Il libro “Verso la Society 5.0” (Editoriale Delfino) di Dora Anna Rocca e Paolo Marraffa traccia un ampio scenario dei prossimi sviluppi globali
Dora Anna Rocca è storica redattrice delle sezioni di LucidaMente dedicate a Scienza e Ambiente, mentre Paolo Marraffa collabora da qualche tempo con la rivista su altre tematiche. Ma non è per questo che segnaliamo la loro recente pubblicazione Verso la Society 5.0. Agenda 2030 e sostenibilità (Editoriale Delfino, Milano 2020, pp. 160, € 22,00). Piuttosto, lo facciamo perché la riteniamo utilissima per capire i possibili scenari futuri di scienza, economia, società, ambiente.
Del libro pubblichiamo di seguito ampi stralci della Prefazione di Agime Gerbeti, docente di sostenibilità ambientale alla Lumsa di Roma, della Conclusione di Michela Mayer, responsabile per l’Educazione ambientale e alla sostenibilità alla Iass (Italian Association for Sustainability Science) e associato di ricerca all’Istituto per le Ricerche e le Politiche sociali del Cnr, e della Postfazione di Giovanni Tridente, docente di Giornalismo d’opinione presso la Facoltà di Comunicazione istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce.
La società dell’informazione non è ancora la società della conoscenza. Esiste una divisione netta tra i due concetti, uno spazio doloroso, faticoso, pulsante e costante tra l’informazione e la sua metabolizzazione, il suo assorbimento, il suo integrarsi organicamente nel corpo conoscitivo sino a modificare il comportamento del portatore di informazione, che non sarà mai più portatore sano, ma diventerà conoscitore.
L’informazione si acquista, si coglie, si ricatta, la conoscenza ci permea, ci modifica. L’informazione è un’influenza batterica che ci accompagna per qualche settimana e che debelleremo persino dal ricordo, la conoscenza è come quei batteri che nell’intestino ci accompagnano nei millenni dell’evoluzione consentendoci di digerire materia che altrimenti ci risulterebbe incommestibile. […] Il mondo ha una serie di conti aperti e si trova ad avere la necessità di cambiamenti epocali, come chiaramente evidenziato dagli autori di questo encomiabile saggio; l’economia è ormai senza più contrapposizioni ideologiche ma solo commerciali, la comunicazione è globalizzata ma profilata per il pubblico locale e, infine, lo scatto verso la sostenibilità è una rivoluzione energetica ed industriale che avrà successo solo se diverrà un impegno senza precedenti in termini di condivisione […].
La società 5.0 strutturata intorno all’uomo passa attraverso la conoscenza per giungere a una sostenibilità sociale, culturale, economica e ambientale, una società antropocentrica, basata sulla circolarità industriale, sulla condivisione e sullo scambio, una società più trasparente, egualitaria, onesta. Per questo sono importanti libri come quello che il lettore si appresta ad affrontare, per creare un ponte, con un intento e uno stile divulgativo, tra l’informazione e la conoscenza. L’augurio agli autori è che il libro sia acquistato, letto e sofferto, perché l’alternativa sarebbe naturalmente che la complessità del libro venga considerata una perdita di tempo e l’efficacia informativa possa essere raggiunta ugualmente ricercandone estratti su Google per trarne le informazioni essenziali. (Agime Gerbeti)
Mi occupo da anni di educazione, e di educazione alla sostenibilità, e ho letto questo libro nell’ottica, proposta dagli autori, di un contributo alla costruzione della società del domani. Immaginare il futuro, e le strade che possono condurci alla sua realizzazione, è un’operazione spontanea che impegna ogni essere umano quando pensa a costruire la propria vita e comincia a prepararsi per le sfide che vuole affrontare, per gli obiettivi che vuole raggiungere. E, visto che siamo esseri sociali e che la nostra vita dipende fortemente dalla società in cui viviamo, imparare a immaginare e costruire il futuro dovrebbe essere il compito principale della scuola. […] Basta riflettere sugli avvenimenti degli ultimi 20 anni: i cambiamenti climatici, la tecnologia informatica e delle comunicazioni, per non parlare delle crisi finanziarie e delle epidemie come quella attuale di Coronavirus, hanno cambiato il nostro modo di vivere e il Pianeta rispetto a 30/40 anni fa, mostrando come in realtà il futuro, il nostro futuro come umanità, sia in continua trasformazione, in gran parte casuale e imprevedibile.
