Lo sguardo di paura con cui molti zingari vengono osservati non è soltanto indicativo della società contemporanea. Nel secolo scorso si verificarono terribili persecuzioni in nome della diversità culturale ed etnica. Le drammatiche vicende della Seconda guerra mondiale, legate alla folle utopia della razza pura di Adolf Hitler, non coinvolsero, come molti credono, soltanto gli individui di fede ebraica, ma anche omosessuali, lesbiche, testimoni di Geova, immigrati, internati per motivi politici e zingari.
L’odio nazista contro l’etnia rom – Questi ultimi, già da tempo, erano considerati dalla società come uno scarto, un gruppo nomade da guardare con sospetto e da temere. Fin dal 1899 in Germania veniva istituita la Zigeunerpolizeistelle, un ufficio di polizia incaricato di effettuare controlli sulla popolazione rom. Le difficili condizioni di emarginazione, che viveva e vive tutt’ora quest’etnia, vennero esasperate con la promulgazione, nello stato del Terzo Reich, delle leggi razziali del 1935 con le quali ebrei e zingari venivano bollati come persone di serie B. Mussolini seguì il diktat del führer, approvando, tra il 1940 e il 1941, alcune disposizioni che imponevano e regolavano l’internamento degli zingari.
Gli esperimenti e “i criteri di valutazione” – Iniziò così la lunga e dolorosa deportazione verso i campi di sterminio, tra i quali ricordiamo, con grande sgomento, quello di Auschwitz-Birkenau. Gli zingari, che erano separati dal resto degli internati e riportavano cucito sugli abiti un triangolo nero capovolto, non venivano sterminati con i consueti strumenti di morte (docce di gas, lavori estenuanti, forni crematori). Rom, Sinti, Camminanti, accomunati tutti dallo stesso destino di nomadismo, erano considerati una razza particolare, dato che potevano vantare origini indoeuropee, influenzate e deviate – almeno questo credevano i tedeschi – dal contatto con altri popoli slavi. Da questa idea derivavano lunghi e disumani studi effettuati sui prigionieri. Équipe esperte di “igiene razziale” si preoccupavano di prendere la misura della testa, la distanza degli occhi, osservando la forma delle varie parti del corpo. La morte, per le “cavie”, arrivava ugualmente insieme ad altri terribili esperimenti. Le condizioni igienico-sanitarie erano pessime, tanto che moltissimi bambini morivano appena nati. La brutale lucidità con la quale si consumava questo orrore era visibile anche nella nevrotica “precisione” dei nazisti. Il 7 agosto 1941 erano stati stabiliti i criteri di valutazione razziale per gli zingari: “Z” (zingaro puro), “ZM+” (soggetto con più del 50% di sangue zingaro), “ZM” (soggetto con sangue zingaro per metà), “ZM-” (soggetto con meno del 50% di sangue zingaro) e “NZ” (non zingaro).
I Rom oggi, in Europa – Oggi il popolo rom, che in quel terribile genocidio ha perso l’80% della propria comunità, continua a subire vessazioni e soprusi, considerati da alcuni un’ennesima persecuzione. Gli zingari sono visti ancora con molto timore. Certo, è anche vero che spesso crimini, rapine, violenze e addirittura omicidi sono commessi da persone di etnia rom, ma non è giusto generalizzare. Le difficilissime condizioni igienico-sanitarie in cui vivono queste persone, unite alla povertà economica, non possono che agevolare il processo di illegalità che li vede spesso protagonisti. L’intervento diretto del Governo, nel caso dell’Italia, dovrebbe garantire una civile convivenza tra Italiani e Rom, ma questo finora non è accaduto. Anzi, a volte, sono scoppiate vere e proprie manifestazioni e proteste, non del tutto pacifiche, contro la presenza dei campi nomadi.
L’immagine: le rotaie all’entrata del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Marco Papasidero
(LucidaMente, anno III, n. 27, marzo 2008)