La mostra “Nature extramorte antropomorfane”, allestita nelle stanze della casa-studio del pittore emiliano, è un vero e proprio dialogo tra la sua «sublime arte» e quella contemporanea dell’artista di Vergato… E l’elettromeopatia del conte Mattei
La casa-studio di Giorgio Morandi a Grizzana, in provincia di Bologna, ospita la prima sezione della mostra Nature extramorte antropomorfane, con direzione artistica di Eleonora Frattarolo. In ogni stanza il maestro di Vergato Luigi Ontani dialoga con la «sublime arte» di Morandi tramite opere di “magia ceramica”. L’esposizione prosegue poi nei prospicienti fienili del Campiaro con nuovi importanti lavori di Ontani. Tutto sarà visitabile fino a sabato 26 settembre.
Due spiriti diversi, eppure simili, gravitano in una zona dell’Appennino bolognese, dove tuttora vive la memoria dell’uno, mentre l’altro è presente periodicamente e soggiorna nel villino RomAmor a Vergato, suo luogo d’origine. Morandi, uomo schivo e solitario, aveva eletto per gran parte dell’anno il paesino di Grizzana come rifugio privilegiato ove inseguire ossessivamente una ricerca pittorica concentrata sui modesti utensili d’uso quotidiano: bottiglie, vasi e brocche, che rappresentava trasfigurati in oggetti fantasmatici. Il risultatosimboleggia una forma essenziale, ripetutamente definita fino ad arrivare, anche esteticamente, al suo nucleo concettuale. Per i suoi lavori ebbe vari riconoscimenti e nel 1948, a 58 anni, ricevette insieme a Georges Braque, il primo premio, alla Biennale di Venezia. Oggi le sue opere più note, in un’infinita varietà di combinazioni, sono raccolte nel museo Morandi di Bologna, temporaneamente trasferito al Mambo, in via don Minzoni 14, in attesa di ritornare nelle sale di Palazzo d’Accursio, con vista su piazza Maggiore.
Il maestro-artista Ontani lavora abitualmente a Roma, nello studio che fu un tempo di Antonio Canova, ed è lì che nascono le idee per le ceramiche, poi affidate alla bottega Gatti di Faenza per una magistrale lavorazione. Ne risulta un aspetto di sfumata trasparenza e levigatezza che si può ammirare nella mostra di Grizzana. Create appositamente per inserirsi in modo discreto, quasi mimetizzate, tra gli arredi e gli oggetti delle stanze dove ha vissuto il pittore bolognese con le sorelle Anna, Dina e Maria Teresa, le realizzazioni dell’artista di Vergato restituiscono tridimensionalità ai dipinti di Morandi. A volte sono riprodotti i soggetti singoli delle nature morte, talvolta viene invece ricreata l’immagine dell’opera intera.
Ontani ha scelto, tra tutto, ciò che si presta di più a essere rappresentato come amuleto e ha inoltre seguito il criterio di dissimulare le proprie creazioni negli ambienti che testimoniano abitudini e ricordi familiari (c’è, per esempio, un vaso decorato a righe azzurre sul comodino, tra i letti con sopracoperte simili). Quasi sempre Ontani porta il proprio corpo in scena, prima nei tableaux vivants, nei quali si è immedesimato di volta in volta in San Sebastiano, Dante o Pinocchio e, in seguito, dentro le sue opere, usando le più svariate tecniche e adottando «un linguaggio figurativo assolutamente personale, con cui genera una propria visione originale, eccentrica del mondo, in un “disinibito taglia e incolla” che anticipa e interpreta la frantumazione del globale, caratteristica della contemporaneità, di cui l’artista è un precursore, pur se alieno da appartenenze di qualsiasi tipo» (dalla monografia OntanElegia del 2004 a cura di Alessandra Galasso). Ontani entra in punta di piedi nella sobria casa di Morandi e guarda le cose non per la funzione che hanno ma per la loro spiritualità. Manifesta espressamente grande ammirazione per un maestro la cui arte considera «sublime», rendendogli quindi un omaggio che si potrebbe definire “d’amor-in-nato”, secondo lo stile che egli stesso adotta per dare un titolo alle proprie rappresentazioni (nonché anagramma dei nomi dei due artisti).
L’esposizione continua poi ai fienili del Campiaro, con sontuose opere come le mitiche erme e altre ceramiche create per l’occasione, in visione nel maggiore dei due edifici rurali. Nel più piccolo, invece, è installato il video continuo Il racconto di Ontani di Massimiliano Galliani, girato nel villino RomAmor, ex dépendance della Rocchetta Mattei, dove il pittore e scultore è solito trascorrere periodi con la sorella. Esso fu costruito, nella seconda metà del XIX secolo, su incarico del conte Cesare Mattei, insieme alla Rocchetta, destinata alla pratica dell’elettromeopatia, terapia ancora in uso in varie parti del mondo. Al nobile mecenate è dedicata una delle ceramiche in esposizione, che ha sul capo una cupola dorata come l’originale edificio, mentre la fisionomia del volto è… quella dell’artista!
La mostra Nature extramorte antropomorfane continua fino a sabato 26 settembre 2015 con i seguenti orari: dalle ore 15 alle 19 il giovedì e il venerdì, dalle ore 10 alle 13 il sabato.
Le immagini: opere in ceramica esposte in casa Morandi e ai fienili del Campiaro.
Silvana Tabarroni
(LucidaMente, anno X, n. 117, settembre 2015)