La raccolta degli interventi del direttore nel terzo trimestre del nono anno di pubblicazione di “LucidaMente”
Settembre 2014 (n. 105) – Totò era islamofobo
Abbiamo ancora il diritto di pensare, parlare, criticare, fare satira, ridere su tutto? Oriana Fallaci, Magdi Cristiano Allam e il precedente di Andy Luotto: Occidente liberale e islam sono compatibili?
Ricordate le ridicolissime, bizzarre, grottesche buffonate e battute dell’eterno Totò in alcuni film come Totò le Mokò (1949, regia di Carlo Ludovico Bragaglia), Totò sceicco (1950, di Mario Mattoli) o Totò d’Arabia (1965, di Alfonso Balcázar Granda), ambientati in “fantasiosi” ambienti islamico-arabeggianti? Ebbene, oggi il divino Antonio de Curtis sarebbe minacciato di morte e dovrebbe rispondere di “islamofobia”.
Questo, del resto, è quanto successo al giornalista Magdi Cristiano Allam, chiedi perdono!, per alcuni suoi articoli pubblicati su il Giornale tra il 22 aprile e il 5 dicembre del 2011. Che l’irascibile, aggressivo, “complessato”, mondo arabo-islamico non gradisca non solo le critiche, peraltro fondate, ma pure l’innocente ironia, lo si era capito già nel 1985, allorquando il comico Andy Luotto (vedi vignetta a sinistra) suscitò le proteste ufficiali di alcune ambasciate mediorientali e fu minacciato di morte. La sua colpa? Aver interpretato, nel corso dell’indimenticabile programma Quelli della notte di Renzo Arbore, il personaggio di Harmand, che si esprimeva in un improbabile arabo-napoletano, punteggiato dal tormentone «popl’ arab’». Gli autori della trasmissione decisero di eliminare lo sketch e di allontanare momentaneamente l’attore!
Oggi, di fronte agli orrori dell’Isis (Una tetra bandiera nera sventola in Medioriente, di Giuseppe Licandro), all’invasione demografica, all’aggressione islamica globale, tutto assume una propria logica, fondata sull’intolleranza, sul fanatismo, sul terrore, sul ricatto. E profetici appaiono gli ultimi libri, in difesa della cultura e della civiltà occidentale e italiana, di un’altra giornalista, criticata (a dir poco) da una certa parte politico-culturale (oltre che minacciata di morte dai jihadisti). A lei, nell’anniversario della sua morte, abbiamo indirizzato un simbolico messaggio: Cara Oriana Fallaci… Lettera a un animo mai domo. E i soliti piagnistei sui presunti torti subiti sempre e solo dagli “altri” e i punti di vista “terzomondisti” non hanno più alcuna ragion d’essere, anche e soprattutto analizzando, come fa Christian Corsi, le nette differenze esistenti tra Hamas, Israele e terrorismo.
