“Soli e Insieme”, un libro di Fabio Cuzzola, con un documentario di Michele D’Ignazio e Lorenzo Aristodemo (Città del Sole Edizioni)
La bibliografia recente sullo sfacelo della scuola pubblica – beninteso provocato dal potere politico, dall’incultura dilagante e dai “presidi manager”, non certo, se non in minima parte, da docenti e studenti – ormai assomma centinaia di pubblicazioni. Anche LucidaMente si è spesso occupata della drammatica questione (vedi relativo elenco degli articoli in fondo). Cosa si può aggiungere a quanto già detto? Tuttavia, Soli e Insieme. Viaggio nel mondo della scuola (Con un[’]introduzione al documentario di Michele D’Ignazio e Lorenzo Aristodemo, Città del Sole Edizioni, pp. 64+cd, € 12,00) di Fabio Cuzzola presenta alcune peculiarità.
Innanzi tutto il fatto che il libro sia centrato su una realtà particolare, quale quella della Calabria, regione martoriata da malapolitica e criminalità organizzata, territorio, quindi, nel quale «la scuola rappresenta l’unico presidio civile valido». In secondo luogo, il supporto audiovisivo, vale a dire il bel documentario, ricco di immagini di facce pulite, di bambini, ragazzi, insegnanti, con le loro illusioni, a volte ingenue. In terzo luogo, la rievocazione, accanto alla critica e ai limiti della macchina scolastica e dei docenti, dei tanti bei ricordi “sui banchi”.
L’autore, il docente reggino Fabio Cuzzola, è già noto per due valide pubblicazioni di rievocazione storica con la stessa casa editrice (Cinque anarchici del Sud e Fuori dalle barricate), dedicati alle tragiche vicende della Città dello Stretto all’inizio degli Anni Settanta dello scorso secolo. In questo suo nuovo lavoro, che prende il titolo da una riflessione del grande, trasgressivo, educatore Danilo Dolci, alterna le proprie riflessioni a quelle di altri insegnanti. Come Orlando Sorgonà, drammaturgo e studioso di storia, eppure eterno “precario”, perché la scuola italiana non conosce altri meriti che quelli “burocratici”. O Paride Leporace, ora giornalista d’inchiesta, direttore de il Quotidiano della Basilicata, che compie uno splendido excursus sui film dedicati al mondo della scuola, da Truffaut a Malle. O, ancora, la giornalista Rai Annarosa Macrì, che rievoca i propri ricordi della «madre-insegnante» e delle scuole e dei suoi vecchi professori reggini: memorie collocate allo stesso tempo tra il «noioso, triste» e il «bellissimo, esaltante, indimenticabile».
Certo, emerge l’amarezza per la condizione in cui versa la scuola italiana in generale e quella calabrese in particolare, in caduta libera e senza segni di ripresa culturale e pedagogica. Forte è la critica verso «la visione aziendalistica che è avanzata negli ultimi dieci anni. Molti presidi paragonano gli insegnanti a degli impiegati, ci manca solo la timbratura del cartellino». Per non dire delle continue riforme, assurde, dannose, in particolare quella della Gelmini: «La voce degli insegnanti non si sente, non vengono mai interpellati, neanche per le riforme che li riguardano. Le riforme le fanno persone che non sono mai entrate in un’aula scolastica!». Dalla Falcucci in poi ogni ministro si è inventato una riforma, ma si finisce per «cancellare tutto quello che di buono abbiamo fatto per decenni». Eppure, nel libro, come nelle parole dei personaggi intervistati, trasuda forte un amore di fondo per l’insegnamento, per i suoi valori umani, civili ed educativi. Disperato ma invincibile.
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Le immagini: le copertine delle pubblicazioni di Fabio Cuzzola presso Città del Sole Edizioni.
Rino Tripodi
(LM MAGAZINE n. 24, 18 giugno 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 78, giugno 2012)
Grazie per la recensione misurata ed efficace.