Il vile attentato di Genova sembra innescare vecchi meccanismi del potere italiano, ben noti. Ma pochi li “vedono”
Le prime pagine dei giornali sono da giorni riempite dalle annotazioni sull’attentato compiuto a Genova al dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi. Pare per mano degli anarchici o, secondo un termine più moderno, anarco-insurrezionalisti.
Ecco, si ricomincia, ci risiamo, siamo alle solite! Sfruttando l’ignoranza, la corta memoria e l’indifferenza degli italiani, il potere mette in scena il solito, vecchio, espediente – puzzolente di muffa – della “strategia della tensione”. E gli italiani tornano a “terrorizzarsi”. Il potere torna a intimare: “Vedete chi sono i veri nemici della democrazia? Non le banche, non i governanti, non certo la finanza; i veri nemici sono i terroristi; dovete unirvi a noi per combatterli; amateci e venerateci e sarete ripagati dall’ordine e dalla sicurezza; vi chiediamo anche una piccola cosa: dateci mandato per fare leggi speciali contro gli assassini e i loro fiancheggiatori; vi assicuriamo che non dovrete più avere paura di niente, vi garantiamo una giustizia infinita”. Tutto qui il messaggio. Molto semplice, comprensibile da tutti.
Soprattutto comprensibile dagli ignoranti che non conoscono la storia, dai giovani rincoglioniti dalla tv spazzatura, nonché dai poveri di spirito, indifferenti e furbetti di ogni tipo di quartierino. Il potere, ogni volta che vede crollare le proprie fondamenta marce e incancrenite, ricorre a tali espedienti per rafforzarsi, per riprendere vita, per continuare a garantirsi privilegi, impunità e arbitrio. E la gente, ogni volta che avrebbe l’occasione di emanciparsi e dare una scossa al sistema del quale è succube, è felice di concedere quei privilegi in cambio dei rassicuranti resti del banchetto, delle briciole e delle ossa che rimangono sulla tovaglia.
L’immagine: elaborazione fotografica di Giovanni Guadagnoli, dalla serie surreale (www.giovanniguadagnoli.it).
Lucilio Santoni
(LM EXTRA n. 28, 15 maggio 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 77, maggio 2012)
Fa piacere ogni tanto leggere qualcosa che ha il coraggio di dire pane al pane e vino al vino!!
…..”E la gente, ogni volta che avrebbe l’occasione di emanciparsi e dare una scossa al sistema del quale è succube”
Dove è la gente? Dove è il popolo? E soprattutto dove sono i giovani?
Cosa si vuole sperare “dai giovani rincoglioniti dalla tv spazzatura”?
Un saluto con tanta tristezza.