Gioia speciale espressa dal nostro redattore “isolano” per l’evento atteso da tutti: la liberazione della cooperante del Cisp
Dopo nove mesi la cooperante Rossella Urru, rappresentante dell’ong Comitato italiano sviluppo dei popoli (Cisp), viene liberata. Nove mesi di prigionia iniziata a Tinduf, nel sud dell’Algeria, ad opera del gruppo dissidente dell’Aqmi.
Oltre il giusto apprezzamento per questa ragazza, simbolo dei giovani impegnati in attività eccellenti che in Italia e fuori dal paese lavorano onestamente (nonostante la crisi, nonostante la corruzione istituzionalizzata e radicata), oltre al senso di pace e al sospiro di sollievo che tale notizia arreca, oltre alle manipolazioni che la stampa e la politica vorranno farne, permettetemi di dire, affermare e ribadire il mio orgoglio, grande come una nazione intera, di essere sardo, con quei valori e quelle caratteristiche di durezza (che non è durezza di cuore, ma durezza di pangolino che resiste alle avversità), disciplina, amore per la comunità umana e tenacia che sempre hanno caratterizzato noi sardi e che contraddistinguono anche questa ragazza.
Il mio orgoglio per una provincia, che è quella di Oristano, che mi ha visto nascere, e di cui Samugheo, famoso per le antiche maschere rituali del carnevale, fa parte. Non sono solo i nuraghi e le spiagge a rendermi tanto orgoglioso, nemmeno i musei, di cui vado anche fiero, ma è questa gente, proprio questa gente, che mi fa sobbalzare il petto. Con orgoglio tutto sardo, con questo bagaglio culturale fatto di vento, pietre e cultura millenaria – una esternazione che mai mi concedo perché sono senza nazione, libero in mezzo alle culture –, porgo ai lettori questa notizia: Rossella Urru è libera!
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Matteo Tuveri
(LM EXTRA n. 29, 20 luglio 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 79, luglio 2012)