Proposta del coordinamento romagnolo del Psi, che volentieri ospitiamo sulla nostra rivista
Nell’Europa dei popoli, e non più degli Stati, è sulle comunità locali che deve fondarsi una coraggiosa riforma istituzionale. Il Coordinamento delle Federazioni romagnole del Partito socialista italiano, di fronte al susseguirsi di dichiarazioni sulla riorganizzazione istituzionale delle province della Romagna, spesso contraddittorie e, comunque, sempre espressione di opinioni personali e mai di esplicite prese di posizione di carattere politico da parte dei partiti, o dei Comuni e delle Province stesse, ritiene opportuno dire con chiarezza qual è la propria posizione in merito.
Innanzitutto, i socialisti romagnoli condividono la necessità di porre mano, a livello nazionale e locale, alla riduzione numerica e alla ridefinizione dei compiti delle amministrazioni provinciali, impropriamente aumentate nel corso degli anni, favorendo la loro unione territoriale in conformità a parametri oggettivi, quali l’estensione del territorio e il numero degli abitanti, ma, soprattutto, nel rispetto delle caratteristiche socioeconomiche e culturali delle popolazioni interessate e, non meno, in coerenza e continuità con processi storici d’integrazione che, come nel caso specifico della Romagna, seppure resi difficili dalla forte volontà d’ogni comunità locale di affermare la propria specificità, non si sono mai interrotti.
La Romagna può e deve costituire, a parere dei socialisti romagnoli, un nuovo momento unitario di governo sovracomunale, capace di collaborare con i Comuni dell’intero territorio romagnolo, così com’è auspicabile che avvenga anche nelle restanti province dell’Emilia, assolvendo il ruolo di livello istituzionale d’interlocuzione intermedia con la Regione Emilia-Romagna, nelle funzioni e nelle competenze specifiche che la legge nazionale e la Regione stessa decideranno di affidargli. I socialisti romagnoli ritengono sia giunto il tempo di passare dalle parole, con le quali per decenni si è auspicata la necessità di trovare una unità programmatica della Romagna, alla pratica attuazione d’intese politiche e istituzionali che, pur considerando le singole realtà territoriali, puntino a realizzare l’obiettivo di una dimensione economica, sociale, culturale e di un’identità romagnola ancora più forte e, soprattutto, che non si arrestino di fronte alle meschine diatribe e alle divisioni campanilistiche del passato.
La gravità, l’estensione e la presumibile non breve durata della crisi economica che investe il mondo occidentale, impongono chiarezza d’idee, fermezza di decisioni e, soprattutto, impongono una visione politica del futuro in cui i valori di riferimento per i governi sovranazionali, nazionali e locali, siano caratterizzati dalla costante ricerca della massima capacità e rapidità decisionale degli esecutivi, dall’appropriatezza finanziaria degli interventi, dall’efficienza e dall’efficacia dei servizi resi ai cittadini e, quale fermo, perenne e irrinunciabile convincimento dei socialisti romagnoli, italiani ed europei, da una visione politica e da una concreta azione di governo che non dimentichino mai il valore della democrazia, della libertà e della giustizia sociale attraverso il rispetto dell’uomo e, su tutti, di chi resta indietro.
(10 luglio 2012)
Il Coordinamento delle Federazioni romagnole del Partito socialista italiano
(LM EXTRA n. 29, 20 luglio 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 79, luglio 2012)