Un’assemblea studentesca dell’Istituto tecnico della cittadina bolognese sull’omosessualità si è svolta in un clima civile, caldo e festoso; mentre al “Leonardo da Vinci” del capoluogo lombardo… Le parole di elogio dello scrittore Stefano Antonini
Spesso si ha il pregiudizio che la provincia italiana sia culturalmente e sul piano dei diritti civili meno “avanti” dei centri metropolitani. Non è così. O, almeno, non sempre. Ecco i fatti, avvenuti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro.
Milano, 30 gennaio 2018, Liceo scientifico “Leonardo da Vinci”. Nel rispetto delle normative vigenti, si tiene un’assemblea studentesca. L’argomento centrale è l’omosessualità, insieme a diritti gay, coming out, transgender, malattie sessualmente trasmissibili… Tutto fila liscio. Almeno tra gli studenti. Perché, come riportato dalla stampa, a qualche docente la cosa non va giù: Milano, gli studenti del liceo Leonardo da Vinci in assemblea sui diritti gay: un gruppo di prof protesta; Docenti del liceo Leonardo Da Vinci di Milano contro l’assemblea su omosessualità, aids e transgender. Al liceo si parla di omosessualità: undici docenti contro l’assemblea. La risposta della dirigenza dell’istituto milanese non si fa attendere: la preside Luisa Amantia pubblica una circolare in cui ricorda: «Gli studenti hanno il diritto e dovere, ma non l’obbligo, di partecipare all’assemblea. Ci si può astenere, come per il voto».
Ancora più illuminanti le parole del vicepreside Guglielmo Pagani: «Prendiamo atto della perplessità di alcuni insegnanti ma lo stesso Miur prevede che l’assemblea sia gestita dagli studenti senza che la dirigente o gli organismi possano influire sulle loro scelte». Ma non è finita qui. Il 6 febbraio, proprio all’ingresso del liceo meneghino viene affisso un intollerante “volantone” (Milano, manifesto omofobo fuori dal liceo Da Vinci: gay come “untori” di un “mare di malattie”; Milano, manifesto omofobo davanti al Liceo da Vinci: “I gay infettano il mondo”).
Budrio, a pochi chilometri da Bologna, 5 febbraio 2018. Si svolge un’analoga assemblea organizzata autonomamente (e perfettamente) dagli studenti del locale Istituto tecnico industriale, facente parte del “Giordano Bruno”. Si tratta di un istituto statale di istruzione superiore che annovera vari indirizzi, dal liceo scientifico ai tecnici ai professionali, e che, oltre a Budrio, ha sedi anche nei comuni limitrofi della Bassa, Medicina e Molinella (la nostra rivista ne ha già parlato in I liceali di Budrio ospiti di Augias). L’ospite è lo scrittore Stefano Antonini, autore del libro Torna. Lettera di un padre al figlio omosessuale (Astro Edizioni). Vengono letti alcuni brani dell’opera. Poi, uno studente gay dialoga con lo scrittore. Esprime le difficoltà che ancora oggi un omosessuale incontra per essere pienamente accettato.
Esecuzioni musicali eseguite dai ragazzi del “Giordano Bruno” si alternano ad altri dialoghi e interventi. Il clima è sempre civile, corretto, rispettoso. Ma, soprattutto, affettuoso. Una grande amicizia e solidarietà da parte dei loro compagni circonda i gay dell’istituto budriese. E la chiave non è la seriosità, ma la reciproca ironia tra etero e omosessuali e il vedere l’altro come una persona: “Giù le mani dai nostri amici”. Purtroppo, spesso il rifiuto della persona omosessuale, anche da parte dei genitori, con la conseguente solitudine, provocano depressione e gravi patologie psicologiche, e possono persino indurre, tragicamente, al suicidio.
Non è il caso dell’Itis di Budrio. Lo stesso Antonini si è dichiarato sorpreso di trovare tanto calore e umanità in un istituto tecnico industriale; ne parlerà come esempio positivo ovunque si recherà a parlare. In genere, si pensa che siano i liceali i più preparati e sensibili su certe tematiche. Ma, forse, il cuore e il senso di comunità contano ancora di più. A completare la giornata, un intervento della docente Annunziata Castro e dei suoi allievi sulla persecuzione e lo sterminio degli omosessuali durante il dominio nazista. L’assemblea, infatti, rientrava pure nelle iniziative della Giornata della Memoria. Si è ricordato che le vittime del genocidio avvenuto durante la II Guerra mondiale non furono solo ebrei, ma anche testimoni di Geova, rom, disabili, oppositori politici, omosessuali.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XIII, n. 146, febbraio 2018)