Intervento “controcorrente” del sindacato di polizia Coisp: non si può dare addosso a un altro Paese solo perché da noi è normale che gli ultras facciano danni
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, interviene in merito alla vicenda dei 22 tifosi laziali arrestati dopo gli incidenti del pre-partita tra Legia Varsavia e Lazio di giovedì scorso. Una vicenda che ha visto scendere in campo il ministro degli Esteri, Emma Bonino, e persino lo stesso premier, Enrico Letta, per seguire da vicino le sorti dei tifosi italiani e per sollecitare il loro rimpatrio. Anche i familiari dei supporter hanno avuto modo di essere ascoltati, raccomandandosi al Governo. Ospitiamo volentieri il suo intervento
Il fatto che in Italia la squallida violenza che puntualmente si registra per via di cose banali quanto può esserlo una partita di calcio venga considerata solo un problema delle Forze dell’Ordine, lasciate sole a subire le conseguenze di fatti per i quali invece l’intera comunità dovrebbe insorgere con la massima severità, non legittima a inveire istericamente contro un Paese dove, piuttosto, l’ordine e la sicurezza sono considerate una cosa seria da trattarsi con il polso fermo che essi richiedono.
Crediamo fermamente che le nostre Istituzioni debbano battersi e far sentire forte la propria voce all’estero sì, ma in ben altri casi, come può esserlo quello dei marò bloccati in India, o come certamente è il caso di un pluriassassino come Cesare Battisti, libero e felice in Brasile mentre l’Italia ha avuto un peso pari a zero nell’andamento della sua vicenda. Ma vedere i nostri vertici di Governo che si mobilitano per i tifosi arrestati in Polonia come se si trattasse di innocenti che rischiano un’ingiusta tortura per aver invece compiuto gesta eroiche ci lascia ben più che perplessi. La Polonia ha le sue leggi e le sue procedure, esse faranno il proprio corso e chi ha delle responsabilità ne risponderà adeguatamente. È tutto molto semplice e non si capisce perché allarmare l’intero Stato. Se proprio i nostri Numeri Uno al Governo hanno tempo da dedicare a vicende personali e a familiari di italiani che hanno bisogno di essere ascoltati, allora dovrebbero certamente sedersi a fare quattro chiacchiere con le vittime di violenze e abusi di ogni genere, con i loro cari, e con tutte le famiglie orfane di fedeli Servitori dello Stato morti, magari, proprio per colpa di una idiota partita di calcio. Facciano due chiacchiere con la famiglia di Filippo Raciti, piuttosto, e poi trovino il coraggio di ‘attivarsi’ in difesa di chi è sospettato di aver voluto praticare la violenza nella sua veste di tifoso.
Se per qualche motivo ci fosse ragione di temere la normativa o le procedure che si seguono a Varsavia per far rispettare la legge, allora il Governo dovrebbe dirlo apertamente. Altrimenti, insistiamo: sarebbe meglio occuparsi d’altro invece che dare a tutti, italiani e polacchi, l’idea concreta e reale che chi pratica la violenza, in patria o all’estero, viene assistito e coccolato, e che se si è italiani si può fare casino ad ogni partita di calcio. Proprio come, in effetti, è.
Le immagini: foto ansa (in apertura) e adnkronos.
Franco Maccari – segretario generale del Coisp, Sindacato indipendente di Polizia
(LucidaMente, anno VIII, n. 96, dicembre 2013)