Quello che manca, allora, nella scuola e nella società è una preparazione adeguata ad affrontare l’incertezza e il rischio. In questa ricerca di futuro, e accettazione dell’incertezza, alcune certezze ci possono accompagnare […]. L’Agenda 2030 è il documento delle Nazioni Unite che ci ricorda i limiti del Pianeta, quelli che stiamo superando: i cambiamenti climatici, l’inquinamento di mari e fiumi, lo sfruttamento delle riserve non solo fossili ma minerarie (pensiamo ai metalli rari presenti nei nostri cellulari e non recuperati), la diminuzione della diversità animale e vegetale.
Ci ricorda anche le azioni che dobbiamo intraprendere per prepararci al futuro: la pace e l’eliminazione di fame e povertà in primo luogo, l’uguaglianza dei diritti – per tutti ma in particolare per le donne –, salute e istruzione di qualità, non solo per chi se lo può permettere (in Italia abbiamo uno dei tassi di abbandono della scuola obbligatoria più alti d’Europa, e sta aumentando!), e poi diritto all’acqua potabile e all’energia, nel rispetto del Pianeta e degli ecosistemi, e infine la collaborazione: il partenariato mondiale e locale per una società sostenibile. Solo lavorando assieme, superando le differenze, un futuro sostenibile diventa possibile. […] Il Pianeta, che ha superato, nei miliardi di anni della sua vita, catastrofi ben più importanti, continuerà la sua evoluzione, ma è la specie umana che è al momento a rischio, che ha bisogno per sopravvivere di scelte consapevoli, basate non solo sulle conoscenze attualmente a disposizione ma anche su valori e visioni del mondo ancora da costruire. Educare al futuro dovrebbe, e potrebbe essere, lo slogan del nuovo insegnamento di Educazione civica, presentato nel libro, e che da quest’anno diviene obbligatorio. Un insegnamento che fa dei valori della Costituzione italiana, e di quelli espressi dall’Agenda 2030, le linee guida per esplorare il mondo del futuro, sociale, economico e tecnologico.
Un insegnamento che permette agli insegnanti, e alle discipline, di interagire tra loro – così come accade nel mondo reale – e di costruire conoscenze non solo interdisciplinari ma trans-disciplinari: che affondano nella conoscenza comune, che elaborano le informazioni provenienti dai media per dare e trovare un senso a quello che si sta facendo, che non hanno timore di dichiarare di “non sapere…”, di aver bisogno di altri studi ed altri approfondimenti. Come propongono gli autori in maniera esemplare illustrando con competenza, e al di là degli allarmismi o delle fake news, il dibattito in corso sul 5G. Per una proposta educativa che non si limita alla trasmissione d’informazioni ma punta alla ‘trasformazione’ dei modi di pensare dei propri alunni, per avviare il cambiamento necessario. (Michela Mayer)
«Tutto nel mondo è intimamente connesso». Questa frase è contenuta al n. 16 dell’Enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune Laudato si’, e mi è venuta in mente quasi come una sintesi quando ho terminato la lettura del bel testo scritto da Paolo Marraffa e Dora Anna Rocca incentrato sul cammino Verso la Society 5.0. Ed è singolare che questo volume venga pubblicato proprio a cinque anni dall’Enciclica suddetta, che fa della sostenibilità un tema centrale e una preoccupazione viva della Chiesa del nostro tempo. «La continua accelerazione dei cambiamenti dell’umanità e del pianeta», insieme «all’intensificazione dei ritmi di vita e di lavoro», scriveva, infatti, il Papa già cinque anni fa, ci richiamano alla necessità di orientare tutti i nostri sforzi «al bene comune e a uno sviluppo umano, sostenibile e integrale».
Non bisogna dunque temere il cambiamento, ma questo deve favorire un accrescimento della qualità della vita delle persone, e non un suo deterioramento. […] Tornando all’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, pur non citandola mai espressamente, il testo di Marraffa e Rocca ne acquisisce totalmente le preoccupazioni, proiettandole nell’ambito specifico di cui si occupano, ben sapendo che la vera rivoluzione sostenibile non potrà mai avvenire se non (ri)mettendo al centro di tutto il processo l’uomo. (Giovanni Tridente)
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Carmela Carnevale
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 183, marzo 2021)