Non si tratta di criminalizzare “in toto” la religione islamica, né, tanto meno, gli islamici, compresi quelli residenti in Italia e in Europa, spesso cittadini corretti e disciplinati anche più degli “indigeni”. Tuttavia… Di fronte a una barbarie che ci fa intuire cosa possano essere stati il Medioevo e le epoche più barbare del nostro Occidente, con ignoranza, intolleranza, violenza, stragi, causate da un fanatismo religioso che prevale su tutto… Davanti a casi come quello di Meriam, la cristiana ex islamica condannata a morte in Sudan (Khartoum) per apostasia e salvatasi per miracolo e per la mobilitazione occidentale, al contrario di altre donne sottoposte a frustate e lapidazione… Dinnanzi a un insano, irresponsabile tasso di crescita demografica (5 o più figli a coppia, mentre gli europei vanno dall’1,2 italiano al 2,5 di altri paesi)… Di fronte a un evidente fallimento dei processi di integrazione, siano essi basati sul melting pot che fondati sul salad bowl (basti pensare alle migliaia di cittadini occidentali islamici di origine straniera di seconda o terza generazione arruolatisi nell’Isis)…
Davanti a tutto questo, qualche domanda viene spontanea. Quale sarebbe l’islamismo moderato? Dov’è? Quando aprirà bocca per condannare i fatti sopra riportati? Sono mai stati banditi la jihad e il progetto di un califfato universale? Sappiamo quali sono i violenti dettami del Corano, mai “riformato” o “reinterpretato”? Anche lasciando stare multipartitismo, elezioni libere, pluralismo politico e culturale, pressoché assenti in tutti i paesi islamici, in quanto estranei alla loro concezione sociale (è proprio vero che “la democrazia non si esporta”), diamo qualche piccolo indicatore di consorzio “civile”: 1) le donne possono uscire da sole la sera e fare liberamente l’amore con chi desiderano?; 2) esistono associazioni atee e agnostiche?; 3) esistono libere associazioni e ritrovi omosessuali (ovviamente senza che nel primo caso le donne siano violentate o sfregiate, nel secondo e terzo caso senza che le sedi siano date alle fiamme e gli aderenti discriminati e perseguitati)?; 4) come vengono trattati (e macellati) gli animali?
È vero o non è vero che negli anni Settanta del secolo scorso, a causa della “crisi petrolifera”, quella che si chiamava Comunità europea ha accettato, in cambio di un prezzo calmierato dell’“oro nero”, un’immigrazione islamica incontrollata e incontrollabile e, soprattutto, non solo con diritti pari alle popolazioni già residenti, ma addirittura in contrasto con le leggi occidentali in tema di famiglia, condizione della donna, rispetto dei principi e valori fondanti la nostra civiltà? È vero o non è vero che il cittadino medio europeo è intimidito dalla presenza islamica, ovvero dalla sua intolleranza e dal suo fanatismo? È vero o non è vero che gli islamici impongono negli ospedali, nelle mense, ovunque siano ospitati, i loro dettami religiosi? È vero o non è vero che la maggioranza degli islamici disprezza i valori e i principi occidentali? È vero o non è vero che non è consentito il diritto di critica verso l’islam, e tanto meno la satira, pena le accuse di blasfemia, “islamofobia”, “razzismo”?
È vero o non è vero che gli stranieri in Italia – territorio piccolo e già fortemente popolato e urbanizzato – sono già 7,5 milioni (esclusi “naturalizzati” e “clandestini”)? È vero o non è vero che la migrazione è aumentata proprio quando Italia ed Europa sono piombate in una crisi economica epocale, a causa della quale non possono offrire lavoro neanche ai propri stessi cittadini? È vero o non è vero che il fatto che i migranti accettino bassi salari danneggia occupazione e qualità dei redditi degli italiani?
È vero o non è vero che nelle graduatorie di assegnazione degli alloggi popolari gli italiani poveri si trovano a essere regolarmente “scavalcati” dalle famiglie (numerose e indigenti) degli immigrati; e che lo stesso vale per asili nido, scuole materne, cure sanitarie? È vero o non è vero che, nonostante il vittimismo e le accuse di discriminazione e razzismo, nessuno degli immigrati vorrebbe tornare nel proprio paese d’origine? È vero o non è vero che, mentre le aziende italiane chiudono, quelle degli stranieri collocate sul nostro territorio hanno un incremento? È vero o non è vero che l’accoglienza e la gestione dei migranti costituiscono un business per le associazioni (spesso cattoliche) che lo gestiscono? È vero o non è vero che la ricchezza dei paesi produttori di petrolio, se indirizzata a sanità, istruzione, iniziative civili (invece che a sfarzi, opere faraoniche, finanziamenti a gruppi terroristici… e acquisti di importanti club europei di calcio e degli stessi Mondiali di football in Qatar), potrebbe, se non risolvere, almeno alleviare la povertà dei paesi islamici? È vero o non è vero i paesi arabi non hanno sottoscritto alcuna delle Dichiarazioni universali dei diritti umani?
