In questo articolo, l’esperienza di chi ha vissuto l’evento di persona. Uno spettacolo a tutto tondo, nel quale la multimedialità e la simpatia dei due cantanti hanno fatto da coprotagoniste
Venerdì 12 luglio 2019 allo stadio bolognese Dall’Ara si sono esibiti Laura Pausini e Biagio Antonacci in un concerto a due voci. All’evento, tappa del tour estivo negli stadi dei due cantanti, abbiamo partecipato anche noi. Desideriamo quindi farvi vivere l’emozione mediante quello che sembrerà più un diario di bordo che una recensione vera e propria dell’esibizione. Qualche numero prima di iniziare: 190 minuti di show e 49 brani interpretati, alcuni a due voci e altri singolarmente, anche tramite scambio di ruolo.
Ci siamo assicurati i biglietti in tribuna a marzo scorso; allora il 12 luglio sembrava una data lontanissima. La giornata in questione non è particolarmente calda; tanto che, immaginando di restare al concerto fin verso la mezzanotte, non dimentichiamo di prendere una leggera felpa. Parcheggiata l’auto in zona stadio verso le venti, abbiamo appena il tempo di assaporare qualche stuzzichino in un bar-rosticceria su via Andrea Costa, prima di affrontare a piedi il chilometro che ci separa dal Dall’Ara. Ma, indossando una mise piuttosto sportiva, questo tragitto non è un problema. Il serpentone umano scorto presso i vari ingressi ci lascia perplessi, dato l’orario ormai prossimo all’inizio del concerto. Non ci lasciamo abbattere e, biglietto alla mano, affrontiamo l’accesso di nostra competenza. I posti assegnatici sono all’estremità della tribuna numerata, quasi di fronte al palco allestito per l’evento, il quale immediatamente appare ai nostri occhi vastissimo e all’insegna della multimedialità. Osserviamo la sua estensione sull’intera area della curva San Luca, che si allarga sul prato in un’ampia ala costituita ai lati da due grosse lettere: sulla sinistra una L e sulla destra una B.
Nel settore prato “gold” notiamo spettatori anche tra le loro insenature: nel corso del concerto, queste passerelle verranno percorse dai due cantanti e dai ballerini che si esibiranno in variopinte performance. Alle ventuno precise uno scroscio di applausi separa la musica registrata – di intrattenimento – di Pausini-Antonacci dalle note di Un’emergenza d’amore, interpretata da una voce femminile che credevamo di conoscere appieno: il timbro, forse, ma non la potenza, mantenuta ad altissimi livelli per l’intera durata del concerto. Gli schermi laterali situati sopra il palco permettono di scorgere meglio i numerosissimi movimenti dei due artisti durante l’esibizione. Ma anche i colori degli abiti da loro indossati, per la Pausini più sgargianti a ogni successivo cambio. Fra i vari marchi utilizzati, Armani è la firma degli abiti femminili scelti in occasione dell’opening e della chiusura del concerto e di tutti i costumi indossati da Antonacci.
Il repertorio musicale degli artisti ci fa ripercorrere più di un ventennio di emozioni. I quattro medley eseguiti in coppia e le canzoni interpretate individualmente confermano ancora di più le nostre certezze: la Pausini è un animale da palcoscenico dotato di una voce di una potenza unica; Antonacci è l’interprete perfetto per canzoni che egli stesso scrive con la delicatezza di un poeta sopraffino. Alcune di queste le ha proposte proprio alla sua collega di palco ed è subito stato un successo incredibile: Vivimi e Fra te e il mare ne sono stati una entusiasmante dimostrazione. Negli intervalli fra i brani, di questo e d’altro hanno piacevolmente colloquiato – la Pausini anche in dialetto romagnolo – i due protagonisti, seduti su un divano all’interno di una stanza allestita con una modernissima scenografia, cui ha partecipato anche il gruppo Hera con il progetto Scart [che riguarda il riutilizzo dei rifiuti, ndr]. Appesi al muro dell’improvvisata location, due quadri raffiguranti altrettanti bizzarri personaggi: in uno, Vincent van Gogh con il volto di Antonacci, nell’altro, il viso della Pausini versione “ragazza con l’orecchino di perla”. Gli stessi che, in un precedente sketch animato, hanno preso vita e ironizzato sul concerto dei cosiddetti “Pausinacci”.
Quello cui abbiamo partecipato non è stato, insomma, soltanto un concerto. È stata anche un’esplosione di luci, di coriandoli e di invenzioni pirotecniche ideate dal coreografo Luca Tommassini; è stato ritmo che pulsava nelle nostre vene sulle note, per esempio, di E.STA.A.TE e Non vivo più senza te; è stato affetto reciproco puro dimostrato dai due protagonisti durante la loro esibizione, spesso mano nella mano. Ma anche una sentita riconoscenza verso Bologna, la città che Antonacci ha scelto come dimora, facendola propria nel cuore, e il luogo nel quale la Pausini ha desiderato far nascere la propria amatissima figlia. Lo show ha favorito anche una conoscenza dei due artisti meno superficiale di quella che consente la televisione, attraverso aneddoti da loro stessi raccontati con ironia e smisurata simpatia. È stato infine il ringraziamento a persone che hanno contato molto nella vita privata di entrambi: primo fra tutti il ginecologo, presente al concerto, che ha fatto partorire mamma Laura. E il calore di cui ci siamo sentiti circondati per l’intera durata della serata ci ha fatto dimenticare di aver portato la felpa.
Le immagini: alcuni momenti del concerto e scatti del palcoscenico (foto a cura dell’autrice dell’articolo).
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno XIV, n. 164, agosto 2019)