per primo il giro del mondo. Ci si può iscrivere prenotando una tratta del percorso, che durerà 18-20 mesi ed è rivolto a velisti “percaso” e “nonpercaso”. Le informazioni sono sul sito www.velistipercaso.it. In secondo luogo, vorrei tanto che qualcuno mi spiegasse cosa c’è nella testa di noi turisti viaggiatori. Perché nei giorni con il bollino nero trovo le autostrade deserte, mentre, quando mi dico «parto, non c’è nessuno», resto incastrato in code pazzesche? E quando penso «nell’andare in giù non c’è gente, il caos è nel venire su», perché poi avviene l’esatto contrario? Insomma, sarebbe bello fare una sorta di regia collettiva, mettendoci tutti d’accordo, anche perché presto devo andare a San Giorgio di Nogaro [in provincia di Udine, ndr], dove stiamo preparando l’Adriatica, e spero di non rimanere imbottigliato, altrimenti il viaggio va a farsi benedire! Quasi quasi mi faccio un “in bocca al lupo” da solo».
Anche noi di LucidaMente ci uniamo a questo augurio!«Grazie. Tramite voi, che siete “lucidi” per definizione, invito a una maggiore attenzione nella scelta dell’itinerario e dei tempi di viaggio, unicamente per non farmi rimanere bloccato nel traffico! [Ride, ndr]».
Le immagini: foto inedite di Patrizio Roversi in Patagonia, a bordo di una barca in Ecuador e alle Galapagos, in compagnia di un’iguana; la copertina di Misteri per caso (Rizzoli) pubblicato con l’immancabile Syusy Blady.
Maria Daniela Zavaroni
(LucidaMente, anno VIII, n. 92, agosto 2013)