Non è un caso: è la conclusione, sempre in divenire, di un lungo percorso, che parte dalla cultura classica e cristiana per giungere, attraverso molteplici percorsi culturali, come l’amor cortese o il romanticismo, al femminismo delle suffragette
Lo scorso 25 novembre si è celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. In realtà, le donne vivono condizioni esistenziali, sociali, culturali, sociali, molto diversificate sul pianeta, con il mondo occidentale che è per fortuna pervenuto alla quasi sostanziale parità e al raggiungimento della dignità femminile. Detto questo, e quindi facendo riferimento solo alla società occidentale, per sgombrare il campo da ogni equivoco, ci sembrano doverose almeno un paio di premesse.
Violenze di serie A e di serie B
La prima è che ogni violenza o assassinio compiuti in ambito domestico o per gelosia o per una malintesa “passione amorosa” è di troppo. La seconda è che tali tipi di delitti, specie se efferati, andrebbero puniti, a nostro modesto parere, con la pena capitale (ma quest’ultima in Italia è anticostituzionale…). Detto questo, la ricorrenza, come quasi tutte le altre “giornate” istituzionali politicamente corrette dedicate a “qualcosa”, ci sembrano assumere la funzione di arma di distrazione di massa al servizio del pensiero unico oggi imperante.
Come per il Black lives matter o l’ecologismo alla Greta Thunberg, vengono denunciate ed enfatizzate problematiche sulle quali non si può che essere d’accordo, ma senza incidere sulla questione. La funzione di tali “movimenti” è, pertanto, quella ideologica di criminalizzare presunti nemici, sviando l’attenzione da quelli veri, nonché da orrori non meno atroci (morti per omicidi stradali, suicidi di disoccupati per motivi lavorativi e di piccoli imprenditori per difficoltà finanziarie, diffusione delle droghe a livelli ormai incontrollabili…). Nella fattispecie, si è creato il termine femminicidio brandendolo come un’arma per seminare odio.
Realtà e ideologia
Ricordiamo ancora una volta che stiamo parlando dell’Occidente e non di culture/civiltà dove si praticano clitoridectomia, infibulazione, precoci matrimoni combinati o segregazioni famigliari e sociali delle donne. Nel nostro spazio geopolitico, da anni molteplici studi credibili e statistiche ufficiali riportano dati che ci fanno capire come la realtà propagandata e fatta percepire sia diversa da quella effettiva, sia nelle cifre (vedi Toh, c’è pure il “maschicidio”. E tanto…; Allarme maschicidi. Gli uomini vittime quanto le donne. Ma nessuno ne parla) sia nella fenomenologia [Uomini maltrattati (da donne)], per non parlare di argomenti tabù per motivi di discriminazione positiva (La violenza domestica nelle coppie gay).
«Venuta / da cielo in terra a miracol mostrare»
Sebbene ancora ci siano molti passi da compiere in campo lavorativo e salariale, è innegabile che la condizione femminile sia molto diversa tra l’Occidente e il resto del mondo. E, allora, mentre le vie e le piazze cittadine italiane ed europee, ancora caratterizzate dalla dolcezza architettonica della civiltà classica, medievale, rinascimentale, barocca, liberty, vengono attraversate da sempre più donne velate o proprio intabarrate, qualche domanda bisognerebbe pur farsela.
Come mai solo in Occidente la donna è considerata, sia giuridicamente sia – il che è anche più importante – nella mentalità comune, alla pari dell’uomo? Anzi, come mai, è apprezzata, stimata, ammirata, amata…? E descritta, non solo da Dante Alighieri, come «venuta / da cielo in terra a miracol mostrare»? Soprattutto nel mondo islamico, ma anche in quello africano e asiatico, la concezione spesso dominante della donna oscilla tra quella di una minus habens, valida solo come fattrice di figli, quella di una bestia da soma e, se non “protetta” da un uomo (marito, padre, fratello, parente), quella di un corpo a disposizione sessuale di tutti i maschi in calore. Pure in America latina emerge ancora il machismo.
I semi della parità
Certo, stiamo generalizzando; ma le differenze tra le diverse civiltà nei confronti della considerazione delle donne esistono e non si stanno attenuando. Il processo che ha portato alla piena libertà e uguaglianza della donna in Occidente è stato lungo. Tuttavia, da nulla nasce nulla. Occorre sempre un seme che, magari dopo molto tempo, faccia sorgere una piantina; ci vorrà del tempo ancora, ma, pur tra intemperie e vandalismi, essa diventerà un albero forte e con robuste radici. Appunto, quali sono i semi e le radici che hanno permesso alla donna occidentale di pervenire alla sostanziale parità e, in certi casi, persino a una sorta di discriminazione positiva, cioè a scapito dell’uomo (si pensi, ad esempio, alle cosiddette quote rosa)?
