I consigli dell’Associazione italiana chiropratici per un look alla moda ma con attenzione al benessere della colonna vertebrale
Borse a tracolla, scarpe con i tacchi o abbigliamento troppo stretto: sono alcuni degli errori in cui si può incorrere quando ci si veste, con conseguenze potenzialmente dannose per tutto il corpo. Camilla Bianco e Sofia H. Khanchandani, membri dell’Associazione italiana chiropratici (Aic), ci offrono i propri consigli per avere uno stile di vita sano per schiena e corpo, incoraggiando l’individuo alla prevenzione e al benessere, senza per questo rinunciare all’estetica.
Borse: sì alla tracolla o meglio evitarla per problemi alla spalla?
«Le borse, come la tracolla, soprattutto se portate ripetutamente sullo stesso lato, possono creare problemi non solo alla spalla, ma a tutte le strutture dorsali fino a condizionare la camminata. Portare una borsa su un lato produce deviazioni posturali e compensazioni, che possono causare stress asimmetrici e sforzi sulla colonna, portando a dolori fisici», spiega la Bianco. «Le conseguenze di questa abitudine si riscontrano anche a livello neurologico, in quanto limitano il coordinato alternarsi di braccia e gambe durante la camminata. Meglio quindi passare da una borsa a mano a uno zaino – continua Bianco – in modo da distribuire il carico sul nostro corpo in maniera più simmetrica ed equa, intaccando meno il nostro naturale assetto posturale e la nostra camminata».
Scarpe: che tipo di tacchi vanno evitati per non avere dolori posturali?
«I tacchi, come le zeppe e le piattaforme, limitano determinati movimenti, spesso costringendo il piede a una maggiore flessione plantare, che a sua volta aumenta la flessione del ginocchio», spiega la Khanchandani. Di conseguenza il bacino è portato in rotazione anteriore e la colonna vertebrale in iperlordosi. Pertanto, indossare una scarpa alta frequentemente o per molte ore consecutive può portare a una serie di disfunzioni posturali con sintomi come il mal di schiena. Il genere di scarpa indossata determina la qualità e la quantità di informazioni recepite dalla suola plantare, che verranno trasferite alla zona del cervello responsabile per l’equilibrio e il controllo motorio. Per limitare le conseguenze sul nostro sistema neuro-muscolo-scheletrico, bisogna quindi cercare una scarpa con una suola flessibile e abbastanza ampia da poter accomodare tutta la pianta del piede, e una struttura che abbracci il piede nella sua interezza, includendo il tallone».
Quali possono essere le strategie di benessere posturale per chi deve lavorare in ufficio con un vestito “scomodo”?
«Quando si pensa all’abbigliamento da lavoro, ci si trova spesso di fronte a dover scegliere tra l’estetica e la nostra salute, optando molte volte a discapito del nostro benessere. Durante lo shopping è importante trovare il giusto equilibrio tra ciò che è confortevole sul proprio corpo, e ciò che è necessario e richiesto per il lavoro. «In ufficio è importante prestare attenzione alla propria postazione di lavoro» sottolinea la Bianco. «Lo schermo del computer è in linea con gli occhi? L’altezza del tavolo ci consente di tenere i gomiti appoggiati formando un angolo di 90°? La sedia, invece, supporta la schiena? Quando si è seduti, le ginocchia creano un angolo di 90° con i piedi poggiati a terra? Com’è la postura quando si lavora? Si guarda spesso in basso o si gira la testa sovente da un lato? Le spalle sono ricurve e in tensione? Le gambe sono incrociate, oppure no?».
Infine, quali errori nell’abbigliamento invernale possono risultare dannosi per il corpo?
«L’abbigliamento può influire sulla nostra salute fisica, ad esempio limitando alcuni movimenti e apportando compressioni eccessive in determinate zone del corpo, come capo, vita e gambe. Nel caso dell’abbigliamento è fondamentale comprendere se la causa del sintomo accusato sia da ricercare nel vestiario o altrove. In linea generale – conclude la Khanchandani – si consiglia di indossare capi in cui si è comodi e che ci consentano di muoverci liberamente».
Isabella Parutto
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 190, ottobre 2021)