Le direttive, i rischi, le nuove patologie fisiche, sociali e psicologiche, le prevenzioni
Dalla direttiva 80/1107/CE alla strategia europea 2014-2020
1.Direttiva 80: gli Stati membri devono evitare l’esposizione dei lavoratori agli agenti chimici, fisici, biologici o consentirla entro certi valori soglia.
2.Quattro direttive speciali: estendere i principi e le misure della Direttiva 80 ai casi di esposizione a piombo, amianto, rumore.
3.Direttiva quadro 89/391: massima sicurezza tecnologicamente possibile deve prescindere da valutazioni economiche. Si applica sia alla Pubblica Amministrazione che al settore privato.
4.Nuove direttive speciali: attrezzature di lavoro, videoterminali, movimentazione manuale dei carichi, cantieri temporanei e mobili.
Più recente evoluzione del quadro normativo
– Nuovo approccio della Commissione europea: fissa obiettivi e non prescrizioni direttamente vincolanti come le Direttive.
– Creazione dell’Agenzia europea per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (1994, European Union information agency for occupational safety and health, Eu-Osha), di supporto tecnico-consultivo alla Commissione. L’organismo si relaziona e collabora con l’Ag. Ue per le sostanze chimiche (Echa), il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop), l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige), l’Ag. Ue per i diritti fondamentali (Fra), la Fondazione europea per la formazione professionale.
– Comunicazioni e misure di «regolazione leggera» per gestire cambiamenti prodotti da innovazione tecnologica e globalizzazione. Valutazione dei risultati perseguiti ed eventuali proposte di azioni correttive in capo al Parlamento europeo.
Rischio nuovo ed emergente: (alla ricerca di) una definizione
Tecnica esemplificativa prevale su quella definitoria
Nuovo
Si riferisce a un elemento potenzialmente lesivo per la salute:
– che prima non esisteva, poiché generato da nuovi processi o tecnologie o modifiche organizzative o sociali.
Oppure
– che, pur essendo già noto da tempo, viene percepito in modo differente, ad esempio per il sopraggiungere di evidenze scientifiche.
Emergente
In aumento, quando aumentano le situazioni pericolose che possono condurre a quel dato rischio, oppure aumentano i livelli espositivi o il numero di persone potenzialmente coinvolte.
Obiettivi delle Istituzioni europee nelle strategie in materia di SSL
– Migliorare i livelli di tutela della SSL (il costo degli Infortuni e malattie professionali ammonta a circa 500 miliardi l’anno, dati 2017).
– Facilitare l’adempimento degli obblighi prevenzionistici da parte delle Pmi (Piccole e medie imprese);
– Gestire efficacemente il rischio chimico, fisico, biologico ed amianto che più registrano malattie professionali;
– Avviare politiche di sensibilizzazione sui rischi nuovi ed emergenti, specie quelli connessi alle nuove tecnologie, alla violenza nei luoghi di lavoro, allo stress lavoro correlato.
La gestione dei rischi psicosociali del lavoratore
Categoria ampia e dai contorni non definiti. Errato farla coincidere con lo stress lavoro correlato. All’interno di tale contenitore gli studiosi delle organizzazioni e gli psicologi del lavoro si sono soffermati su:
– Stress lavoro correlato;
– Burn out;
– Molestie;
– Violenze;
– Mobbing e straining.
IMPORTANTE: rilevante anche il contributo degli attori sociali: v. l’accordo europeo sullo stress nei luoghi di lavoro (2004).
Una definizione istituzionale di stress
Stress: stato che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali, causato dal fatto che le persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti.
Stress lavorativo: percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste di contenuto, dell’organizzazione e dell’ambiente di lavoro eccedono le capacità individuali per fronteggiare tali richieste (definizione consolidata dell’Eu-Osha). Si è soliti distinguere tra stress positivo e negativo.
Quando l’esposizione ad agenti stressogeni può genere rischi alla salute riducendo l’efficienza sul lavoro (ad es., assenteismo, malattia, richieste di spostamento di mansione o trasferimento di sede).
