La deputata spagnola di destra, Andrea Fabra Fernández, ha espresso pubblicamente il proprio pensiero sui senza lavoro. E tanti la pensano come lei…
L’evento, risalendo allo scorso 12 luglio, non è recentissimo. Ma, proprio per questo, vi si può ragionare a mente fredda. La trentanovenne Andrea Fabra Fernández, nata a Castellón de la Plana, deputata spagnola del Partito popolare di centro-destra, al potere, durante il discorso in Parlamento del suo primo ministro, Mariano Rajoy, in risposta alle proteste dei socialisti contro la riduzione del sussidio di disoccupazione, ha ripetuto più volte la frase «Que se jodan!» (“Che si fottano”). Chi? Coloro che hanno provocato la crisi? I magnati della finanza? I politici corrotti? No, i disoccupati. Che crepino, insomma, e non rompano le scatole a coloro che ancora – e sono molti in Spagna, Italia, Europa – se la spassano.
L’opinione pubblica si è indignata e sono state raccolte 50.000 firme per le dimissione della signora Fernández. Pensate che si sia scusata o dimessa? Del resto, è mai successo qualcosa del genere in Italia? Cioè che qualche “onorevole”, anche di fronte a fatti peggiori, cioè criminali, si sia spontaneamente e dignitosamente dimesso? Nel caso di Andrea Fabra, c’è qualcosa, anzi molto, da aggiungere. La deputata conservatrice appartiene a una famiglia potente sin dai tempi della dittatura franchista ed è figlia di Carlos Fabra Carreras, presidente del Pp di Castellón, imputato in vari processi per corruzione. Insomma, volente o nolente, la Fabra è divenuta il simbolo della spietatezza delle destre europee, capaci solo di aumentare le tasse, di tagliare stipendi e spese sociali, opprimendo i settori più deboli della popolazione (lavoratori dipendenti, giovani, disoccupati, famiglie, donne). E gli speculatori, gli evasori, gli sfruttatori, i mafiosi? È la loro epoca d’oro.
C’è qualcosa di nuovo? No. Da sempre i potenti se ne son fregati dei poveracci. Al di là dell’aneddoto, certamente falso, di Maria Antonietta e delle brioche per la plebe parigina affamata («S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche»), forse fa parte dell’essere umano fregarsene di chi sta peggio. E diciamola tutta. Non esiste carnefice senza complicità della vittima. Chi ha votato la bella Andrea Fabra? Per quali meriti? E se in Italia abbiamo da 151 anni un potere malato e corrotto è perché gli italiani hanno accettato, incoraggiato, votato dei delinquenti, e anche dei mafiosi, invidiandone o addirittura condividendone le pratiche.
Invece di cercare di costruire assieme una società più giusta, gli oppressi, che son la maggioranza, sperano di divenire come i loro oppressori o di condividere un po’ del loro potere, magari i rimasugli, la spazzatura, mostrandosi proni, vili, conformisti, privi di solidarietà. Quindi, forse solo per delicatezza o ipocrisia non si è spesso giunti al «si fottano». Ma i tempi stan cambiando. Il nuovo potere globale è più cinico e spietato. Allora… Gli anziani? Si fottano. I malati terminali senza testamento biologico? Si fottano. I disabili? Si fottano. I senza casa? Si fottano. I detenuti “custoditi” in carceri ignobili? Si fottano. I malati? Si fottano. I giovani senza speranza? Si fottano. I migranti che affogano in mare? Si fottano. I popoli oppressi? Si fottano. I terremotati, gli alluvioni, i baraccati? Si fottano, si fottano, si fottano…
Le immagini: Andrea Fabra Fernández (fonte: http://www.flickr.com/photos/popularesvalencianos/6166223600/; autore: http://www.flickr.com/photos/popularesvalencianos/).
Rino Tripodi
(Lucidamente, anno VII, n. 83, novembre 2012)