Le argomentazioni sul passato occidentale che sarebbe stato altrettanto retrivo, brutale, sanguinario, reggono fino a un certo punto. Intanto, oggi i mass media fanno vedere a tutto il mondo in tempo reale, varie realtà: l’ignoranza e la chiusura sono quindi, nella nostra epoca, scelte, non precondizioni e giustificazioni. L’Occidente e il cristianesimo, comunque, hanno riconosciuto gli errori e gli orrori del passato. Anzi, si può dire che la loro grande forza è stata sempre quella di avere dentro di sé gli anticorpi che hanno sempre permesso di sconfiggere le tirannidi, per ultime fascismo, nazismo, comunismo.
E quale sarebbe l’anticorpo maggiore? L’idea di libertà: laica, ma anche cristiana (il “libero arbitrio”). Libertà almeno interiore, di pensiero, allorquando le dittature ne impedivano la pubblica espressione. Islam, invece, significa di per sé “sottomissione” e in arabo si fa fatica a tradurre vocaboli come “libertà” e “laicità”. Ancora: le violenze occidentali, anche quando commesse in nome di Cristo, nascevano in contrasto col messaggio originario, pacifico e d’amore di Gesù di Nazareth, erano una loro deviazione. Il cristianesimo nasce da un uomo o dio che muore; nasce da un sacrificio. L’islam sgorga fin dai suoi albori nella violenza, nel sangue, negli sgozzamenti, nei settarismi violenti, nella guerra.
Sembra che le popolazioni di religione islamica vivano in un perenne stato di conflitto con l’esterno, ma anche al loro interno. Pertanto, viene spontaneo rimpiangere i regimi come l’Urss, l’Iran di Reza Pahlavi, ma persino Gheddafi, Saddam Hussein, Mubarak… in grado di mantenere un equilibrio nei territori sottoposti ai loro certo poco liberali regimi. Dai rovesciamenti di tali sistemi politici, spesso prima puntellati e poi abbandonati dall’Occidente, sono partoriti via via orrori più atroci, così come, oggi, il tentativo di abbattere il siriano Assad ha fatto nascere l’Isis (e, in precedenza, i talebani in Afghanistan in funzione antisovietica).
I cittadini mussulmani, quando possono votare liberamente, votano per gli integralisti islamici. Persino il paese islamico più a occidente e più occidentalizzato (anche forzatamente, nel 1924, da Kemal Atatürk: abolizione del califfato e laicizzazione dello stato), in odore di adesione all’Unione europea, la Turchia, ha votato per i partiti islamici. In Algeria e in Egitto l’integralismo islamico è stato più volte bloccato, con la violenza, dall’esercito. In conclusione, come in Europa c’è chi rimpiange l’Impero asburgico che, scartando il “principio di nazionalità”, riusciva a far convivere abbastanza pacificamente e, comunque, a “controllare” decine di etnie (e molte religioni) presenti sul proprio territorio, così, nell’area islamica, l’opzione “democratica” sembra foriera solo di mali.
Il numero di settembre 2014 di LucidaMente, ampiamente occupato, come si vede, dalla questione-islam, è completato dalle speranzose notizie fornite dalla nostra Mariella Arcuri sulle Nuove cure per i bambini affetti da gravi malattie ematiche (un’innovativa tecnica nel campo dei trapianti di cellule staminali è stata impiegata per la prima volta con successo all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma). Inoltre, polemizziamo con Quei maledetti corsi (obbligatori) di aggiornamento. Tutti devono farli: sono necessari o, almeno, utili? Chi ci guadagna? E, contraddicendoci (o forse no), ecco che vi invitiamo al nostro Seminario di scrittura giornalistica e comunicazione audiovisiva (Bologna, novembre 2014-gennaio 2015): quinta edizione. Infine, restando nel settore educativo, Inizia un nuovo anno scolastico: per una scuola diversa. In bocca al lupo a tutti gli alunni, cui proponiamo la visione di Studenti: 5 anni all’alba: un cortometraggio poetico, ironico, libertario, che molti anni fa ha visto protagonista una classe di un Istituto medio superiore di Imola.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno IX, n. 105, settembre 2014)
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Agosto 2014 (n. 104) – La fredda estate dei morti
Un mondo di violenza… ma, per fortuna, ci sono anche i reportage “turistici” dei redattori di “LucidaMente” da India, Canarie, Lisbona, Matera, Abruzzo
Forse è dai tempi della Piccola era glaciale (1300-1850, con il celebre 1816, «l’anno senza estate»), che non si vivevano dei mesi estivi (giugno e luglio) così “freschi” e piovosi.
