Solo una persona sadico-psicotica o del tutto priva di buon senso potrebbe rispondere a un annuncio tanto crudo quanto spietato nei confronti della dignità umana. Eppure, nel web, che in questi casi si tramuta presto in vita reale, è consuetudine leggere brutture simili, che spesso arrivano direttamente nelle caselle di posta elettronica
Navigando in rete, si sa, è possibile imbattersi in qualunque cosa, compresi mondi paralleli – ma fin troppo reali – entro i quali si commerciano, semplicemente e senza scrupoli, vite umane. In questo numero di LucidaMente dedicato alle brutture del web abbiamo deciso di rendere pubblico un fatto tanto triste quanto avvilente, eppure consueto, inerente il commercio delle schiave asiatiche del sesso.
Ci è stata fatta pervenire in redazione la seguente e-mail, contrassegnata dall’oggetto Asian BDSM sub and slave girls available for sale or rent e che vi proponiamo tale e quale (ma senza l’indirizzo del mittente, per ovvi motivi, tra i quali il non voler favorire un immondo traffico):
«Hello, We are a slave sales agency, we have sold various slaves to high end clients all over the world and they are always satisfied with our slaves and services and keep recommending us to others. Anyway, i just thought i should use this medium to tell you that we currently have 12 slaves in our custody for bidding and sales. We deal in strictly asian slaves, and our stock comprises of Malaysians, Phillipinos, Indonesians and Japanese.. Kindly stay in touch if you might need our services in anyway. Please we deal with only female slaves, no transgender type or she-males….strictly 100% natural asian women within the ages of 18-37years old only [sic, ndr]».
Non serve neanche avere troppa dimestichezza con l’inglese per comprendere il significato, o almeno i concetti-chiave, del messaggio: un’agenzia che commercia in tutto il mondo schiave asiatiche, provenienti in «stock» principalmente da Malesia, Filippine, Indonesia e Giappone, è in grado di piazzare 12 giovani tra i 18 e i 37 anni, sperando in un riscontro positivo e confidando in un “passaparola” tra clienti.
L’Asia conta miliardi di abitanti ed è il centro nevralgico di reclutamento, transito e destinazione del traffico internazionale di esseri umani. Donne e bambine, provenienti da Stati e regioni tribali, diventano schiave domestiche e sessuali presso metropoli e mete turistiche, sia locali che straniere. Ed è qui che la tratta assume contorni più redditizi: il 20% delle circa 6.000 ragazze che, in media, ogni anno sono destinate alle grandi città dell’India, come Bombay e New Delhi, ha meno di 16 anni e, su più di 2 milioni di vittime minorenni, almeno un quarto proviene da Nepal e Bangladesh. Ingannate da promesse lavorative, decine di migliaia di giovani birmane, cinesi, cambogiane, vietnamite, dell’Europa dell’Est e dell’America Latina vengono inserite nell’industria del sesso thailandese. Ma è il Giappone a detenere il record negativo del mercato delle orientali: sono infatti più di 150.000 le straniere, tra filippine e thailandesi, impiegate nel settore della prostituzione nipponica. E se molti Paesi asiatici si arricchiscono in questo modo, le loro donne sono “offerte” nel traffico verso l’estero: molte di esse vengono, infatti, deportate entro i confini continentali, ma anche in Australia, Medio Oriente, Europa e Sud America.
La rete, dunque, diventa uno spazio senza limiti né barriere, dove si può reclutare e comprare di tutto, anche le persone, provenienti da ogni luogo. Esseri umani, come chi vi scrive e chi ci legge. Tutto, grazie al web, è diventato possibile. Nel nostro piccolo – e per amore di informazione e di verità – vogliamo denunciare quello che accade ormai sempre più frequentemente, affinché non diventi consuetudine. Non ci si deve abituare a questo genere di crimini, ma si può provare a usare “bene” la rete, informando e denunciando orrori di tale e palese entità. Il resto spetta all’Interpol…
Maria Daniela Zavaroni
(LucidaMente, anno IX, n. 102, giugno 2014)
Il presente numero di LucidaMente è proprio dedicato agli aspetti oscuri del web, con altri tre articoli: Deep web, la privacy e i cugini cattivi di Anonymous; Animaletti vivi schiacciati sotto tacchi a spillo; Internet: una trappola disumanizzante?
Del resto, già in passato la nostra rivista ha ospitato molti articoli sugli universi “occulti” di Internet (Silk Road, web invisibile e mercato nero; Viaggio di un hacker tra i pericoli di Internet; Opportunità e rischi del “cyberspazio”). Così come abbiamo affrontato vari lati problematici della Rete, quali: il rischio di cadere in uno sterile, se non dannoso, narcisismo (“Selfie”: moda o mania? Malattia!); le ricadute negative sulla cultura (Analfabetismo high tech); l’uso improprio a scopi personali (Giustizia, vendetta e social network); l’isolamento psicologico (La chat infuoca la rete e congela i rapporti umani); il pericolo di “brutti incontri” (Minaccia cyberbullismo); l’eros esposto o venduto (…Fino alla “cybersexual addiction”; Il “sexting” contagia anche gli italiani. Minorenni compresi; Come e perché si diventa una cam girl).