Intervento del Psi bolognese sulle “strane” vicende di aziende locali… Ma il problema è ben più ampio: occorrono nuovi modelli e provvedimenti governativi per garantire la responsabilità civile e sociale d’impresa
La vicenda Philips-Saeco di Gaggio Montano (macchine da caffè d’uso domestico) e quella precedente della Ceam ascensori di Calderara di Reno pongono un problema di dignità e rispetto del territorio, oltre che del capitale lavoro, quel motore che fa funzionare l’economia reale in un mondo purtroppo sempre più dominato dalla rendita e dalla speculazione.
Ciò comporta che a pagare i processi di riorganizzazione aziendale, nell’assenza in Italia di politiche di settore e nella debolezza crescente delle istituzioni e degli Stati nazionali di fronte a frequenti scelte di abbandono totale o parziale di insediamenti produttivi, siano i lavoratori, il territorio e le imprese dell’indotto. Al danno spesso si aggiunge anche la beffa. I benefici statali e regionali corrisposti a vario titolo per il rilancio economico del territorio attraverso il sostegno agli investimenti vengono annullati con un colpo di spugna. Invece, chi non mantiene le promesse per le quali ha ricevuto finanziamenti, se viene meno la ragione per cui sono stati corrisposti, deve restituirli alla comunità.
Tre sono i provvedimenti che invochiamo, non contro l’impresa, ma contro chi distrugge capitale lavoro e capitale impresa. Primo: la restituzione totale o parziale dei benefici economici ricevuti da parte di chi delocalizza o trasferisce imprese o rami d’impresa con ricadute occupazionali, verso un fondo d’investimento del territorio che li utilizzi a sostegno dell’economia, della produzione, del reimpiego. Secondo: il diritto di prelazione ai dipendenti di qualsivoglia tipologia e condizione contrattuale in caso di vendita, cessione del marchio, trasferimento d’azienda totale o parziale. Terzo: la realizzazione in Italia della partecipazione alla gestione delle imprese da parte dei lavoratori sulla base dei modelli tedesco e scandinavo.
Oltre questi provvedimenti di carattere legislativo, dunque a carico di Governo e Stato, ne indichiamo altri due, espressione del mercato, che viene prima del modello capitalista ed è a fondamento dell’economia libera, cioè basata sulla concorrenza e non asservita o in mano solo a qualcuno: sono la responsabilità civile e quella sociale d’impresa, cioè il potere che ogni portatore di un interesse, il consumatore prima di tutto, detiene nel comperare o rifiutare l’acquisto di prodotti realizzati a spese di sfruttamento di minori, donne, lavoratori, territori e distruzione d’ambiente. La richiesta di solidarietà verso le vittime di queste scelte è questa: la politica si assuma responsabilità precise.
Noi socialisti bolognesi alle prediche preferiamo i fatti: ci facciamo interpreti presso il vertice del nostro partito nei suoi incarichi di Governo affinché si faccia interprete di questa battaglia di giustizia e libertà: quella di combattere e sognare una vita, un lavoro e un’Italia migliore.
Partito socialista italiano – Federazione provinciale di Bologna – Dipartimento Lavoro
(LucidaMente, anno X, n. 120, dicembre 2015)
Vedi anche: Saeco e dintorni/2: operai trattati come le capsule usa e getta del caffè.
Su Change.org si può firmare una Petizione on line contro i 243 esuberi Philips Saeco di Gaggio Montano (Bologna).