Mobbing, straining e burn out
Mobbing: prolungata e sistematica persecuzione messa in atto da una o più persone allo scopo di danneggiare chi ne è vittima fino a determinarne la estromissione dal luogo di lavoro. Diversamente dallo stress qui è necessario l’elemento della intenzionalità.
Burn out: esito patologico di un processo stressogeno che colpisce le persone esercenti le cc. dd. Professioni di cura, qualora in tali soggetti manchi l’adeguata risposta ai carichi eccessivi di stress insiti nella prestazione svolta. Ne consegue che il lavoratore si brucia attraverso un meccanismo di eccessiva immedesimazione nei confronti degli individui di cui si prende cura. La persona affetta da burn out si immedesima al punto tale da rendere sempre più difficile la separazione tra la propria vita e quella della persona che riceve cura.
Straining: persecuzione del lavoratore che non necessita la pluralità di comportamenti. È sufficiente una sola condotta.
Lo stress lavorativo: alla ricerca delle sue cause (d.lgs. n. 81/2008)
Intervento della Commissione consultiva permanente: fissa con circolare 18 novembre 2010 le tempistiche circa la valutazione di tale fonte di rischio.
La valutazione non riguarda il singolo individuo ma l’organizzazione per intero o un suo reparto.
Fattori di stress:
a) legati a cultura e funzione organizzativa (ad es. assenza di obiettivi professionali, scarsa o nulla comunicazione);
b) legati ad ambiguità nella definizione delle carriere (poca chiarezza sul ruolo assunto/da assumere in azienda);
c) legati a mancanza di autonomia e a difficoltà relazionali.
La poca chiarezza sul contenuto del lavoro può causare disfunzionalità per orari di lavoro eccessivi o non rispettati, carenze infrastrutturali o scarsi investimenti nel settore della formazione continua.
Strategia europea (2014-2018)
Priorità su cui impegnarsi:
- Consolidamento strategie nazionali
- Semplificazione legislazione esistente
- Integrare strategie preventive con rischi nuovi ed emergenti, tra cui invecchiamento attivo della forza lavoro
Fondi dedicati: per promuovere sostenibilità, qualità dell’occupazione e inclusione sociale.
Altri ambiti considerati nella gestione dei rischi nuovi ed emergenti
1) Rischi connessi all’invecchiamento attivo.
2) Rischi connessi alla difficoltà per lo straniero di comprendere la lingua parlata in azienda.
3) Rischi connessi alle nanotecnologie.
4) Rischi del lavoro digitale su piattaforma.
5) Rischi della robotica e delle stampanti 3D.
6) Rischi legati alle tecnologie di monitoraggio.
7) Rischi connessi all’utilizzo di nuove tecnologie nel settore “green jobs”.
Sui potenziali fattori di rischi si soffermano i report dell’Eu-Osha, a partire dal 2009, richiedendo ulteriori ricerche e approfondimenti (risale al 2009 un approfondimento su «The increasing use of portable computing and communication devices and its impact on the health of Eu workers».
Nano-tecnologie: un singolare caso di studio
Rilevano strutture, dispositivi e sistemi che utilizzano materiali che misurano meno di 100 nm.
Negli ultimi cinque anni: aumento esponenziale nel settore delle tecnologie dell’informazione; tecnologie biomediche; tecnologie ambientali; tecnologie energetiche; tecnologie manifatturiere; tecnologie per trasporti, aviazione e viaggi spaziali; agricoltura e nutrizione; sicurezza e tecnologie militari.
Studi scientifici hanno evidenziato proprietà fisiche e chimiche nuove, ma anche preoccupazioni sugli effetti che le nanoparticelle possono avere sulla salute umana, nonché sul loro impatto ambientale.
Nano-tecnologie e implicazioni per la SSL
A causa della loro ridotta dimensione, le nanoparticelle possono immettersi nel corpo in tre modi, attraverso:
– il sistema digerente (ingestione);
– il tratto respiratorio (inalazione);
– la pelle (esposizione diretta).
