Una splendida guida Edt Lonely Planet corredata da centinaia e centinaia di affascinanti immagini per viaggiare nello spazio fino ai suoi estremi confini oltre ogni sbrigliata fantasia
Assurdo universo (1949) è un famoso romanzo dell’altrettanto celebre scrittore statunitense Fredric Brown (1906-1972). Nel film Pitch Black (2000, regista David Twohy) ci s’immagina un pianeta sempre illuminato da tre stelle, quindi caldissimo e desertico, sul quale compie un atterraggio d’emergenza una navicella spaziale terrestre. Ma ciclicamente si verifica un allineamento tra gli astri che provoca una fase di buio durante la quale accadrà…
Nei deserti del quasi inabitabile pianeta Dune immaginato dallo scrittore Frank Herbert nel 1965 e riproposto visionariamente sullo schermo cinematografico nel 1984 da David Lynch, vivono i giganteschi Vermi delle sabbie il cui strano ciclo vitale produce la spezia melange, una droga dai poteri eccezionali. Ebbene, se tutto questo vi sembra solo fantascienza e credete che gli artisti citati abbiano forse esagerato con l’immaginazione rispetto alla probabile realtà, vi sbagliate di molto. Le ultime rivoluzionarie scoperte astronomiche, ottenute grazie alle sonde e ai telescopi spaziali, ci stanno presentando un cosmo che assume aspetti sempre più sorprendenti, inattesi, inimmaginabili. Delle sconvolgenti rivelazioni sul sistema solare e, in particolare, sui satelliti dei pianeti gassosi, abbiamo parlato in LucidaMente dello scorso agosto recensendo l’agile La vita segreta dei pianeti (Corbaccio) dell’astronomo inglese Paul Murdin. Ora ci inoltriamo sempre di più nello spazio profondo con Universo. Guida di viaggio (realizzata in collaborazione con Nasa Jet Propulsion Laboratory, Edt Lonely Planet, 2019, cartonato, illustrazioni, pp. 608, € 24,00). Come si sa, Lonely Planet è una celebre e splendida collana di guide turistiche per tutte le esigenze e modalità di viaggio, con itinerari, consigli, foto, curiosità locali, notizie utili di ogni tipo.
Stavolta gli ideatori hanno davvero dato il meglio di sé con l’elaborazione – che deve essere stata davvero faticosa – di un volume in apparenza strutturato come gli altri; la questione è che, invece che tra località turistiche, cattedrali, bellezze paesaggistiche, teatri, terme, strade e alberghi e specialità culinarie, si viaggia dal nostro piccolo sistema solare fino alle galassie più lontane, visibili con strumenti particolari. E i luoghi sono perlopiù tutt’altro che accoglienti: oltre a essere lontanissimi, sono inospitali, violenti, letali per la vita organica. Quasi ogni pagina di Universo consiste in una scheda (a volte arricchita da altre di approfondimento), contenente una sintesi delle caratteristiche dell’oggetto trattato (ad esempio, tipologia, distanza, magnitudine apparente, massa, raggio, composizione, temperatura, periodo di rotazione, ecc.), una sua splendida foto, una descrizione, citazioni degli astronomi, varie curiosità e come arrivarci (cioè il più delle volte mai, viste le distanze in anni luce). Il tutto in termini tanto divulgativi (ma non troppo) quanto pienamente scientifici.
La guida, dopo aver introdotto la visione dell’Universo per come attualmente lo conosciamo, tratta delle nuove metodologie di avvistamento che ci hanno permesso non solo attraverso l’osservazione diretta, ma anche mediante una serie di altri metodi scientifici, quali la misurazione del transito di una stella sulla propria stella e delle perturbazioni gravitazionali tra gli oggetti, di vedere, studiare e calcolare l’invisibile. Quindi si parte dal Sistema solare, dalle missioni spaziali, dal Sole, per trattare degli otto pianeti del nostro angolo di Galassia, compresi i loro satelliti più importanti, molti dei quali sorprendentemente adatti a forme di vita, gli asteroidi (tra cui l’inaspettato Chariklo, con due piccoli anelli), i pianeti nani (nei quali è stato declassato Plutone), la fascia di Kuiper, le comete, la nube di Oort. Ma non è che l’inizio. Ecco gli esopianeti, forse la materia più affascinante per il lettore. Solo da pochi anni abbiamo avuto la conferma che attorno alla maggioranza delle stelle della nostra Galassia si son creati sistemi planetari simili a quello solare, quindi con uno o più pianeti che ruotano intorno alla stella (o più stelle, nel caso di sistemi binari o ternari) principale.
