Fotografia, musica, giornalismo, teatro: il cambiamento climatico come non l’avete mai visto (e sentito)
Cosa vuol dire essere radicati e radicali? In che modo l’attività artistica può diventare strumento di attivismo sociale e politico? Queste sono solo alcune delle domande a cui si è provato a dare risposta ieri 12 settembre durante la prima giornata di Resilienze Festival (ne abbiamo già parlato qui), che proseguirà fino al 15 settembre a Bologna, presso le Serre dei Giardini Margherita (via Castiglione 134).
Il convegno di apertura ha avuto come titolo Artivism. Pratiche radicate e radicali. Durante l’incontro si è riflettuto proprio sul ruolo dell’arte nella vita sociale, presentando alcuni esempi di «social practices», cioè pratiche relazionali e partecipative che alcuni artisti utilizzano per affrontare temi sociali e ambientali. Tra gli ospiti il Collettivo Antonello Ghezzi (che ha curato le due installazioni realizzate negli spazi delle Serre in occasione di resilienze: T’Oracolo e Shooting Stars, dedicate ai desideri, ai sogni, alla scoperta di se stessi e visitabili durate tutta la durata del Festival), Lorenzo Balbi (direttore del Mambo, Museo d’Arte moderna di Bologna) e Paolo Naldini (direttore di Cittadellarte Fondazione Pistoletto). Parallelamente, nel panel Caffè Ambiente. La città ecologica, a cura dello ShowRoom Energia e Ambiente di BAC/Comune di Bologna, si discuteva su metodi innovativi di utilizzo dell’energia nelle città per far fronte alla crisi climatica, coinvolgendo, in primis, i cittadini. A seguire lo spettacolo GAP! Dialogo ludico sulla liberazione a cura di AtelierSI, ispirato a Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino.
Un’esibizione dedicata alla Resistenza, intesa come tentativo di contrastare un cambiamento e che, in un certo senso, è ciò che precede la resilienza, ossia l’adattarsi a un cambiamento. Ha chiuso la prima giornata Massimo Zamboni con Anime galleggianti, un reading di musica e parole che ci ha portato in viaggio sul Tartaro, un canale del Po, alla scoperta della magia e dolcezza della Pianura padana e dei suoi paesaggi fluviali, spesso sconosciuti e ignorati dai suoi stessi abitanti.
Tanti gli appuntamenti in programma nei prossimi giorni: Scatti Radicali vede protagonisti tre fotografi, Fausto Podavini (due volte vincitore del World Press Photo), Michele Lapini e Alessandro Cinque (venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 alle 20,30) che proietteranno i loro progetti fotografici a tema ambientale sul grande schermo delle Serre e li commenteranno in dialogo con Luciana Travierso (Associazione Terzo Tropico) e con Jonathan Ferramola (tra i curatori di Resilienze Festival); il talk Giornalismo resiliente, realizzato in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti di Bologna, una riflessione con alcuni addetti ai lavori su come raccontare i temi ambientali e i cambiamenti climatici, evitando fake news e allarmismi (sabato 14 alle 11,00); due film, The Human Element di Matthew Testa (Usa, 2018, 80’) venerdì 13 settembre alle ore 21,30, e Watermark, di Jennifer Baichwa e Edward Burtynsky (Canada, 2014, 92’), due dei registi e fotografi di Antrophocene, in mostra al Mast di Bologna fino a gennaio; il talk Siamo fatti di terra (sabato 14 settembre) in collaborazione con Alce Nero (main sponsor del Festival): un approfondimento dedicato al mondo dell’agricoltura, su come coltivare per tutelare ambiente e biodiversità.
E ancora: la caccia al tesoro Acqua in Bocca! che regala ai vincitori una borraccia realizzata grazie al contributo di Hera (tra i partner del Festival) per sensibilizzare sull’uso dell’acqua pubblica e ridurre il consumo di plastica; la musica con John de Leo (sul palco venerdì 13 settembre) e La Banda del Comitato (sabato 14) con la poliedrica Alice Rochwacher; un panel e un workshop dedicati all’innovativo sistema di coltivazione in acquaponica che consente il 90% di risparmio idrico rispetto all’agricoltura tradizionale, recentemente installato nell’orto delle Serre grazie a Aquaponic Design). Gli stimoli non mancano; il consiglio è di consultare il programma sul sito del Festival, scegliere la forma d’arte più adatta ai propri gusti e interessi e lasciarsi trasportare alla scoperta del nostro pianeta, per trovare insieme le soluzioni per salvarlo.
Le immagini: Massimo Zamboni e T’Oracolo (foto di Lorenzo Burlando).
Elena Giuntoli
(LucidaMente, anno XIV, n. 162, settembre 2019)