“Entrò nella mia vita nel febbraio 1932 per non uscirne più. […] Appena entrai in classe Konradin mi si avvicinò e si mise a sedere vicino a me. […] Da quel giorno fummo inseparabili. […] Sui muri erano comparse delle svastiche, un ebreo era stato molestato, alcuni comunisti percossi […]. Eravamo arrivati al dunque. Tutti i ragazzi, compreso Konradin, si alzarono per vedere cosa sarebbe successo. Questa volta ero troppo impaurito per esitare. Era vincere o morire. Colpii Bollacher sul viso più forte che potei. […] Da allora lo evitai. Sapevo che il farsi vedere con me avrebbe costituito per lui motivo di imbarazzo […]. “Forse un giorno i nostri cammini si incroceranno di nuovo. Mi ricorderò sempre di te, caro Hans! Hai avuto una grande influenza su di me”. […] “VON HOHENFELS, Konradin, implicato nel complotto per uccidere Hitler. Giustiziato“”.
(da L’amico ritrovato, Traduzione di Mariagiulia Castagnole, Feltrinelli, 2003).
Fred Uhlman
LA RILETTURA
Numerosi sono stati, nella letteratura contemporanea, i romanzi che hanno affrontato il tema dell’amicizia e della formazione morale e intellettuale dei giovani. Ricordiamo, fra i tanti, Narciso e Boccadoro di Herman Hesse, Il grande amico Meaulnes di Henri Alain-Fournier, Il giovane Holden di Jerome Salinger, Agostino di Alberto Moravia, Candido di Leonardo Sciascia, e il più recente Una barca nel bosco di Paola Mastracola.
Si tratta di argomenti che attraggono molto i lettori, perché rimandano alle esperienze che ciascuno ha fatto in età adolescenziale e che hanno contribuito a forgiarne la personalità.
Un tipico Bildungsroman – Un posto di rilievo in questo genere di narrativa è occupato da Reunion, un breve romanzo di Fred Uhlman del 1971 (a cui si è ispirato l’omonimo film di Jerry Schatzberg del 1989), pubblicato in italiano da Feltrinelli col titolo L’amico ritrovato. Uhlman, nato a Stoccarda nel 1901 e morto a Londra nel 1985, è stato un valente pittore, ma si è dedicato anche alla produzione letteraria, componendo diverse opere di successo (tra cui l’autobiografia Storia di un uomo, edita da Feltrinelli). L’amico ritrovato è un tipico Bildungsroman e parla della maturazione di Hans Schwarz, un allievo di origine ebraica del Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda – nella cui figura è possibile identificare lo stesso Uhlman. La trama si svolge in prevalenza nei primi anni Trenta, in una Germania ormai in preda ai nazisti, dove il protagonista vive in prima persona l’emarginazione e le persecuzioni razziali. Attraverso queste traumatiche esperienze, tuttavia, egli fortifica il proprio carattere, ribellandosi contro il razzismo e i soprusi dei coetanei.
Un’amicizia intensa e difficile – Il romanzo parla pure dell’amicizia, intensa e difficile, tra Hans e un suo compagno di scuola, Konradin von Hohenfels, “rampollo” di una nobile casata. I due ragazzi condividono hobby e interessi culturali, affrontando insieme le questioni cruciali dell’età adolescenziale: il rapporto conflittuale con i genitori, le discussioni su Dio e sul senso dell’esistenza, la scoperta della sessualità, lo studio. Malgrado ciò, la loro intesa a un tratto s’incrina, in seguito all’ascesa del nazismo. Hans subisce una cocente delusione, mentre assiste al Fidelio di Beethoven: il suo amico, che è accompagnato in teatro dai genitori razzisti, non gli rivolge la parola. Il chiarimento che ne segue rivela il dilemma di Konradin, diviso fra l’obbedienza alla famiglia autoritaria e l’affetto per il compagno. Ben presto anche l’ambiente scolastico diventa fortemente ostile per gli ebrei: Hans è costretto a difendersi da una proditoria aggressione di un collega nazista (Ballicher) e viene per giunta sbeffeggiato da un professore. I suoi familiari, a questo punto, decidono di mandarlo a New York, da alcuni parenti. Prima della partenza, però, riceve una lettera di addio da Konradin, che gli conferma la propria stima e simpatia.
Una scoperta tragica e consolante – Negli ultimi due capitoli, ambientati negli anni Sessanta, Schwarz vive a Boston, dove si è sposato e svolge proficuamente la professione di avvocato. Morti suicidi i suoi genitori, egli ha tentato di dimenticare il passato e non ha più voluto ricevere notizie di Konradin. La vita, però, gli riserva una sorpresa, destinata a farlo riconciliare – seppur idealmente – con l’amico perduto. Inattesa, infatti, giunge dal Karl Alexander Gymnasium la richiesta di sottoscrivere la costruzione di un monumento per gli studenti morti in guerra. Alla lettera è allegato un opuscolo, con i nomi dei caduti. Hans inizia a sfogliarlo, saltando dapprima la lettera “H”: si accorge così che ben trentasei suoi compagni di scuola sono deceduti “das 1000-jährige Reich“! Infine, si decide. Vuole scoprire se anche il nome di Konradin è inserito nell’elenco. E la verità che gli si svela, nell’inatteso epilogo del romanzo, è insieme tragica e consolante: l’amico “ritrovato” non è morto combattendo per il nazismo, bensì partecipando a una congiura contro Hitler. E, con questo gesto coraggioso, ha saputo riscattare gli errori commessi in precedenza.
L’immagine: la copertina del libro.
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno III, n. 27, marzo 2008)