“Senza ragione”, un legal thriller di Elvia Grazi e Antonio Prade, edito da paginauno
Ci sono libri che scivolano via, senza intoppi. Ti guida la curiosità di entrare in un mondo che piano piano si dischiude. Così, pagina dopo pagina, non smetti, cerchi di capire, ti immedesimi e vuoi sapere come andrà a finire, anche se il mistero, in fondo, non è la cosa più importante.
Provi a immaginarti di essere come la protagonista. Prigioniera di 80 metri quadri, in prigione senza essere carcerata. Una vita da consumare tra quattro mura, un giorno dopo l’altro, perché una malattia ti tiene lontana dal mondo. Ogni giorno gli stessi gesti e a tenerti compagnia solo lettere e ricordi. Anche quella lettera. Te l’ha scritta tua cugina, prima di imbottirsi di pillole e levarsi dal mondo. Il suo ultimo pensiero è stato per te. Ti ha chiesto scusa di quel gesto, per lei inevitabile. Pensi che non c’è più e non ci stai. Tutta la sua vicenda umana non può chiudersi in un freddo dispaccio di polizia. Chi ha deciso del suo destino quasi a tavolino?
Ci vuole passione e coraggio per uscire dal nido protetto di quella casa-prigione. Bisogna affrontare gli sguardi e il giudizio della gente che è solidale con l’handicap ma meno con il disagio psichico. Quello fa paura, è meglio prenderne le distanze. È a questo punto del libro – Senza ragione (paginauno, pp. 284, € 15,00) di Elvia Grazi e Antonio Prade – che ti dici: io cos’avrei fatto al posto della protagonista? Probabilmente avresti lasciato perdere, perché le battaglie perse in partenza possono lasciarti solo con le ossa rotte e questo non serve a nessuno. Norma, la protagonista del libro, invece decide di mettersi in gioco.
Una pazza! Questo potrebbe essere il commento, perché solo una pazza può credere di sfidare il potere costituito e farla franca. Solo una fuori di testa è così scollegata dalla realtà da puntare tutto su una combinazione che ha una possibilità su un milione di uscire. Il mondo per fortuna è pieno di pazzi – questa è la novità – di persone che, pur sapendo di perdere, non smettono di puntare perché un principio è pur sempre un principio e ci vuole pure qualcuno che creda di poter cambiare il sistema perché il sistema cambi davvero.
Gli autori di questa moderna, amara favola sono un uomo e una donna. Lui avvocato per professione e sindaco di una città come Belluno, che da anni vince la palma di città più vivibile d’Italia; lei giornalista, copywriter e scrittrice. Prade conosce le aule dei tribunali come le proprie tasche, sa che non sono fredde ma trasudano di vicende umane, spesso estreme, sono teatro di scontri feroci tra chi ha sempre ragione e chi non l’ha mai. Elvia Grazi l’ha affiancato in quest’avventura perché ama giocare con le parole e raccontare storie.
Il loro romanzo disegna benissimo il profilo di Norma, messa all’angolo dalla società e che, per contro, ne è una testimone fedelissima. Stare chiusa in gabbia le ha insegnato a guardare oltre l’apparenza, per arrivare all’essenziale. Ci sono occhi che guardano e altri che sanno vedere. È in questa sottile ma sostanziale differenza che si condensa il senso di tutta la vicenda.
Le immagini: la copertina di Senza ragione, Elvia Grazi e Antonio Prade.
(k.g.)
(LM MAGAZINE n. 23, 14 aprile 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 76, aprile 2012)