La raccolta “Veneti in controluce” (Fernandel) di Ausilio Bertoli contiene 18 racconti brevi ambientati in una regione passata velocemente dalla cultura contadina agli smartphone
Ritorna in libreria lo scrittore-sociologo Ausilio Bertoli (all’anagrafe Giuseppe Ausilio Bertoli) con una raccolta, fresca di stampa, di 18 racconti brevi e folgoranti intitolata Veneti in controluce (Fernandel, pp. 128, € 12,00). Essa è tesa a descrivere e interpretare l’anima dei suoi corregionali, giovani e anziani, che hanno le radici piantate in loco da una vita o arrivati da poco, provenendo da altre regioni, altre nazioni, altre tradizioni culturali e sociali.
Dal mondo contadino a quello industriale
Un’opera che colpisce il lettore per la capacità tipica di Bertoli di affrontare il mondo veneto contemporaneo, pieno di fabbriche e di nuove realtà imprenditoriali, ma in profonda crisi identitaria, rapportandolo al Veneto contadino di parecchi decenni fa che resiste nei ricordi e nella nostalgia dei più anziani.
In altre parole, un’antologia in cui l’autore parla della contemporaneità veneta (e non solo) usando uno stile narrativo rapido, immediato, fresco, chiaramente originale. Che non avrebbe deluso il critico Giorgio Bàrberi Squarotti, che scrisse come Bertoli sappia, nei suoi racconti, delineare perfettamente il personaggio protagonista e collocarlo poi in una situazione, in una breve vicenda, a contatto con altri personaggi, studiandone e narrandone le reazioni.
Non contano solo “i schei”
Così vengono fuori ritratti quanto mai incisivi e un mondo di provincia colto molto felicemente. Ma come appaiono i veneti? Possiedono ancora quella forza barbarica della terra – come sosteneva Goffredo Parise, citato nel libro e certamente un nume tutelare di Bertoli – che ha prodotto lavoro dei campi? Non più o, meglio, non più come una volta: è cambiato il contesto, sono cambiati gli attori, e tutto, o quasi, è diventato insicuro, a volte persino angosciante.
Cosicché, tra le righe, l’autore cerca d’imbastire delle soluzioni che possano aprire, nel cielo nebuloso, qualche squarcio che prefiguri orizzonti accettabili da coloro che desiderano impegnarsi nel lavoro o nella vita avendo di mira non solo “i schei”, come avviene per lo più al giorno d’oggi.
Altre recensioni di opere di Bertoli apparse su LucidaMente:
Il nuovo romanzo di Ausilio Bertoli tra Veneto ed Est Europa;
Tra i sentimenti, la guerra e la morte.
Valentina Villan
(LucidaMente, anno XIII, n. 154, ottobre 2018)