Che il bisogno, la fame (e non solo o non sempre quella che affligge i bambini del Terzo Mondo), l’ignoranza, siano elementi di ricatto utilizzati dal potere è un dato di fatto persistente, che non dovrebbe invece più esistere in una società veramente democratica ed evoluta. Mentre i tempi cambiano, non altrettanto automaticamente si modificano alcuni comportamenti.
La tendenza di chi governa sembra essere sempre quella di esercitare il potere senza tener conto delle reali esigenze dei cittadini, che pure hanno delegato i propri rappresentanti, tramite il voto, affinché tutelassero i loro diritti.
L’ignoranza degli “onorevoli” – Molto frequente, infatti, è l’atteggiamento di distacco e di superiorità che viene tenuto da una gran parte dei rappresentanti della classe politica nostrana, pure quando, in occasione di incontri e convegni, essi vengono invitati più per la carica che ricoprono, anziché per le competenze di cui sono realmente in possesso (e che spesso rivelano di… non avere!). Però, essendo “onorevoli”, si sentono superiori ai comuni cittadini, anche se i conduttori del programma televisivo Le jene a più riprese ne hanno svelato l’ignoranza. Quando si scende a livello locale la situazione non migliora. A parte qualche rara eccezione, il livello culturale è davvero basso. Tuttavia, i consiglieri regionali continuano a farsi chiamare “onorevoli”, pur essendo dimostrato giuridicamente che quel titolo non è loro dovuto, anzi gli viene attribuito indebitamente.
Servilismo fuori luogo – Capita non di rado che ad assegnare ai politici locali il titolo onorifico siano professionisti e dirigenti scolastici, dai quali sarebbe lecito aspettarsi un minimo di cultura e di dignità personale. Invece, costoro – quali novelli cicisbei – spesso accolgono servilmente i rappresentanti del popolo sovrano, quasi a volersene accattivare la benevolenza. Un comportamento fuori luogo, che denota subalternità e sottomissione culturale e che contagia i “meno abbienti”, per i quali, al contrario, professionisti e dirigenti pubblici dovrebbero fungere da buon esempio e da stimolo. Insomma, la strada del riscatto civile delle masse, che avrebbe dovuto essere spianata proprio dalle classi dirigenti, è ancora in salita. E continuerà a esserlo anche in futuro, almeno finché non si affermeranno il senso del diritto e il rispetto dei ruoli, al di là di tanti retorici proclami.
L’immagine: Nike (terracotta patinata, 2002), immagine gentilmente concessa da © Francesco Cento.
Alberto Volpe
(LucidaMente, anno II, n. 19, luglio 2007)