La sorpresa più grande in quest’ambito è che la disposizione e la conformazione degli esopianeti è tutt’altro che affine a quella del sistema solare, che sembra rappresentare una rarità (analogo può essere quello di Trappist-1). Abbiamo moltissimi pianeti gassosi prossimi alla stella principale (con una rivoluzione attorno a essa compiuta in poche ore), non molti collocati nella fascia abitabile (quella nella quale può esistere l’acqua allo stato liquido), superterre (come Gliese 625b), pianeti rocciosi (Gliese 581c), gioviani (KELT-9b) e nettuniani caldi (Gliese 436b), esolune (Kepler-1625b), fittissime fasce di asteroidi (HD 69830), sistemi con un solo pianeta, o con nane rosse che consentono un tranquillo riscaldamento ai propri vicinissimi pianeti. Le possibili interazioni stella madre-pianeti superano ogni sfrenata fantasia: dai pianeti distorti in forma ovoidale dalla forza di gravità del proprio sole (WASP-12 b) al cannibalismo vero e proprio. E che dire dei tristissimi pianeti interstellari o orfani come PSO J318.5-22? Sfere che – chissà come – sono state espulse al proprio sistema planetario e ora vagano nel freddo e oscuro spazio interstellare.
Poi è il momento della classificazione e della trattazione delle stelle, per lo più all’interno della nostra Via Lattea: analoghe solari (come 51 Pegasi), blu (Fomalhaut), subgiganti gialle (HD 149026), subnane (Kapteyn), nane rosse (Gliese 581), nane gialle (55 Cancri), nane arancione (Epsilon Eridani), nane brune (considerate anche come stelle mancate), giganti arancione (Polluce), binarie (Matusalemme), multiple (Algol), fino alla loro possibile evoluzione finale: l’esplosione in supernove. Ma i miliardi di astri della nostra Galassia sono ben poca cosa rispetto ai miliardi di galassie contenti a loro volta altri miliardi di miliardi di stelle. Ecco che Universo scheda alcune delle galassie più famose: dalle relativamente vicine come quella di Andromeda, con la quale la nostra si fonderà tra circa 4,5 miliardi di anni (molte pagine del libro sono dedicate alle collisioni in corso di galassie, come le Antenne o l’Oggetto di Mayall), ma, dato l’enorme spazio che continuerà a esserci tra le loro stelle, se ancora ci sarà qualche vivente, non si accorgerà di nulla; a quelle che ci parlano delle prime fasi dell’Universo, ovvero del Big Bang.
Galassie che possono essere a spirale (Girandola), a spirale barrata (Condor), a spirale flocculare (Girasole), lenticolari (Centaurus A), ellittiche (del Sagittario), ad anello (Ruota di Carro), di Seyfert (Markarian 231), irregolari (Nubi di Magellano)… Ma esse a loro volta costituiscono degli enormi sistemi raggruppati: gli ammassi di galassie. All’interno di questo inimmaginabile scenario si riscontrano i misteri più grandi: i buchi neri (perché al centro di ogni galassia ve n’è uno supermassiccio come quello della galassia M87, il primo fotografato?), le pulsar, i quasar, le magnetar, altri incredibili mostri del cosmo, ed enigmi quali la materia e l’energia oscure. Chi ci legge sa che nelle nostre recensioni non utilizziamo elogi sperticati. Nel caso di Universo, invece, ci sentiamo in diritto di parlare di una pubblicazione sontuosa, coloratissima, ricchissima di notizie e citazioni, imperdibile, dal prezzo bassissimo rispetto alla qualità del materiale usato, delle immagini e dei contenuti, e che vi permetterà di viaggiare da casa compiendo distanze mai effettuate da altri e giungendo in luoghi affascinanti, anche se spesso terribili.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XV, n. 178, ottobre 2020)