Il popolare social network si conferma ancora una volta uno strumento perfetto per lo scambio di materiale illegale. E mette il dito nella piaga dell’editoria cartacea in crisi
Che la carta stampata, in Italia e nel mondo, sia decisamente in difficoltà non è una novità. I giornali cartacei, che continuano a soffrire la concorrenza delle piattaforme digitali e dei social, vedono di anno in anno calare tanto le proprie entrate pubblicitarie quanto il numero di copie e lettori. Le conclusioni del Rapporto 2019 sull’industria dei quotidiani in Italia pubblicato dall’Osservatorio tecnico per i quotidiani e le agenzie di stampa “Carlo Lombardi” sono decisamente eloquenti.
Secondo tale rapporto, nonostante una lieve frenata, si registra una «continua ed inarrestabile discesa della tiratura e della diffusione di copie cartacee», una caduta libera di fronte alla quale gli abbonamenti digitali non riescono a far fronte. Secondo i dati dell’Associazione stampatori italiani giornali (Asig), in soli quattro anni, dal 2014 al 2017, in Italia si sono persi oltre 1,2 milioni di copie al giorno. Dunque, sono sempre meno gli italiani che acquistano tutti i giorni un quotidiano. «Ma – prosegue il “rapporto Lombardi” – non si può dire per questo che gli italiani non gradiscano l’informazione veicolata dalla carta stampata». Soprattutto, si potrebbe aggiungere, quando questa è gratuita. Il 24 febbraio 2021, infatti, la Guardia di Finanza di Bari ha sequestrato ben 329 canali sul noto social network Telegram che consentivano di scaricare gratuitamente copie in pdf complete di quotidiani e settimanali. Nell’inchiesta, partita dalle denunce presentate un anno fa dalla Federazione italiana editori giornali (Fieg), sono state indagate nove persone, accusate di violazione della norma sul diritto d’autore.
Proprio la Fieg ad aprile 2020, nel suo rapporto La pirateria editoriale ai tempi del Covid-19, aveva monitorato dieci canali Telegram dediti alla diffusione pirata dei giornali (una media di 57mila utenti ciascuno, con picchi anche di 200mila visitatori), registrando un aumento dell’88% di «testate illecitamente distribuite». Fruibile in prima battuta su Telegram, secondo la Fieg il pdf di un qualsiasi quotidiano poteva raggiungere «un numero indefinito di utenti», grazie alle chat di gruppo su app di messaggistica istantanea come Whatsapp e Messenger.
Le cifre diffuse dalla Fieg erano drammatiche: i danni stimati per gli operatori dell’informazione in mancati introiti – ipotizzando che il 30% degli iscritti ai canali diffondesse a 20 utenti una copia pirata, e questi a loro volta la inoltrassero a due sole altre persone al di fuori di Telegram – ammonterebbero a circa 3.272.000 euro al giorno, ovvero 1 miliardo e 175 milioni di euro in un anno. Cifre al ribasso, se consideriamo che la Federazione aveva monitorato 10 canali, mentre ne sono stati chiusi oltre 300. L’operazione della GdF barese, denominata “#cheguaio!”, ha assestato un duro colpo alla pirateria editoriale. La vicenda mostra nuovamente come le caratteristiche di una app come Telegram – presunto anonimato degli utenti e, soprattutto, dimensioni massime dei gruppi Telegram fino a 100mila utenti, contro i 256 di Whatsapp – ben si prestino alla condivisione di materiale illegale: appena un anno fa, l’osservatorio dell’associazione PermessoNegato evidenziava come su questo social si contassero 89 gruppi che diffondevano materiale pornografico non consensuale o pedopornografico e revenge porn, con una platea di circa 6 milioni di utenti.
Nonostante l’inchiesta, però, scaricare illegalmente quotidiani e riviste su Telegram resta ancora troppo facile. Basta inserire nella barra di ricerca una parola chiave semplice, come “quotidiani”, per accedere – già il 24 febbraio stesso, a poche ore dalla notizia dell’operazione #cheguaio! – a canali funzionanti come “Giornali 24 Web”, 55mila iscritti e un’offerta che spazia da Ciociaria Oggi al MessaggeroVeneto.
Questi canali si tutelano pubblicando informative che suonano come una beffa: «Materiale solo a scopo dimostrativo», dichiarano, «se il contenuto/copia è stato di vostro gradimento, supportate il lavoro comprando la copia originale». Ci sono anche gestori di canali con centinaia di iscritti che, a differenza di quelli chiusi dalla Guardia di Finanza di Bari, lucrano direttamente sulla pirateria via Telegram. Come chi offre l’abbonamento a un «canale privato dove ogni mattina, alle 9:00 in punto» vengono pubblicati i pdf dei principali quotidiani italiani. Al prezzo di 5 euro al mese, oppure 20 euro per un anno attraverso metodi di pagamento anonimi come Bitcoin; per fare un paragone, la Repubblica.it regala tre mesi di accesso a tutti i contenuti del sito a 3 euro.
Immagini (a uso gratuito) di Ludovica Dri, Bank Phrom, Christian Wiediger via Unsplash.
Edoardo Anziano
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 183, marzo 2021)