Sembra quasi che la Natura voglia accompagnare in questo modo le stragi dovute all’eterna malattia umana: violenza e fanatismi. L’abbinamento di un’estate fresca e piovigginosa come un autunno alle migliaia di crudeli e spietate morti dovute a conflitti dal sapore medievale ci richiama alla mente gli ultimi versi (terza strofa) della poesia Novembre di Giovanni Pascoli: «Silenzio, intorno: solo, alle ventate, / odi lontano, da giardini ed orti, / di foglie un cader fragile. È l’estate, / fredda, dei morti». Tuttavia, probabilmente, il lettore in vacanza vorrebbe allontanare da sé la visione di un mondo dominato dall’intolleranza e dalle armi. Pertanto, rimandiamo ai prossimi editoriali alcune considerazioni sui conflitti in corso, in particolare sulla compatibilità tra Occidente laico e liberale e totalitarismo islamico, e lasciamo la voce ad altre porzioni del pianeta, più tranquille e serene, quelle dei viaggi turistici.
I nostri redattori e collaboratori in giro qua e là ci hanno inviato alcuni bei reportage, per di più corredati da originalissime e splendide foto: Margherita D’Amico sui mille aspetti, umani e spirituali, dell’India (Frammenti sulle rive del Gange). Silvana Tabarroni ha inseguito il sogno di scoprire un angolo di mondo ancora vergine, sfuggito alla monocultura della civiltà di massa, recandosi in un esotico viaggio alle Canarie, a ovest di Tenerife, in una montuosa isoletta con “cappello” di nubi (A La Gomera si comunica con un fischio, il “silbo”).
Cinque giorni nella solare capitale del Portogallo, all’insegna della cultura e degli spettacoli di piazza: è quanto ci ha raccontato il “dinamico duo” Mariella Arcudi-Giuseppe Licandro (La bella Lisbona, città della luce). Dora Anna Rocca ha reso omaggio a una città suggestiva, patrimonio mondiale dell’umanità e in grado di evocare il fascino di grandi epoche storiche (Matera: da un passato difficile a finalista come Capitale europea della cultura). Emanuela Susmel ha raddoppiato; prima facendoci conoscere un delizioso paesino abruzzese (Cansano, suggestioni e vedute paesaggistiche da cartolina); poi regalandoci anche un resoconto sui campionati di uno sport poco conosciuto, tenutisi a Roma, ma soprattutto paragonandolo a un altro molto diverso: Fair play: Tiro a segno-Calcio 3-0. E, appunto, a proposito del football nostrano, se ne può giustamente dire tutto il male possibile. Tuttavia… si veda il nostro Tavecchio è razzista, il Qatar è un paradiso.
Il 2 agosto è una data particolare per i bolognesi; nel 1980 scoppiò presso la stazione la bomba più sanguinaria degli “Anni di piombo” italiani. Ancora Licandro ha rinnovato la memoria de La strage dimenticata di un altro 2 agosto, allorquando nel 1925 cinque persone, quasi tutte donne, furono uccise dalle forze dell’ordine, in Calabria, a San Giovanni in Fiore. Ancora più indietro è andato Nicola Marzo, che ha recuperato un brevissimo racconto di Ernest Hemingway, Il rivoluzionario, ambientato nel 1919, tra Bologna e la Romagna. Ne sono protagonisti un esiliato che girava l’Italia con una copia dell’Avanti!, nonché gli alti ideali, la solidarietà, i ferrovieri generosi che «Gli davano da mangiare dietro il banco nei buffet delle stazioni».
