Insomma, il voto è stato la meta attraverso il cui raggiungimento si è avviato un tragitto di ulteriore emancipazione femminile.
L’importanza di sapere
In un confronto tra passato e presente, Sicari Ruffo riunisce in un solo testo le singole visioni e i singoli passi che hanno portato le donne ad avere una propria tessera elettorale, dettaglio che troppo spesso i giovani dimenticano. Già, perché l’autrice intende rivolgersi soprattutto alle nuove generazioni: «Questa ricostruzione non è fine a se stessa: si vuole rinnovare la memoria di queste battaglie e anche collegare il passato con il presente. Pensare agli effetti di queste conquiste».
Come spiega l’autrice, l’esigenza di indagare il movimento di emancipazione femminile risalendo alle sue origini «deriva dalla necessità d’intendere la sua evoluzione fino al nostro tempo, per verificare se è stato semplicemente la risposta a tanti secoli di discriminazione e d’emarginazione o non piuttosto il progetto futuro d’una società più giusta perché egualitaria, essenzialmente rinnovata ed aperta ad esperienze culturali mature».
Un altro particolare degno di nota è che quest’opera riporta alla memoria figure storiche importanti ma purtroppo chiamate in causa sempre meno frequentemente come, per esempio, Maria Montessori. Il percorso che si intraprende pagina dopo pagina, quindi, non è solo storico-politico, ma anche sociale: innanzi tutto la situazione italiana viene confrontata con quella degli Stati Uniti e degli altri paesi europei e successivamente si esamina anche il grande contributo delle donne al mondo intellettuale.
Le donne e la cultura
Una delle grandi conquiste femminili che l’autrice menziona è stata quella di ritagliarsi uno spazio all’interno dell’editoria nazionale: ad un certo punto non erano più solo gli uomini a scrivere sulle donne, ma le donne a scrivere per le donne e, successivamente, a scrivere del mondo intero.
Sicari Ruffo ci parla di grandi giornaliste e grandi personalità al femminile che, ognuna con la sua arte e il suo impegno sociale e politico, hanno contribuito a raggiungere i diritti che oggi le donne italiane possono rivendicare: Sibilla Aleramo, Ada Negri, Anna Maria Mozzoni.
L’autrice ci racconta di un universo parallelo a quello maschile, ben conosciuto, ci parla di scrittrici e attiviste che, come formichine, si muovevano per dar vita a un progetto e i cui nomi non sono passati ai posteri al pari di quelli dei loro colleghi.
Un percorso incompiuto?
Il saggio di Sicari Ruffo è sicuramente una ricostruzione storica atta a proporre in maniera organica quanto emerso nel tempo ma, contemporaneamente, costituisce anche la base da cui partire per confrontarsi con la situazione attuale. Giunti quasi al termine della lettura, una domanda sorge spontanea: questo percorso si è concluso con la conquista del voto o è andato avanti? Secondo l’autrice non è terminato: «Il voto non è stata la conclusione, ma il punto di partenza». Oggi, a suo parere, bisognerebbe imperniare la società sul confronto culturale e sul dialogo, i quali non conoscono mete, ma solo crescita interiore e progresso continuo.
In effetti, fu proprio a causa delle grandi guerre – durante le quali, certamente, il dialogo e gli slanci civili, per forza di cose, vengono meno – che la lotta per l’emancipazione si attenuò e venne relegata ai margini da una controparte che, come fa notare l’autrice, non “ascoltava”: «Se guardiamo alla lotta dell’emancipazione femminile, essa ha espresso, dopo la critica al passato, “un sistema di aspettative” per l’integrazione sociale e la partecipazione alla vita politica, che sono andate deluse per difetto di corrispondenza generale. Forse sarebbe stato necessario dimostrare che i benefici del cambiamento sarebbero giovati a tutti e non solo ad una parte, ma il tempo necessario a tale dimostrazione, come tutti sanno, drasticamente fu accorciato dallo scoppio dei conflitti mondiali».
Il testimone da passare alle prossime generazioni
Siamo quindi ben lontani da una conquista riconosciuta universalmente e trasversalmente; il testimone è passato ora nelle mani delle nuove generazioni che, per continuare a battersi, devono necessariamente conoscere il passato.
Ora che la figura femminile è riuscita a emergere fisicamente all’interno di ogni ambito, è tempo di emergere intellettualmente, dimostrando che può fare molto di più: «Le donne – afferma Sicari Ruffo – possono essere protagoniste d’un effettivo e valido cambiamento, diffondendo la cultura dell’integrazione e dell’impegno, facendosi anche interpreti d’una politica dell’agire che unisca esperienza, creatività, onestà intellettuale ed impegno. In sintesi la costruzione del sé va preferita alla presunta conquista del mondo. E la costruzione di sé sta nel riconoscimento dell’altro come creazione della propria libertà».
L’immagine: la copertina del libro di Gaetanina Sicari Ruffo.
Jessica Ingrami
(Lucidamente, anno V, n. 54, giugno 2010)