Un filmmaker indipendente che descrive con ironia una malinconica umanità. Il suo nuovo lavoro, “Marriage story”, è stato presentato alla 76a Mostra internazionale del cinema di Venezia
Alla soglia dei 50 anni Noah Baumbach è uno tra i filmmaker più conosciuti del cinema indipendente e lo scorso 29 agosto ha lanciato alla 76a Mostra internazionale del cinema di Venezia la sua opera più recente, Marriage story, che vede tra gli attori principali Adam Driver e Scarlett Johansson. Il primo è noto per aver recitato sotto la direzione di Martin Scorsese, Spike Lee, Jim Jarmusch.
La Johansson non avrebbe bisogno di presentazioni ma, per i più inesperti, la si può vedere in Lost in translation, Match point e nel ruolo della Vedova Nera nella pellicola omonima (serie Marvel Cinematic Universe), solo per citare alcuni titoli. Il tema affrontato in Storia di un matrimonio (titolo tradotto fedelmente dall’inglese) è ovviamente la rottura fra marito e moglie, lo stesso de Il calamaro e la balena, uno tra i lavori più noti di Baumbach grazie alla candidatura all’Oscar nel 2006 per la miglior sceneggiatura originale. Tentando, però, di fare un confronto fra i due lungometraggi, quello più datato sembra essere un mélange tra i personaggi idiosincratici di Wes Anderson e le atmosfere newyorkesi di Woody Allen. Quello di oggi, invece, pare richiamare nello stile narrativo La scomparsa di Eleanor Rigby (diretto da Ned Benson nel 2013), pellicola in cui è presente una doppia focalizzazione orientata a sviscerare entrambi i punti di vista dei personaggi.
Una prospettiva che Baumbach, per il suo nuovo lavoro, adotta a partire dal trailer. Infatti, il trafiletto promozionale si apre con le voci prima dell’uno poi dell’altra riguardo a ciò che amano del consorte; poi, purtroppo, arriva la doccia fredda: un’aula di tribunale. La storia si presenta dunque come il racconto di un amore all’interno di ciò che ne sancisce la fine, la separazione. Procedendo e dando uno sguardo generale alle realizzazioni precedenti di Baumbach, si ha la percezione che siano tutte volte a comporre un mosaico: quello della commedia umana. Nello specifico, sotto la lente della cinepresa il regista cerca di mettere a fuoco il senso d’incompiutezza che pervade i suoi protagonisti, che essi siano studenti, neolaureati, coppie sposate, figli di genitori divorziati, fratelli e famiglie alle prese con situazioni problematiche. Lo spettatore ha l’impressione che la condizione sociale rappresentata sullo schermo esprima un po’ la sospensione tra diverse tappe dell’esistenza.
Una sensazione che chiunque si analizzi nel profondo deve fronteggiare nel proprio percorso di crescita. Per divenire una persona “vera” bisogna farsi forgiare dalle vicissitudini e ciò comporta inevitabilmente tormenti e ferite. Baumbach riesce a rendere eccezionalmente tale processo attraverso una spiazzante leggerezza. E per leggerezza ci si riferisce alla definizione che ne dà Italo Calvino, per la quale non s’intende superficialità ma il «planare sulle cose senza macigni sul cuore». Esempi lampanti ne sono due tra i suoi movies più apprezzati: Lo stravagante mondo di Greenberg e Frances Ha. In uno il soggetto è Greenberg (Ben Stiller), uomo sui quarant’anni, e nell’altro Frances (Greta Gerwig), ventisettenne senza un suo posto nel mondo. Nonostante i protagonisti differiscano per sesso ed età, la goffaggine, l’inadeguatezza e il mancato tempismo di ambedue scaturisce in un effetto di comicità malinconica, nella quale potersi rispecchiare e consolare.
Finalità che lo stesso Noah dichiara: «I film sono stati per me una cura in alcuni dei momenti più bui della mia vita e mi hanno aiutato a capire ciò che credevo andasse oltre la mia comprensione. Sedendomi in una sala cinematografica, lasciavo che il meccanismo dell’empatia insito nel cinema agisse su di me. […] I film sono un antidoto, […] un mondo non di separazione ma di amore». Per i più curiosi, comunque, Marriage story sarà disponibile su Netflix in autunno e distribuito in cinema selezionati. Nel frattempo, sulla piattaforma online sono già reperibili Scalciando e urlando e The Meyerowitz stories. In quest’ultimo sempre lo stesso Driver compare in un cameo a fianco di Ben Stiller. Come si sarà notato, un tratto caratteristico di Baumbach è la propensione a lavorare con la medesima cerchia di attori, ma anche con l’ex moglie Jennifer Jason Leigh (la Daisy Domergue in The hateful eight di Quentin Tarantino) e l’attuale compagna Greta Gerwig. Una sorta di squadra che ogni tanto si estende, aprendosi ad altri interpreti e che racconta storie di ordinaria familiarità.
Le immagini: la locandina di Marriage story; una foto di Noah Baumbach; la locandina de Lo stravagante mondo di Greenberg; Greta Gerwig in una scena di Frances Ha.
Arianna Mazzanti
(LucidaMente, anno XIV, n. 165, settembre 2019)