La Camera ha bocciato l’emendamento al Disegno di legge comunitario 2012, proposto dal leghista Fava, che obbligava i provider a rimuovere i contenuti protetti da copyright
Il 19 gennaio scorso la Commissione Politiche dell’Unione europea della Camera ha approvato un emendamento al Disegno di legge comunitaria 2012, presentato dal deputato della Lega Nord Gianni Fava. L’emendamento introduceva l’obbligo per i fornitori di servizi web di rimuovere le informazioni considerate illecite, in quanto lesive del copyright, su richiesta dei soggetti interessati, senza attendere un’apposita ordinanza da parte della magistratura. Si trattava, evidentemente, di una norma liberticida, ricalcata sulla famigerata Stop Online Piracy Act (Sopa), la proposta di legge tuttora in discussione presso la Commissione Giustizia del Congresso degli Stati Uniti. La sua approvazione legittimerebbe la censura sulla rete, consentendo ai titolari di copyright di intervenire direttamente per bloccare la diffusione di dischi, foto, libri, ecc. protetti dai diritti d’autore.
I nostri deputati hanno provveduto prontamente a rimediare a quanto deciso in sede di commissione parlamentare. L’1 febbraio la Camera ha cancellato l’“emendamento Fava”, approvando le richieste di soppressione presentate da Api, Fli, Idv, Pd, Pdl e Udc, con 363 voti a favore e 57 contrari (hanno votato contro solo i deputati della Lega Nord). Soddisfazione per l’esito del voto è stata espressa dalle associazioni che in queste settimane si sono battute in difesa della libertà d’informazione sul web, in particolare Agorà digitale, Articolo 21, Il Futurista e Libertiamo. Non è esercitando arbitrariamente la censura che si tutelano gli autori. Le norme recentemente approvate dall’Unione Europea hanno sancito il principio della neutralità dei fornitori di servizi internet rispetto ai contenuti dei siti. Spetta ai magistrati, e solo a loro, intervenire per sanzionare le trasgressioni del copyright.
Anche il noto scrittore portoghese Arturo Coelho ha espresso la sua contrarietà a ogni forma di limitazione della libertà di espressione sul web. In un’intervista, pubblicata su http://yespolitical.com, ha sostenuto quanto segue: «Quanto più spesso si sente una canzone alla radio, più forte è la possibilità di acquistare il cd. È lo stesso con la letteratura. Più la gente “pirata” un libro, meglio è. Se gli piace […] comprerà il libro il giorno dopo, perché non c’è niente di più faticoso che leggere volumi di testo su uno schermo di computer» (per leggere tutta l’intervista cliccare su Paulo Coelho contro il #SOPA: la pirateria aiuta a vendere. Il resto è avidità e ignoranza). Condividiamo pienamente il punto di vista di Coelho e siamo contenti che, una volta tanto, nei nostri legislatori sia prevalso il buon senso, anziché la tutela di interessi di parte.
L’immagine: manifesto contro la proposta di legge Sopa (fonte: www.facebook.com/nosopa).
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno VII, n. 74, febbraio 2012)
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