Nell’incontro con i rappresentanti delle altre religioni, Francesco I ha speso qualche parola anche per i non credenti. Ma c’è poco da star tranquilli…
Nella tarda mattinata di oggi, a Roma, nella Sala Clementina, il nuovo pontefice, Jorge Mario Bergoglio, ovvero Francesco I, ha incontrato i rappresentanti di diverse comunità ecclesiali e organismi ecumenici internazionali: 34 Chiese cristiane non cattoliche (ortodossi e riformati), sette rappresentanze del giudaismo mondiale e inviati di cinque differenti religioni: musulmani, buddhisti, sikh, giainisti e indù. Mancavano gli atei, gli agnostici, gli scettici, ecc. E vedremo perché. Come abbiamo recentemente scritto (cfr. Che bontà non lapidare l’adultera!), sotto una apparente bonomia e buonismo, nel mondo cattolico si celano messaggi sconcertanti, intolleranti, anzi offensivi.
Inizialmente, aleggia uno spirito di fraternità e di apertura da parte del capo del Cattolicesimo nei confronti delle altre religioni, affascinante, mite, suggestivo: «La chiesa cattolica è consapevole dell’importanza che ha la promozione dell’amicizia e del rispetto tra uomini e donne di diverse tradizioni religiose». Parole particolari sono state poi pronunciate verso l’islamismo e l’ebraismo. Inoltre, un messaggio quasi ecologista: «La Chiesa cattolica è ugualmente consapevole della responsabilità che tutti portiamo verso questo nostro mondo, verso l’intero creato, che dobbiamo amare e custodire». E sociale: «Noi possiamo fare molto per il bene di chi è più povero, di chi è debole e di chi soffre, per favorire la giustizia, per promuovere la riconciliazione, per costruire la pace». E una condivisibilissima condanna del consumismo: «Soprattutto, dobbiamo tenere viva nel mondo la sete dell’Assoluto, non permettendo che prevalga una visione della persona umana a una sola dimensione, secondo cui l’uomo si riduce a ciò che produce e a ciò che consuma: è questa una delle insidie più pericolose per il nostro tempo». Anche se – crediamo – pure chi non ha sete di “Assoluto” può vivere un’esistenza fuori dal mero circuito di produzione-consumo.
Infine, il messaggio rivolto ad atei, agnostici, non credenti, ecc.: Francesco I ha affermato di sentirsi vicino a «tutti quegli uomini e donne che, pur non riconoscendosi appartenenti ad alcuna tradizione religiosa, si sentono tuttavia in ricerca della verità, della bontà e della bellezza, che è verità, bontà e bellezza di Dio». Le parole scivolano come musica suadente e accattivante. Peccato, però, che qualcuno potrebbe analizzarle con un po’ di attenzione. Cosa ha asserito in circa quaranta parole Bergoglio? A prima vista, che anche i “senza dio” sono alla ricerca del vero, del bene e del bello. E allora? È, con ogni probabilità, ciò che normalmente inseguono tutte le persone dotate di un minimo di etica morale. Però, esaminiamo l’uso della congiunzione concessiva «pur», della congiunzione avversativa «tuttavia», del verbo «si sentono» e della proposizione relativa finale…
In ultima analisi, cosa ha detto il papa sugli atei? Nonostante («pur») essi siano non credenti (il che implica una condizione di inferiorità che dovrebbe impedire quella «ricerca della verità, della bontà e della bellezza»), «tuttavia» essi «si sentono» (cioè non è detto che sia così: è una sensazione provata da esseri confusi) «in ricerca della verità, della bontà e della bellezza». Ma, attenzione, questa recherche non potrà mai realizzarsi, pervenire a buon fine, perché – come afferma la proposizione relativa finale – l’unica «verità, bontà e bellezza» è quella «di Dio». Insomma, o gli atei si convertono o gireranno sempre in tondo nella loro aspirazione umana ed etica. In conclusione, non un messaggio di apertura, ma di chiusura. Sotto, sotto, integralista. I soliti lupi vestiti da agnelli… E ci riferiamo alle alte gerarchie cattoliche, non agli atei…
Altri articoli di LucidaMente sul nuovo pontefice: La Chiesa al bivio: riforma o controriforma? Francesco I e le ombre del passato Che bontà non lapidare l’adultera! Francesco I, quante ombreRino Tripodi
(LucidaMente, anno VIII, n. 87, marzo 2013)
Avrei preferito l’elezione di un papa “curiale”. Avrebbe ulteriormente aiutato tant* ad aprire il cuore e la mente alla verità sulla chiesa di Roma, sul papato centro di affari e di potere temporalissimo! Ma hanno ben compreso che occorreva “una mano di bianco al sepolcro”. Certo “Francesco” gli assicurerà qualche giorno di più d’ossigeno ma è solo questione di tempo e proprio la Verità di cui parlano splenderà radiosa e la loro notte, che dura ormai da quasi 2000 anni, cesserà di ammorbare gli spiriti e di straziare i corpi.
Grazie, Maria Laura… e sei più dura di me!