«È necessaria un’ulteriore ricerca per valutare in modo realistico le implicazioni in materia di sicurezza e salute derivanti dal lavoro con nanomateriali. Le prove limitate a disposizione suggeriscono che i datori di lavoro dovrebbero assumere un approccio precauzionale quando possono verificarsi potenziali esposizioni a nanoparticelle» (Osservatorio sui rischi nuovi ed emergenti, Lussemburgo, 2009).
Quale approccio?
Eu-Osha: non è ancora noto il danno associato all’esposizione a tali sostanze; tuttavia la loro natura inorganica e le dimensioni particolari sono tali da suggerire un approccio cautelare di tipo precauzionale.
Si richiede qualcosa in più della prevenzione dei rischi professionali, intesa come adozione di misure tecnico-organizzative e procedurali in grado di evitare la lesione dell’integrità psico-fisica e del benessere del lavoratore.
La domanda di protezione non può esaurirsi nella prevenzione dei rischi noti e/o conoscibili, ma considerare anche gli strumenti di produzione i cui effetti lesivi richiedono un potenziamento della ricerca scientifica ed alle sostanze pericolose di cui non si conoscono esattamente le conseguenze a lungo termine (così già Ris. Cons. Eu 25 giugno 2007).
Apripista per adozione del principio di precauzione nel settore della SSL.
Rischi connessi a digital devices
Eu Commission, The increasing use of portable computing and communication devices and its impact on the health of Eu workers (2010): «There is only a very small amount of scientific research into the psychosocial effects of mobile telework. The specific consequences for older mobile teleworkers have been investigated even less. The advantages and disadvantages of mobile ICT for older workers are discussed by Charness» (2006). These include decreases in specific cognitive functioning such as speed of perception and short-term memory.
Necessità di nuove ricerche in un momento nel quale la digitalizzazione della società e dei luoghi di lavoro era ancora lontana dalla sua attuale affermazione. Tuttavia, lenta consapevolezza…
Rischi derivanti da stampanti 3D e prototipazione rapida
Nel 2013 uno studio dell’Università dell’Illinois paragona «le polveri prodotte dalle stampanti 3D a quelle prodotte dalla lavorazione dell’amianto» (Ultrafine particle emissions from desktop 3D printers, Atmospheric Environment 79, 2013, p. 334)
Rischio da ignoto tecnologico?
In tale nozione rientrano «quelle situazioni in cui la nocività/lesività del fattore preso in considerazione non sia affatto certa sotto il profilo medico – scientifico, ma solo probabile o ipotizzabile»
Focus su stampanti 3D: indicazioni dell’Ue. Workshop dedicato alla prototipazione rapida, organizzato nel 2014 da Eu-Osha: in questo settore «il ridimensionamento del principio di precauzione indebolirebbe una situazione già deficitaria per la SSL» (Indagine sui nuovi rischi connessi alla tecnologia).
Misure incoraggiate dall’Ue: programmi di formazione dedicati ai lavoratori esposti a rischi di nuova produzione (come, ad esempio, polveri, sostanze chimiche nocive o laser), mutuando le misure già adottate per esposti ad amianto (titolo IX, d.lgs. n. 81/2008).
Indicazioni dell’Ue
«Sistemi di produzione decentrati, quali la stampa 3D o altre tecniche di produzione rapida, possono esporre nuovi gruppi di lavoratori a rischi di produzione (per esempio polveri e sostanze chimiche nocive o luce laser), senza che questi gruppi siano ancora adeguatamente formati per fronteggiarli.
Possono sorgere nuove malattie professionali dovute all’esposizione a nuovi materiali. Senza registri di esposizione, le malattie sono difficili da ricondurre a determinati lavori dato che nessuno rimane più presso la medesima linea di produzione per tutta la propria vita lavorativa» (Previsione sui rischi nuovi ed emergenti correlati alle nuove tecnologie entro il 2020: workshop per i punti focali nell’Ue, 2014, p. 33).
Per un’analisi su rischi derivanti da nuovi e sperimentali materiali, vedi Eu-Osha, 3D printing and additive manufacturing. The implications for OSH, 2017.
Alessandro Saggini
(LucidaMente, anno XV, n. 178, ottobre 2020)