Riflessioni di una lettrice partendo dalla lettura di “Decomposizione di Dio” del nostro direttore, Rino Tripodi
Gentile direttore, ho appena finito di leggere il suo libro Decomposizione di Dio. Scritto bene, profondo, ben congegnato, esso mi pare annunciare, più che la decomposizione di Dio, la scoperta della sua faccia distruttiva. Il racconto mi ha fatto non a caso pensare a una sorta di rovesciamento di Il pellegrinaggio in Oriente di Hermann Hesse.
Farei poi una distinzione – e qui entro nel personale – tra fede e religione. Io per fede intendo il credo in un ordine superiore, che ci sfugge, ma che forse c’è. In questo io spero. La religione implica invece l’adesione a determinate dottrine e può in tal senso essere nefasta. Tuttavia, quando il folle di Friedrich Nietzsche dichiara la morte di Dio, ne afferma appunto la morte per l’uomo, non esattamente l’inesistenza, profilando due aspetti del problema. Uno liberatorio, l’altro minaccioso, giacché apre la strada al nichilismo ed esige un ribaltamento della morale, schiudendo le porte all’Übermensch: Oltre o Superuomo che, direi, non ha portato a nulla di buono o di diverso, o comunque a nessuna rifondazione o riformulazione profonda dell’uomo.
Ma, a prescindere da Nietzsche, mi chiedo – e me lo chiedo sinceramente – se lo sbando della nostra società non dipenda anche dalla caduta di un ordine morale (non ammazzare, non rubare…). E un ordine morale richiede, credo, una certa determinatezza di linee di confine. Certamente, poi, l’etica è legata ai luoghi, ai tempi, alle società, e in tal senso è relativa.
Alla domanda se poi ci siano mai stati periodi storici meno turpi del nostro, non so rispondere, perché guerre e turpitudini ci sono sempre state. In conclusione, io personalmente mi stringo nelle spalle e non ho soluzioni, nemmeno per me stessa. Mi dico che, come non c’ero prima, non ci sarò dopo, ma così terribile non sarà e, per il resto, ringrazio gli dei per ogni giornata di sole e, senza essere ottimista, mi sforzo di essere positiva.
Margherita Versari – Bologna
(LucidaMente, anno XI, n. 125, maggio 2016)