Se, in nome del dogma capitalista bipartisan del libero mercato, non si rilancia l’economia e l’occupazione, saremo condannati alla perenne recessione. Non ci resta che sperare in Grillo?
Notizia di questi giorni: il debito pubblico ha sfondato la soglia dei 2mila miliardi. Mai successo prima. Ma come, l’economista Monti non era stato nominato capo di un Governo di tecnici e professori proprio allo scopo di mettere ordine nei conti pubblici?
Nel 1924, dopo soli 18 mesi di governo, l’allora ministro delle Finanze Alberto De Stefani raggiunse il pareggio di bilancio. In che modo? Facendo l’esatto contrario di Monti: rilanciando l’economia attraverso un vasto piano di opere pubbliche, mantenendo inalterata la già contenuta pressione fiscale e sottraendo il sistema bancario al controllo della finanza internazionale per porlo al servizio dell’economia italiana. Ciò portò alla nascita di nuove aziende e all’aumento dell’occupazione, con conseguente incremento delle entrate fiscali che permisero, fra l’altro, di finanziare il nascente Stato sociale.
Oggi il principio dell’interesse nazionale, che ispirò i governanti dell’epoca, è stato sostituito dal dogma capitalista del libero mercato, che tanto piace alla destra e non dispiace alla sinistra (che ha capito da che parte gira il vento), e i risultati li stiamo pagando tutti (tutti tranne i politici, i mafiosi e i corrotti che in questo sistema ci sguazzano). Giunti a questo punto non ci resta che sperare in Grillo che, essendo un comico, da statista, perlomeno, ci farà… ridere.
Gianfredo Ruggiero – presidente Circolo culturale Excalibur di Varese
(LucidaMente, anno VII, n. 84, dicembre 2012)