Dopo le aperture del papa ai non credenti espresse su “la Repubblica”, lettera aperta al pontefice di Paolo Bancale, direttore di “NonCredo”: sì, percorriamo insieme un tratto di strada comune
Cinque anni fa, già nel suo primo volume, NonCredo. La cultura della ragione, «volume bimestrale di cultura laica» fece del relativismo religioso il cardine della propria filosofia operativa editoriale e di pensiero, mentre contemporaneamente c’era, intra moenia, un Ratzinger che anatemizzava contro il relativismo definendolo come il peggiore dei mali. Leggere oggi, nella lettera di Francesco I a Eugenio Scalfari, che la verità non è assoluta, poiché necessita di relazioni, è un assunto che ben si coniuga con la nostra visione esistenziale a-dottrinale che pone quali grandi assoluti non relativizzabili sia la sofferenza, propria e dell’altro, il dukkha del Buddha, sia l’amore per l’altro, la caritas o agàpe di Gesù.
Altra grande svolta si ha quando Francesco riconosce la giustezza morale del noncredente che si comporti in accordo con la propria coscienza; in tal caso, egli dice, dio lo perdona. Giusta e bella l’affermazione, fuori posto il termine “perdona” che presuppone una compromissione con il “male”: forse sarebbe stato più appropriato dire, nel suo linguaggio, “dio lo accoglie”. E, poi, cosa dire della speranza e l’auspicio espressi da Francesco affinché credenti e noncredenti possano fare un tratto di percorso insieme? Ma certo, carissimo Vescovo di Roma, proprio questo è lo spirito della laicità che ci permea e di quanto ereditiamo dall’Illuminismo, questo è il lascito di umanità di Locke, Voltaire, Gandhi, Dalai Lama, Luther King che noi condividiamo. Si incammini pure, Francesco, e con questi presupposti noi noncredenti accettiamo il suo invito.
Lei ha scritto, e lo accogliamo con sollievo, che la Chiesa non deve convertire ma solo predicare il messaggio di Gesù. Ebbene, proprio in questa luce liberatoria, non pensa che, in un paese libero, non sia nello spirito di quanto lei auspica l’imposizione del crocifisso nei luoghi esclusivi dello Stato, che appartengono a tutti noi cittadini, credenti e noncredenti, così come protervamente avviene in Italia? Non è questo un pretendere di dare abusivamente a dio anche quello che compete soltanto a Cesare? Quel cammino in comune che lei auspica, secondo lei, è aiutato o impedito da questa provocazione e da questa rapina morale?
Paolo Bancale – direttore responsabile di NonCredo. La cultura della ragione, «volume bimestrale di cultura laica»
(LM EXTRA n. 30, 16 settembre 2013, supplemento a LucidaMente, anno VIII, n. 93, settembre 2013)
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Caro Direttore,
il popolo italiano, in quanto inserito nell’area della Controriforma, vale a dire, dell’antieuropeismo, fa parte di quelli che sono incapaci di darsi una religiosità propria, dovendo, così, importarla da uno Stato straniero, lo Stato Pontificio. Una delle conseguenze è che il popolo italiano, non Lei, è caratterizzato dall’analfabetismo teologico (absit iniuria verbis).
1) Lei non distingue tra le esternazioni di un Papa che sono ex Cathedra e quelle meramente opinative. Quanto da Lei riferito appartiene a questa seconda categoria. Il risultato è di indurre l’integralismo, la disponibilità a percorrere insieme il cammino della storia. Per altro, verso quale obiettivo? Lei non sa, o non vuole, rispondere.
2) La “verità non è assoluta”. Ma, il Pontefice è la Verità poiché è vicario di Dio sulla terra, è Dio in terra, in quanto tale, assistito dal dogma della infallibilità.
3) L’Italia non è un paese “libero”. In base all’art 7 della vigente Costituzione esso è, al contrario, uno Stato confessionale cattolico. L’esposizione del crocefisso, come la denominazione degli ospedali mediante figure religiose (persecutrici della scienza), ora anche degli aeroporti, stanno, appunto, a significare la signoria pontificia sulla società italiana. Non si è in presenza di una “imposizione”, di una “rapina” da parte di uno Stato straniero, ciò che, in effetti, sarebbe inammissibile.
Analfabetismo teologico e analfabetismo costituzionale sono il dritto e il rovescio di una medesima medaglia.
Chiedendole scusa per la crudezza della mia esposizione dettata dalla brevità dello spazio a disposizione, La saluto cordialmente.
Prof. Alberto Donati
Buongiorno professore, potrebbe gentilmente spiegare meglio questo concetto: “L’Italia non è un paese “libero”. In base all’art 7 della vigente Costituzione esso è, al contrario, uno Stato confessionale cattolico.”
Saprebbe dirmi se la Costituzione, tedesca, francese o di altri paese europei hanno un articolo 7, che “sancisce” la indipendenza e la sovranità dalle chiese?
grazie