Continua il nostro approfondimento su Wienerberger. L’azienda, leader del laterizio, ha incontrato la stampa nello stabilimento di Mordano (Bologna) per parlare di risparmio energetico, sicurezza e basso impatto ambientale e offrendoci, così,uno spunto per conoscere le regole dell’edilizia sostenibile
Il futuro è già pratica di mercato. L’Unione europea ci chiede uno spostamento della soglia di accettabilità edilizia: si tratterebbe, dunque, di offrire, al posto di semplici prodotti, soluzioni globali che tengano conto della relazione tra l’utente e il contesto sociale, l’edificio e il paesaggio in cui è collocato. Alle aziende si propone di rinunciare non al proprio business, ma alla speculazione, scegliendo il rispetto delle buone pratiche ambientali. Per questo, sempre più imprenditori decidono di far valutare i propri prodotti, in modo da testarne e pubblicizzarne la qualità.
La sensibilità al valore della certificazione Leed (Leadership in energy and environmental design) può trasformare il gioco al ribasso dell’economia italiana in una realtà competitiva e lungimirante, capace di allinearsi alle direttive europee o addirittura di superarne gli standard. Per comprendere il giro d’affari che ruota attorno al segmento di mercato delle costruzioni, basti dire che esso corrisponde al 14% del Prodotto interno lordo nazionale. Il fatto che la Cina o gli Stati Uniti gareggino nell’ideazione di progetti architettonici ecologici dovrebbe attrarre l’attenzione dei nostri capitali, confermando l’esistenza di guadagni concreti nell’investimento “verde”.
Ma è soprattutto dove sgorga parecchio “oro nero”, negli Emirati Arabi, che iniziano a nascere le eco-città del futuro. Il faraonico progetto per la prima metropoli sostenibile, Ras Al Khaimah, rappresenta una sfida, oltre che un buon esempio: essa sorge nel momento in cui si riteneva che il massimo sviluppo tecnologico fosse stato sperimentato con Masdar e Abu Dabhi, città a emissioni e rifiuti zero. Rispetto a queste realtà, quasi fantascientifiche, il ritardo del mondo occidentale è enorme.Per ora, la maggior parte dei progetti certificati Leed, in Europa e in Italia, fa riferimento a strutture commerciali o pubbliche. L’incidenza dei maggiori costi di realizzazione, legati all’applicazione degli standard ecologici, rischia di scoraggiare la diffusione del green building residenziale.
Per prima cosa, l’iter di costruzione prevede il pagamento di una tassa per registrare e ufficializzare il disegno di lavoro. Esistono, poi, spese burocratiche per la richiesta della certificazione, che comportano tempi più lunghi nella compilazione e altro denaro per le consulenze esterne. I principi della costruzione sostenibile possono incontrare dinieghi e ripensamenti da parte degli interessati al progetto, quali architetti, ingegneri e committenti. Grazie a una check list, in cui vengono esaminate quaranta variabili (tra cui il contenimento dell’energia, l’uso di materiali riciclati e riciclabili, il controllo delle fonti inquinanti), è possibile valutare e premiare la performance dell’edificio nel suo insieme: questo costringe l’ente interessato a un’ulteriore fatica, ossia certificare singoli materiali e componenti.
Eppure, quando si passa dalla teoria alla pratica, non mancano perplessità. Quanti, in Italia, sarebbero disposti a rischiare soldi e consensi,in vista di un benessere futuro? Alcune eccezioni fortunatamente esistono e sono macroscopiche. La torre Unipol, situata in via Larga a Bologna – anche se con una spesa, per la solacostruzione, di 70 milioni di euro – è riuscita a ottenere il riconoscimento di compatibilità ambientale Leed. La struttura, che, con i suoi 125 metri, è la più alta della regione, domina un complesso edilizio cui si raccordano attività commerciali e alberghiere, in un sistema articolato di percorsi e spazi pubblici serviti da parcheggi,sia in superficie che interrati.Parallelamente, l’Istituto tecnico per il CommercioGiacomo Floriani, a Riva del Garda, in provincia di Trento, è la prima scuola a vantarsi dello stesso titolo di sostenibilità.
Come dimostrano questi casi, la promozione dell’eccellenza si basa sulle iniziative di pochi fortunati e illuminati, ma, per diventare strutturale, essa dovrebbe essere incentivata dalla legislazione nazionale, oltre che dettata dall’Unione europea. La difficoltà rimane ragionare in prospettiva, considerando i vantaggi economici legati al risparmio energetico e al miglioramento della qualità di vita. Nel 2014– vedi Un mattone ecologico per il futuro (I) – l’Italia dovrà presentare il proprio piano sulla riqualificazione dell’edilizia urbana. Per dimostrarci all’altezza del compito, avremo bisogno di un radicale cambiamento di mentalità e di prassi: di lavoro da fare ce n’è, mattone su mattone.
Per maggiori informazioni sull’azienda, è possibile visitare il sito www.wienerberger.it; per reperire notizie sulle modalità e sui vantaggi dell’accreditamento Leed, www.gbcitalia.org.
Le immagini: in apertura, una veduta della torre Unipol di Bologna; il progetto futuristico di Ras Al Khaimah, negli Emirati Arabi; particolare del “Floriani”, a Riva del Garda; mattoni Wienerberger.
Antonella Colella
(LucidaMente, anno VIII, n. 90, giugno 2013)