Alcuni chiarimenti su un’attività ludica e sportiva, ma mai brutale: regole, strategie, obiettivi…
Softair: un’attività non violenta
Si moltiplicano in tutta Italia, da Nord a Sud, gli eventi e le iniziative volti a favorire e a diffondere la conoscenza del softair, anche e soprattutto tra chi ancora non lo conosce, non lo ha mai praticato e magari se ne tiene lontano, vedendolo come una pura e semplice attività violenta. In realtà, il softair non ha nulla di violento, tengono a sottolineare gli operatori a tutte le latitudini del nostro Paese. Si tratta, invece, di una disciplina che unisce dentro di sé diverse anime: la prima è quella fisica e atletica, la seconda quella strategica e la terza quella del divertimento fine a se stesso.
Fisico e strategia
La prima dimensione è autoevidente: come riuscire, altrimenti, a compiere le missioni che i regolamenti di ogni singola gara impongono? Che si tratti di un obiettivo da raggiungere a breve raggio e nel giro di 30 minuti o di una Mil Sim di 24 o 48 ore, il fisico deve essere allenato, preparato a stare all’aria aperta nonostante le condizioni climatiche avverse, ad affrontare salite e discese, colline o promontori, a superare passaggi tecnicamente difficili, a portare con sé l’attrezzatura, che pesa sempre diversi chilogrammi: fucili e pistole per il softair, zaino tattico con tutte le risorse necessarie, caricatori supplementari e munizioni… il tutto vestendo una mimetica e indossando degli anfibi, una calzatura che solitamente non si porta dal lunedì al venerdì, per andare al lavoro!
Anche la seconda dimensione, quella strategica, ha la sua rilevanza sempre, qualsiasi sia la tipologia di gara che si sta affrontando.
Non potrebbe essere altrimenti, dato che lo scopo del gioco è quello di raggiungere un obiettivo, prima degli avversari o prima che gli avversari riescano ad eliminare tutti i componenti della squadra. Ecco dunque che servono spirito di equipe, visione d’insieme del gioco, del target e dell’area o del settore in cui ci si trova ad agire, capacità di problem solving, di adattabilità e flessibilità, spirito di sacrificio. È un gioco sì, ma va fatto bene e fino in fondo.
Divertimento puro
E il divertimento e lo stare assieme sono, infine, il motivo principale, se non l’unico, per cui ci si presti al gioco del softair. Certo, c’è la passione per le armi (le loro riproduzioni ad aria compressa o a CO2, in particolare) e per la strategia militare. Ma la simulazione militare e la strategia sono due concetti che non hanno senso se non all’interno di un’azione di gruppo.
Quindi, anche in questo caso, chi indossa mimetica e anfibi, si mette sulle spalle un pesante zaino e imbraccia una carabina e mette nella fondina una pistola da softair, lo fa per il piacere di stare con gli amici, di incontrare altre persone con la stessa passione e di praticare un’attività fisica e sportiva all’aria aperta.
Avvicinare chi non conosce il softair
Molti dei praticanti e degli operatori del settore (capi gruppo, organi di associazioni e federazioni, istruttori), però, lamentano da parte del grande pubblico un atteggiamento ostile nei propri confronti. Siamo visti – sostengono i softgunner – come degli invasati, dei guerrafondai e chi più ne ha, più ne metta.
Per convincere tutti questi detrattori dell’air soft gun, pacifisti a spada tratta, a rivedere la loro posizione, molte associazioni organizzano periodicamente degli eventi, magari in concomitanza con altre circostanze che già richiamino un certo numero di persone (feste di paese, fiere cittadine…).
Nella maggior parte dei casi, sono allestite delle aree di tiro, per avvicinare i più giovani, ma non solo, alla disciplina: in queste zone off limits è possibile imparare come tenere in mano un’arma (fucile o pistola che sia; CO2, green gas, aria compressa o elettrica), capire quale sia il suo meccanismo di funzionamento, come la si imbracci e come si prenda la mira. Gli operatori presenti – di solito degli appassionati con anni di esperienza – insegneranno a sparare verso un obiettivo e daranno l’opportunità a tutti di testare l’arma in questione.
Sono molte le associazioni dilettantistiche in Italia che ogni anno organizzano eventi come questi. Con la speranza che i fan del softair aumentino e che diminuiscano i contrari.
alessia ruggieri
(LucidaMente, anno XIII, n. 155, novembre 2018)