Cristianesimo e amor cortese
Allora, da ateo e laico, anche a costo di scandalizzare gli ideologizzati, crediamo si possa affermare che per giungere al rispetto delle donne e alla parità femminile sia stato fondamentale che la religione cristiana abbia sempre celebrato una figura femminile, rappresentandola sempre con attributi positivi. Stiamo ovviamente parlando di Maria; ma persino la Maria Maddalena “peccatrice” dell’immaginario popolare – l’identificazione storica resta controversa – è entrata a far parte del pantheon cristiano e dell’iconografia.
D’accordo, piccoli semi, ma da quelli è nato tutto il resto. Già la cultura pagana greco-romana aveva sublimato l’immagine femminile, seppure con peculiarità meno sacre (ma non si dimentichino le sacerdotesse) e piuttosto erotiche. Nello stesso periodo medievale, dominato in toto dalla cultura cristiana, sorgono movimenti culturali, letterari e artistici come quelli dei trovatori, dell’amor cortese, del Dolce stil novo, che declamano la figura femminile con tutte le sue peculiarità.
Romanticismo e socialismo
In pittura, la possibilità di raffigurare le sembianze umane, proibita invece dall’aniconismo islamico, addolcisce gli animi, umanizza il messaggio divino e metafisico, rende omaggio alla bellezza e alle qualità femminili. Con l’Umanesimo e il Rinascimento, si recupera la cultura classica e persino pagana e la donna oscilla tra il sacro e il profano, spesso in una meravigliosa e magica sintesi. L’Illuminismo comincia a valorizzare l’intelligenza femminile. Il Romanticismo rappresenta il trionfo dei sentimenti e dell’amore verso la donna. Durante il Positivismo abbiamo tante donne-scienziato.
Infine, i movimenti socialisti, operai e sindacali conducono al movimento delle suffragette e al sacrosanto diritto al suffragio universale. Beh, abbiamo compiuto in poche righe un viaggio di duemila anni. Ma senza le correnti religiose, artistiche, culturali, filosofiche, politiche, sociali, scientifiche, che abbiamo rapidamente elencato, ma delle quali le altre civiltà sono prive, non avremmo l’attuale libertà e parità del genere femminile nella contemporanea società occidentale.
Iconografia
Le immagini: Jacopo di Arcangelo detto del Sellaio (Firenze, 1441 circa – Firenze, 1493), Madonna col Bambino, san Giovannino e due angeli, 1480-1485, Collezione Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (Foto © Alessandro Fiamingo per gentile concessione del Castello di Rivoli Museo d’Arte contemporanea; tale bellissima opera d’arte ha avuto una storia tormentata: leggi Un dipinto di Jacopo del Sellaio sequestrato dai nazisti riscoperto dal Museo Castello di Rivoli); Sandro Botticelli (Firenze, 1445 – Firenze, 1510), Nascita di Venere (1482-1485 circa, tempera su tela di lino, 172×278, Firenze, Galleria degli Uffizi).
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XV, n. 180, dicembre 2020)
Bell’articolo, ma spiegherei meglio la questione dei movimenti come quelli di Greta Thunberg perché non si capisce in che senso questi movimenti siano un pochino da accusare…
Gentilissimo Simone, abbiamo cercato di spiegarlo all’interno dello stesso articolo:
“Vengono denunciate ed enfatizzate problematiche sulle quali non si può che essere d’accordo, ma senza incidere sulla questione. La funzione di tali movimenti è, pertanto, quella ideologica di criminalizzare presunti nemici, sviando l’attenzione da quelli veri, nonché da orrori non meno atroci (morti per omicidi stradali, suicidi di disoccupati per motivi lavorativi e di piccoli imprenditori per difficoltà finanziarie, diffusione delle droghe a livelli ormai incontrollabili…)”.
In parole povere, molto fumo e niente arrosto. In particolare, nel caso della Thunberg, non si dice che i maggiori inquinatori non sono Europa e Usa, messi sotto accusa, ma paesi come Cina e India. Del resto, su 7 miliardi di abitanti, solo circa uno vive nelle nazioni accusate ideologicamente dalla Thunberg.
Stesso discorso per il femminismo: la quasi totalità delle violenze contro le donne viene commesso fuori da Usa e Unione europea.
Come mai le femministe la Thunberg non vanno a protestare nei paesi islamici o in Cina? La risposta è ovvia. Molto più semplice e sicuro farlo dove c’è la democrazia e la libertà di parola e non laddove si rischia l’arresto o peggio…
Carissimo direttore
sono perfettamente d’accordo con Lei sul fatto che nel Cristianesimo la donna ha sempre avuto un ruolo importante e di rispetto e, in alcuni casi, anche di superiorità rispetto all’uomo.
Nostro Signore Gesù, alle nozze di Cana, fece il primo dei suoi miracoli in seguito alla richiesta della Madre.
Quando è risorto, si è fatto riconoscere prima dalle donne poi dai discepoli.
In una società maschilista, Lui era femminista.
E’ proprio vero: la cultura Cristiana vuole che le donne abbiano la stessa dignità degli uomini.
Suo affezionatissimo Vincenzo M.