Il nostro lettore ironizza sulle contraddizioni dell’inatteso neocandidato premier
Molti commentatori considerano Mario Monti troppo ingessato e serio, vale a dire, il contrario dell’istrione Berlusconi. Vero, ma solo in parte. In realtà, l’uomo che ha tassato (o meglio, tartassato) gli italiani più di tutti i governi della Repubblica Italiana, nasconde in sé insospettabili “risorse” umoristiche.
Aveva asserito che dopo la fine del suo governo sarebbe tornato a fare l’accademico, ma, appena rialzatosi dallo sgambetto, si è buttato nell’aborrito agone politico. Aveva ripristinato, anzi, raddoppiato l’Imu, e un attimo dopo ha scimmiottato Berlusconi asserendo che l’imposta si può ridurre o abolire. Aveva “inventato” il redditometro (leggasi anche “ficco il naso nelle tue tasche e se scopro che mangi troppa marmellata ti porto alla miseria”) e un attimo dopo ha asserito che le “vessazioni” sono conseguenze operative dei governi precedenti.
Aveva confessato di essere cattolico, ma si è alleato con il liberal Gianfranco Fini (notoriamente favorevole ai gay, all’aborto e all’eutanasia) e ha candidato due gay conclamati come il direttore di Gay.it Alessio De Giorgi e il presidente del laboratorio politico “Officine democratiche” Giuliano Gasparotti. Aveva lasciato credere di essere una persona rispettosa, ma durante la sante messe risponde irrispettosamente al cellulare disturbando fedeli e celebranti. Amletico dubbio: è più pifferaio ed illusionista ringalluzzito Berlusconi, o più involontario comico Pinocchio, il dotto in letteratura per poppanti che sa di tutto di Hamelin e nulla di Collodi?
Gianni Toffali – Verona
(LucidaMente, anno VIII, n. 85, gennaio 2013)