Perché si tratta di un’opera costosa, assurda e inutile
Stamattina il Cipe si è espresso nuovamente, confermando a distanza di un anno lo stanziamento dei 234,6 milioni di euro in project financing per la cosiddetta “Bretella Campogalliano-Sassuolo”, ovvero un’autostrada che collegherebbe il Distretto ceramico all’innesto della A1/A22 per totali 15 km, alla modica cifra di 15 milioni/km in quota pubblica.
Quello che il ministro Matteoli sa benissimo, richiamato anche da un’interrogazione parlamentare dei deputati radicali, è che esiste oramai da tanti anni una strada catalogata Extraurbana Principale che collega Sassuolo all’Autostrada A1, interamente a doppia corsia per senso di marcia. Realizzata dall’Anas e dalla Provincia di Modena, la NSA72 (meglio conosciuta come Modena-Sassuolo) è di fatto l’infrastruttura più importante del Distretto ceramico e sopporta perfettamente i carichi di traffico a cui è sottoposta. Tant’è che nel settembre 2009, quando a Sassuolo venne inaugurato il raddoppio della Pedemontana fino all’ingresso della Modena-Sassuolo (ovvero il collegamento della città all’autostrada interamente a 2 corsie p.s.m.), lo stesso sindaco Luca Caselli per l’occasione dichiarò che si raggiunge Modena in soli 10 minuti. Nessuno lo smentì, e di fatto non ce n’è bisogno nemmeno oggi.
Tutto nasce dalla centralità dello scalo merci di Marzaglia, un’area asfaltata di circa 350 mila metri quadri, in via di realizzazione, a due passi dalla Riserva naturale della cassa di espansione del fiume Secchia e dal tracciato dell’A1.
La bretella, infatti, collegherebbe per un brevissimo tratto l’A1 allo scalo merci (questo inizialmente era stato deliberato dal Cipe) per poi proseguire lungo la sponda destra del fiume Secchia fino a Sassuolo (questo è ciò che il Cipe ha deliberato oggi e l’anno scorso). Tenuto conto della viabilità attuale, che garantisce comunque un accesso allo scalo (all’occorrenza potenziabile), il grande assente del Distretto ceramico è un collegamento ferroviario e non un doppione in parallelo di un’arteria stradale già esistente.
La ferrovia Modena-Sassuolo, attualmente impiegata per il trasporto di persone e con uno sfruttamento del binario tutt’altro che saturante, attraversa la zona industriale per poi proseguire fino alla Stazione FS di Modena passando per diversi centri abitati. Certamente il tragitto non è dei migliori per il traffico dei container, viste anche le caratteristiche strutturali e l’attraversamento dei centri urbani, ma una variante merci potrebbe rappresentare un buon punto di partenza per un ragionamento.
Esclusi ora gli itinerari interessati dallo scalo, l’opera non porta alcun vantaggio.
Ad esempio, per quanto riguarda l’itinerario Sassuolo-Bologna, il promesso prolungamento delle complanari fino al casello di Modena Sud nel 2014, o in alternativa la realizzazione di un ingresso autostradale a Cognento, ridurrebbero di ben 8 chilometri la distanza fra lo svincolo Pedemontana-NSA72 (Modena-Sassuolo) e lo svincolo A1-A14, passando dagli attuali 45 a 37, oltre a scaricare l’itinerario attuale della Bruciata e il casello di Modena Nord da gran parte del traffico in direzione sud.
La bretella non supplisce questa difficoltà, al massimo potrebbe accorciare di pochissimo il tragitto attuale per le sole direzioni di Milano e Brennero, aumentando invece i 45 chilometri sopra citati di altri 5 portandoli a 50. E non ci vuole un genio: se parto da Sassuolo e dico che passo da Campogalliano per andare a Bologna, molti mi risponderebbero che sto allungando di parecchio la strada.
Non solo, il traffico pesante proveniente da Fiorano e Maranello, e diretto all’accesso della nuova bretella, andrebbe a caricare ulteriormente il tratto della Pedemontana compreso fra il cimitero di Sassuolo e il ponte sulla Secchia, nei pressi di dove dovrebbe sorgere il futuro casello. Diverrebbe nei fatti un disagio notevole per i sassolesi stessi, e che non darà certo la sensazione dei “234 milioni di euro spesi bene”.
Concludendo, valutate anche le infrastrutture esistenti, il pedaggio non vale la bretella e la bretella non conviene a nessuno, eccetto per chi la dovrà realizzare. Anche noi, come il governatore dell’Emilia-Romagna, vigileremo sul seguito della nuova delibera del Cipe, mossi da motivazioni ben diverse.
Riccardo Macchioni (Segretario Associazione Radicali Modena, coordinatore per il Distretto ceramico)
(LucidaMente, 4 agosto 2011)