Il Comitato articolo 33 appare ottimista sul raggiungimento, entro il 6 dicembre, delle 9.000 firme necessarie per permettere ai cittadini di pronunciarsi sulla opportunità di finanziare le scuole private coi soldi pubblici
Cifre ufficiali non se ne forniscono (e del resto sarebbe difficile conteggiare anche quelle di chi ha firmato in Comune o nei Quartieri), ma pare che il traguardo delle 9.000 firme – necessarie affinché a Bologna si tenga il referendum popolare comunale sui finanziamenti pubblici alle scuole private – sia vicino e, comunque, raggiungibile entro la scadenza fissata per il 6 dicembre. Nella città di san Petronio, dunque, si respira una sensazione di ottimismo presso il Comitato Articolo 33, il “cartello” di varie associazioni laiche (compresi circoli cattolici e chiese cristiane) che ha promosso l’iniziativa per permettere ai cittadini di esprimersi liberamente e democraticamente sull’importante questione.
Ma nulla è scontato e proprio in questi giorni si intensificano i punti (banchetti, gazebo, eventi) nei quali i cittadini residenti a Bologna (non valgono le firme dei non residenti) possono sottoscrivere la richiesta del referendum. Inoltre, è cruciale che essa sia sostenuta dal maggior numero possibile di firme. La consultazione referendaria comunale, se si terrà, riguarderà il seguente quesito: «Quale fra le seguenti proposte di utilizzo delle risorse finanziarie comunali che vengono erogate secondo il vigente sistema delle convenzioni con le scuole d’infanzia paritarie a gestione privata ritieni più idonea per assicurare il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini che domandano di accedere alla scuola dell’infanzia? a) utilizzarle per le scuole comunali e statali; b) utilizzarle per le scuole paritarie private».
La questione non è di poco conto. Anzi, non è di poca contabilità. In 15 anni il finanziamento del Comune di Bologna alle scuole private paritarie, inizialmente di £ 463.500.000, si è quadruplicato, arrivando ad € 1.055.000. Tutti sommati, i contributi pubblici per “sezioni private” sono passati da £ 16.295.000 a € 28.183, ovvero si sono più che triplicati. Intanto il contributo del Ministero della Pubblica Istruzione, in 10 anni, è aumentato del 650%. Tali incrementi non sono in linea con l’accelerazione del costo della vita. Come si può facilmente verificare dalla serie storica dei dati statistici, tra il 1995 e il 2010 il costo della vita è aumentato del 44,4% – non del 650%!
Ciò avviene mentre la scuola pubblica – che è scuola di tutti e per tutti, laica e gratuita, atta a formare un cittadino democratico e pluralista – subisce feroci tagli. In particolare a Bologna, informa il Comitato, «più di 300 bambini sono rimasti esclusi dalla scuola pubblica, che è un diritto costituzionale, per mancanza di posti e risorse. Saranno costretti a frequentare una scuola dell’infanzia privata, a pagarne la retta e a sottoscrivere un progetto educativo che non condividono (nel 99% dei casi confessionale). E l’anno prossimo quanti saranno gli esclusi dalla scuola pubblica?».
Per l’elenco dei banchetti dove è possibile sottoscrivere la richiesta di referendum: http://referendum.articolo33.org/calendario-banchetti-raccolta-firme/. Si informa anche che si può firmare pure presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Bologna e presso tutti gli Sportelli del Cittadino di Quartiere.
LucidaMente ha da sempre posto la scuola e l’istruzione al centro della propria attenzione. Vedi, tra gli altri articoli: Scuole “private”? Ben peggio delle pubbliche L’urlo della scuola (Italia-Bologna, 23-24 marzo) Ugolini, ovvero la scuola privata al governo Come si può studiare dentro “classi pollaio”? Artisti, «vil razza dannata»! La Riforma Gelmini e la non meritocrazia Tra Pon, Por e Pof… la scuola fa flop!“L’ignoranza rende la gente malleabile”
(r.t.)
(LucidaMente, anno VII, n. 82, ottobre 2012)