L’epopea della solidarietà e della lotta per una società migliore continua ancora oggi nel capoluogo emiliano con la Festa provinciale socialista (Bologna, 1-24 agosto 2014), al cui interno si possono assaggiare i migliori tortellini del mondo, fatti dalle nonne come una volta. Infine, una Proposta: un’estate libera dall’alienazione chiamata Internet. La vita vera è fuori dalla Rete; per le vacanze estive riproponiamo il video del giovane regista Gary Turk, Look up, nella speranza che perlomeno durante le ferie gli esseri umani tornino a comunicare davvero – almeno un po’ – con le parole, coi gesti, con gli occhi, col contatto fisico…
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno IX, n. 104, agosto 2014)
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Luglio 2014 (n. 103) – La strage dei bambini
Ucraina, Palestina, migranti… E, ancora, Iraq, Siria, Afghanistan, Africa… E piccoli lavoratori sfruttati, minori fatti prostituire… Intanto, il Brasile crolla nel calcio e Berlusconi viene assolto con formula piena
Ottanta bambini tra le quasi trecento vittime dell’aereo malese abbattuto nell’est dell’Ucraina. Decine quelli morti sotto le bombe israeliane in Palestina, con la ripresa del perenne conflitto, rinfocolato peraltro proprio dal massacro di altri ragazzi innocenti. Ormai centinaia quelli diretti sui “barconi della morte” dal Nordafrica in Italia: molti giacciono in fondo al mare. Spesso questi piccoli, disperati migranti, affrontano il viaggio da soli. Vi rendete conto? Ragazzini neanche accompagnati da un adulto. Quali violenze e abusi subiscono?
Ricordiamo questi tre casi perché richiamati dalle cronache del momento. Chi ricorda, si preoccupa, si cura, dei bambini che muoiono in Iraq (tra terrorismo e barbarica avanzata dei jihadisti dell’Isis, a Mosul con discriminazione e conseguente fuga dell’antichissima comunità di cristiani caldei), in Siria, o nel perpetuo conflitto afgano? Chi rammenta e si interessa delle stragi africane, dei bambini-soldato? Non fanno cronaca. Non compaiono o spariscono presto dalle pagine dei giornali. Ancor meno fanno notizia lo sfruttamento e la morte di piccoli lavoratori in tutto il mondo, dall’Asia al Sudamerica. E i bambini e le bambine costretti alla prostituzione? La loro vita che, a causa delle ignobili condizioni lavorative e dei traumi sessuali fisici e psicologici, nonché delle gravi malattie, termina ben presto? Nell’indifferenza di tutti. Una tristissima elegia; anzi, un orrore senza fine e senza urla.
E sembrerebbe quasi che la violenza e la spietatezza siano una legge di Natura, universale. Partendo dagli spettacolari programmi divulgativi statunitensi di astronomia, abbiamo sviluppato alcune “libere” riflessioni (Leggi dell’Universo, leggi della vita), tutt’altro che rasserenanti. In questo tragico contesto appare quasi fuori dalla realtà la segnalazione di Nicola Marzo del bel libro di Carmela Tagliavini e Mauro Stegagno, Mamma per Forza… Mamma per Amore (Om Edizioni), nel quale, invece, traspare a ogni pagina il rispetto per i piccoli e la loro crescita armoniosa (Vivere coi bambini e le loro emozioni).
