Storia e curiosità del suggestivo sito con annesso parco, costruiti nel Diciannovesimo secolo per volontà dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo
Chi desidera immergersi in un paesaggio romantico e suggestivo, lasciandosi al contempo abbracciare dalla Storia, non può farsi mancare una visita al Castello di Miramare. Distante qualche chilometro dal centro di Trieste, l’edificio si erge a picco sull’omonimo golfo. Oggi è adibito a museo, con i suoi ambienti ben conservati e ricchi di arredi, ornamenti e oggetti originali del Diciannovesimo secolo. La sua bellezza e le sue vicende sono state perfino cantate da Giosuè Carducci in Miramar, all’interno della sua raccolta poetica Odi barbare.
La sua costruzione risale al 1855, anno in cui l’arciduca d’Austria Massimiliano d’Asburgo – fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe – rimase estasiato dalla bellezza del promontorio di Grignano; tanto da decidere di spostarvi la residenza propria e della consorte Carlotta, figlia del re di Belgio. Così, quando nel 1859 Massimiliano decadde dalla carica di governatore del Regno Lombardo-Veneto, vi si trasferì con lei. E visitando l’interno dell’edificio si respirano proprio l’austerità e la prosperità della corte asburgica. Gli amanti dell’arte possono ammirare a pianoterra la commistione degli stili gotico, neomedievale e rinascimentale negli interni realizzati da Franz e Julius Hofmann su progetto dell’ingegnere austriaco Carl Junker. E possono immergersi nell’atmosfera familiare e intima della coppia asburgica, osservando per esempio la sontuosa sala da bagno con la maestosa vasca. Colpisce, in particolare, come in una delle prime sale all’entrata sia stata ricreata l’ambientazione della cabina di comando della fregata Novara; la stessa su cui Massimiliano d’Asburgo fu in precedenza imbarcato per la Marina austriaca.
Osservando il mare dalla finestra di fronte all’entrata della stanza si ha effettivamente l’impressione di trovarsi a bordo di una nave. La suggestione viene poi amplificata dal caratteristico vento triestino di bora che, in taluni mesi dell’anno, increspa le onde. Di stile navale è anche la cabina letto, circondata da una tappezzeria color del mare. Sempre a pianoterra ci si può immergere in un’atmosfera tutta femminile: quella culturale e musicale di cui Carlotta di Belgio amava circondarsi nei pochi anni trascorsi al Castello di Miramare (Schloss Miramar in tedesco) prima che il marito venisse incoronato imperatore del Messico e trovasse nel paese d’oltreoceano una morte prematura.
I lavori edili al primo piano dell’edificio – ospitante ambienti di rappresentanza il cui colore imperante è il rosso – vennero terminati dopo la sua dipartita. Del defunto proprietario e dei suoi viaggi, in particolar modo quelli in Oriente, rimangono però moltissimi oggetti che decorano il piano. Alla morte del consorte, Carlotta impazzì dal dolore. Fino al proprio rientro in Belgio, venne rinchiusa nella porzione separata nella quale aveva dimorato con Massimiliano durante i lavori di costruzione: il “castelletto”. Ma la funzione residenziale dell’edificio non si esaurì con lei. Dal 1930 al 1937 il primo piano divenne la dimora del duca Amedeo di Savoia-Aosta e di sua moglie, la duchessa Anna di Francia. Il mobilio fu in parte sostituito con quello del primo Novecento; le insegne imperial-regie lasciarono il posto alle croci sabaude.
Dopo varie occupazioni durante i due conflitti mondiali, dal 1947 al 1954 il sito divenne quartier generale per la guarnigione americana Trieste United States Troops. I lavori di ristrutturazione seguiti negli ambienti del castello non hanno alterato il fascino e l’atmosfera asburgica; né la maestosità del suo lussureggiante parco, vasto circa 22 ettari, dal quale traspare chiaramente la passione di Massimiliano per la botanica.
Nel 1955 il Parco di Miramare – concepito come giardino privato – è stato riaperto al pubblico. La sua gestione è stata affidata alla Soprintendenza per i Beni architettonici, il Paesaggio e Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico della Regione Friuli-Venezia Giulia. Gli interventi di restauro e conservazione compiuti recentemente sono stati in parte finanziati con i fondi del gioco del lotto, in base alla legge 662/96. Esso costituisce un esempio autentico di fusione artificiale tra il fascino della vegetazione tipicamente nordica e i colori e le essenze di un contesto mediterraneo: il parco ospita infatti specie di alberi di varia origine fra cui europea, asiatica, americana, libanese e africana.
Le immagini: il Castello di Miramare, l’interno e il parco.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno XIII, n. 152, agosto 2018)