Esce a metà aprile il primo ep (“Settings_1”) di un trittico, a sua volta secondo capitolo di una trilogia progettata da un gruppo originale e davvero “indie”
Se a un gruppo musicale piacciono gli incastri e un’idea che si fonda su una sequenza (1, 2.1, 2.2, 2.3, 3) anche noi, allora, diamo i numeri. Uno. Partiamo con lo spiegare da dove deriva il nome della band: Pin Cushion Queen. L’ascendente è di quelli che fanno tremare le vene. Si tratta di una delle celebri quanto inquietanti e gotiche filastrocche di quel geniaccio di Tim Burton.
Due. Il gruppo, i musicisti, la produzione precedente. i Pin Cushion Queen nascono nel 2007 tra Parma e Bologna dall’interazione tra Igor Micciola (chitarra, synth e voce) e Maurizio Minetti (batteria), che producono un demo con quattro composizioni. Nel 2010 si aggiunge Marco Calandrino (basso, synth e voce). Poco tempo dopo Minetti preferisce intraprendere la strada solista (Suraka). Alle percussioni, quindi, gli subentra prima Diego Tininini, quindi l’attuale Nicola Zanardi. Nel 2011 è la volta di Cha3, demo costituito da cinque brani, nonché primo passo di una trilogia.
Tre. Il nuovo progetto. I personaggi di Cha3-Characters vengono avvicendati dalle ambientazioni di Settings, da intendersi come secondo appuntamento della trilogia sonora già iniziata, il cui terzo capitolo sarà fondato sulle vicende, sulle narrazioni, sugli avvenimenti, Stories, appunto. A sua volta, anche Settings è suddiviso in tre parti, tre ep, il cui primo capitolo è dunque Settings_1, in uscita il 13 aprile 2016. Le parole d’ordine del nuovo processo creativo della band sono “dilatazione”, “ciclicità”, “eclettismo”. Un rock dai colori tenebrosi, con risonanze che vanno dal punk all’elettronica teutonica, dal noise Usa al trip hop. Riferimenti? Battles, Liars, Shipping News, gli ultimi Radiohead. E, soprattutto, grazie alle due voci di Micciola e Calandrino, usate per lo più congiuntamente, con un effetto corale melodico, quasi uno strumento musicale aggiunto.
Quattro. Come descrivere i tre componimenti contenuti in Settings_1? Il primo è Background: vitalissimo, ti avvolge ipnotizzandoti e poi ti trasporta entro ermetiche dimensioni sconosciute. Il secondo è Mechanical liars: dopo un inizio ruvido, assume movenze sinfonico-progressive, con spunti psichedelici, per chiudere con modalità beffarde. L’ultima composizione ha il suggestivo titolo di Cracks in the ice: un’apertura dolcissima, poi un movimento evolutivo raffinato, setoso e diafano. Preziosi merletti sonori. Cinque. Buon ascolto.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XI, n. 124, aprile 2016)
Recensioni discografiche del direttore Tripodi: Pin Cushion Queen: il canto come melodia Manuel Volpe intimo e visionario La versatilità musicale di Capvto La magia elettronica dei Torakiki La forza della voce di DonnaKatya, la musica dei The SuperFeed Piccola orchestra Vale & The Varlet La musica e le parole degli Ono La misteriosa voce di Armaud I nuovi merletti vocali di Suz «Questo profumo dei nostri anni morti» La musica e le immagini di Giovanni Dal Monte La bella vita di Guido Elmi L’opzione rock dei The Maniacs I Pristine Moods e la magia del theremin Il vortice vocale di Rocío Rico Romero La fine della “Chimera” del XX secolo e la crisi dell’Occidente Un disco senza “Failing” Godblesscomputers, Johann Sebastian Punk, K-Conjog, Portfolio Il disco imbullonato dei The Gentlemen’s Agreement Suoni antichi, eppure nuovi… comunque freschi e morbidi Il nuovo immaginario musicale dei Junkfood Saluti da Saturno, ovvero l’optigan d’autore L’avvincente viaggio musicale del signor Rossi La seconda primavera di Simona Gretchen, Eterea e Crimea X Sophisticated Suz Dissonanti armonie dal XXI secolo