Le nuove modalità di compravendita e di nuovi soggetti, anche sul web: servono misure specifiche?
Un settore che è da sempre rappresentativo nell’economia italiana. L’industria automobilistica nostrana ha origini molto lontane nel tempo, ed è stato un comparto in grado di reinventarsi andando a essere, nei momenti di maggior crisi del paese, un vero e proprio traino a livello economico.
Basti pensare a marchi prestigiosi come la Fiat, la Ferrari, la Lamborghini e a quanto, con numeri diversi, sono riusciti a fare di buono per occupazione ed economia qui in Italia. In sintesi, si sta parlando di uno dei pilastri del nostro paese e che adesso, da qualche anno, vive una contingenza negativa. Il mondo dell’auto è in declino da un po’, da quel 2008 tristemente noto per essere il punto di partenza della crisi globale, una delle più forti della storia, che ancora oggi ci attanaglia. Nel corso di questi anni si è tentato spesso di porre un argine andando a mettere in campo strumenti più o meno efficaci; i vari governi hanno provato a stimolare il settore per sollevarlo dalla crisi strutturale nella quale giace tramite politiche di incentivi, campagne di rottamazione ecc.
Tali provvedimenti sono stati sicuramente utili a far rialzare parzialmente il mercato; ma non hanno risolto le problematiche dalla base. È precisamente dal 2011 che il mercato dell’auto in Italia ha iniziato a precipitare e nel 2013 ha toccato il fondo creando anche una contraddizione evidente. Se, infatti, la domanda di vetture di nuova immatricolazione è andata a scemare, di contro l’auto resta, per gli italiani, un qualcosa di irrinunciabile; uno status symbol che va anche oltre il suo valore d’utilizzo (vedi Mezzi di trasporto: quali sono quelli più utilizzati dagli italiani?). E, allora, ecco che sono andate a perfezionarsi metodologie diverse di fruizione e approcci alternativi sul mercato.
Partendo da un dato banale, la crisi delle nuove immatricolazioni ha fatto aumentare la compravendita di auto usate. Fin qui nulla di nuovo, anche perché questa politica commerciale veniva praticata dagli utenti anche prima dell’avvento della crisi. Negli ultimi anni il mercato dell’usato è andato a perfezionarsi arricchendosi di un nuovo strumento; che poi è quello che è stato utile anche ad altri comparti per uscire dalla crisi. Il web (vedi Il mercato dell’auto riparte anche grazie al web). Oggi il centro del mercato delle compravendite di vetture è la Rete; sia per quelle nuove, con una serie di siti dove l’utente può configurarsi in autonomia la propria vettura per poi andare dal concessionario con l’ordine già bello e pronto; sia per quelle usate, con portali per compravendita tra utenti privati.
A questa deriva si è ultimamente aggiunta anche la presenza di nuovi soggetti, aziende di acquisto auto in contanti che stanno letteralmente spopolando sulla Rete e che vanno a proporre un servizio simile a quello, ad esempio, caratteristico dei compro oro: l’utente ottiene il web una valutazione della propria auto; quindi la porta in sede e la lascia in cambio di un pagamento immediato. Uno strumento nuovo e da alcuni criticato, ma che è chiaro esempio di come il mercato dell’auto stia mutando. In sostanza, per uscire dalla crisi sono indispensabili provvedimenti strutturali da parte di chi governa; e al contempo può essere utile tutto ciò che parte dal basso. Da intendersi qui come quel mondo smisurato e potenzialmente in grado di produrre qualsiasi cosa che risponde al nome di internet.
(g.b.)
(LucidaMente, anno XI, n. 131, novembre 2016)