In occasione del 10 febbraio, Giornata del ricordo in memoria dei martiri delle foibe, ripercorriamo le vicende dei nerostellati, compagine calcistica che negli anni Trenta calcò i campi della serie B italiana
Quest’anno LucidaMente celebra la Giornata del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, che ricorre il 10 febbraio di ogni anno, rievocando la storia di una gloriosa squadra istriana di calcio, sparita anch’essa nel gorgo della Seconda guerra mondiale e delle pulizie etniche attuate nell’immediato dopoguerra.
Comincia tutto nel 1918, con la fine della Grande guerra: si torna alla vita, le famiglie si riuniscono dopo anni di ansia e paura. A Pola, sulla punta meridionale della penisola istriana, la popolazione festeggia la ormai certa annessione al Regno d᾽Italia: un ricongiungimento con la madrepatria atteso dai tempi lontani della Repubblica di Venezia.
È in questo clima che nella città in cui sarebbero nati, tra gli altri, Sergio Endrigo e Alida Valli, il 27 novembre viene fondata la squadra di calcio chiamata Gruppo Sportivo Fascio Giovanni Grion. È da notare come il fascio, in quel 1918, era ancora inteso nel suo significato repubblicano e “mazziniano” di unione che fa la forza: nulla a che vedere coi risvolti politici mussoliniani che avrebbe assunto pochi anni più tardi. La denominazione della neonata compagine costituisce inoltre un omaggio al cittadino polese Giovanni Grion, militare caduto sull᾽Altopiano di Asiago il 16 giugno 1916.
Anche la scelta della divisa di gioco, una maglia nera con una stella bianca posta all᾽altezza del cuore, cela una storia particolare. Non si tratta di un semplice omaggio alla tenuta del Casale, formazione piemontese che nel 1914 aveva vinto l᾽ultimo campionato giocato prima della sospensione bellica. In realtà, la scelta è legata a un fatto avvenuto all᾽inizio del 1919. Al porto di Pola giunge una corvetta americana. Alcuni marinai ubriachi iniziano a molestare donne e ragazze, provocando la reazione dei polesi che reagiscono inseguendoli fino alla loro imbarcazione; uno di questi riesce a salire sulla nave e a strappare dalla bandiera americana una stella, appuntandosela al petto. Da quell᾽episodio, mai dimenticato, nascerà la maglia nerostellata del Grion.
Il primo decennio in cui il Grion partecipa ai campionati italiani non è foriero di grandi soddisfazioni per il sodalizio istriano, sempre impegnato nelle categorie regionali. La svolta arriva, inattesa, al termine dell᾽edizione 1931-32 del torneo di Prima Divisione (l᾽odierna Lega Pro): in quell᾽anno i nerostellati, dopo aver concluso al secondo posto il girone A davanti al Mantova, vincono a sorpresa il raggruppamento finale avendo la meglio sulle più quotate Foggia, Salernitana e Forlì e conquistano una clamorosa promozione in serie B.
La stagione 1932-33, pertanto, vede i polesi al debutto in cadetteria: i mezzi della società sono modesti, e si decide di continuare a schierare una squadra composta perlopiù da calciatori locali, come il portiere Valerio Dinelli e i difensori Armando Vatta e Nicolò Poiani. Alla prima giornata, il Grion pareggia in casa per 0-0 con il Messina, dimostrando di poter reggere l᾽impatto con la nuova categoria. E, infatti, così sarà, seppure con qualche sofferenza di troppo: a fine campionato i nerostellati si classificano al 14° posto, conquistando la permanenza in serie B per la stagione successiva.
Quella del 1933-34 passerà alla storia come l᾽annata migliore di sempre del Grion: gli istriani toccano vette mai raggiunte, concludendo al 6° posto il girone B del torneo cadetto (che nel frattempo era stato diviso in due raggruppamenti). L᾽arrivo a Pola dell᾽allenatore ungherese Elemér Kovács nell᾽estate del 1933 dà la svolta al gioco dei nerostellati, che rendono il campo di casa un fortino quasi inespugnabile: tra i risultati più significativi, si ricorda il successo per 6-0 sul Verona del 14 gennaio 1934.
Ma, come tutte le favole, anche quella dei polesi conosce una fine. Sul campo accade nella stagione 1934-35, la terza consecutiva in serie B: dopo un inizio stentato, con ben cinque sconfitte consecutive, il Grion vive il suo declino nel modo peggiore. Il 27 gennaio 1935 a Pola arriva la Pistoiese, che rimonta per due volte il vantaggio dei padroni di casa: la rete del 2-2 degli arancioni, però, appare irregolare ai giocatori e al pubblico nerostellato, e in campo scoppia una gigantesca rissa. In conseguenza dell᾽accaduto, il giudice sportivo assegna la vittoria a tavolino alla Pistoiese e commina pesanti squalifiche a numerosi calciatori della compagine istriana: la dirigenza del Grion, in gravi difficoltà economiche, ritenendo la retrocessione ormai inevitabile, decide quindi di ritirare la squadra dal torneo.
Purtroppo il peggio deve ancora venire, per Pola e per tutta la comunità italiana dell᾽Istria. Dopo altre otto stagioni in serie C, nel 1943, a causa della guerra, il Grion sospende la propria attività senza poterla mai più riprendere al termine del conflitto. La Storia, quella con la esse maiuscola, sarà un avversario impossibile da battere per quelle maglie nere con una stella sul cuore.
Roberto Lullo
(LucidaMente, anno XI, n. 122, febbraio 2016)