Dovendo trattare degli avvenimenti di luglio, avremmo preferito parlare dell’incredibile, pesante, storica, indimenticabile sconfitta calcistica (1 a 7) subita dal Brasile in casa propria ad opera della Germania, poi meritatamente laureatasi campione del mondo (della ventesima edizione dei Mondiali di calcio si è occupato Giuseppe Licandro con “Tiki-taken” tedesco e pianto brasiliano). Oppure, volendo rientrare nell’orticello italiano, dell’assoluzione in appello di Silvio Berlusconi nel “processo Ruby”. E non è vero che le sentenze non si discutono o non si commentano. Certo, nelle discussioni posteriori ai verdetti giudiziari, va salvaguardato il rispetto per la magistratura come potere dello stato e per i magistrati come persone; ma pensate se nessuno avesse espresso qualche “perplessità” per la prima sentenza di colpevolezza nel processo a carico del povero Enzo Tortora.
Piuttosto, appunto, quello che preoccupa è il ribaltamento (non leggera riduzione o piccolo aumento della pena, ma proprio totale capovolgimento) in moltissimi processi, alcuni eclatanti, dei giudizi tra primo e secondo grado (per non dire della Corte di Cassazione). Come si fa ad avere fiducia nella Giustizia? E se l’imputato è un povero, comune cittadino? O, meglio, un cittadino povero? Senza voler entrare nel merito della sentenza assolutoria, ci sentiamo di affermare che in effetti era sembrata obiettivamente pesante la precedente condanna del leader di Forza Italia a sette anni di reclusione, tra concussione e “prostituzione minorile”; e molto dettata da un moralismo o vero e proprio bigottismo ”di sinistra” e da un certo livore ideologico.
Intanto, non è secondaria la svolta compiuta, se non dal Cavaliere, dalla propria compagna (Francesca Pascale spiazza ancora tutti), che ha inviato una lettera di adesione al Gay Pride Calabria, con all’interno del testo tanti buoni propositi da parte di Forza Italia in termini di libertà e diritti civili. Vedremo. Intanto, che si sia tenuto tale evento proprio a Reggio Calabria, e con una netta impronta anti criminalità organizzata, ci è parso molto, molto significativo (Contro l’omofobia e in difesa della libertà). Laddove c’è apertura mentale, libertà sessuale, cultura, e mancano fanatismi e bigottismi religiosi, è presente al contempo progresso, benessere economico e sociale e sono assenti le grandi organizzazioni criminali. Laddove c’è chiusura, sessuofobia, ignoranza, fanatismo religioso, c’è anche arretratezza, miseria e spadroneggiano le organizzazioni criminali come la ’ndrangheta.
Segnaliamo in ordine sparso gli altri articoli del mese. La nostra inviata Silvana Tabarroni ci ha parlato della cinquantesima edizione della Mostra internazionale del nuovo cinema (Il Festival di Pesaro al traguardo del mezzo secolo). Emanuela Susmel ha intervistato la dottoressa Anna Paola Rosaspina, omeopata esperta in Nutrizione, che ha spiegato l’importanza di mantenere il pH dell’organismo su livelli neutri e ha fornito utili consigli per migliorare il nostro stile di vita (La prevenzione delle malattie infiammatorie comincia dall’alimentazione). Giada Fogli ci ha fatto compiere un viaggio inebriante nel Quadrilatero felsineo, alla ricerca della migliore enogastronomia (Bologna: il “divino” Mercato di mezzo). Tutti insieme abbiamo ricordato le iniziative per il centenario dell’elezione di un grande sindaco socialista degli inizi del Novecento (Torna il pane di Zanardi).
Infine, due inviti: a tutti gli italiani che vanno in vacanza e ai bolognesi che restano in città pure ad agosto. Sara Del Dot, con un suo articolo (Estate: sole, mare, castelli di sabbia. E il cane? In autostrada), prega i primi di non abbandonare gli animali domestici. I secondi, che rimangono nel capoluogo emiliano, possono recarsi ogni sera alla Festa provinciale socialista (Bologna, 1-24 agosto 2014), consueto appuntamento nell’area di viale Togliatti, tra divertimento, gastronomia e riflessione politica.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno IX, n. 103, luglio 2014)