In “The game changers” molte le imprecisioni, le ambiguità e gli interessi economici in ballo
The game changers è un prodotto di Netflix del 2018 che dura poco meno di due ore e viene di frequente inserito all’interno della categoria documentari. Probabilmente, questa classificazione è stata fatta con un certo grado di superficialità e di seguito vi illustreremo i principali motivi che ci portano a fare questo tipo di considerazione.
Partiamo con qualche informazione generale sul “servizio”: il protagonista e voce narrante è James Wilks, un atleta di arti marziali miste (Mma), che, in seguito a un infortunio, si avvicina all’alimentazione plant based perché convinto migliori le prestazioni sportive e velocizzi il processo di guarigione. Seppure le intenzioni siano indubbiamente lodevoli già dal principio si presentano alcune stonature. Ad esempio, tra i titoli di apertura non possono passare inosservati nomi come James Cameron Jackie Chan e Arnold Schwarzenegger, non proprio le più autorevoli figure che possano essere collegate alla divulgazione alimentare. Se poi si scopre in aggiunta che il famoso regista e produttore esecutivo del filmato fa parte di una società produttrice di proteine vegetali (Verdient Food), qualche dubbio sul conflitto d’interessi sorge. Sospetto che potrebbe essere anche smentito se non fosse per alcune imprecisioni ripetute lungo l’intero video.
Naturalmente tutte sottigliezze giustificate dalla premessa: «Le dichiarazioni espresse in questo film non sono intese come sostituzione del parere professionale di un medico»; peccato che poi tra gli intervistati compaiano numerosi dottori. Per di più, negli svariati interventi vengono utilizzati in maniera intercambiabile i termini plant based, vegetarian, vegan ed herbivorous (base vegetale, vegetariano, vegano, erbivoro). Un reale documentario con l’obiettivo di fare informazione dovrebbe preoccuparsi di fornire gli strumenti per scindere termini simili per alcuni aspetti, ma che presentano sfumature notevolmente diverse.
La più importante è la differenza tra vegetariano e vegano, perché mentre il primo prevede una nutrizione priva di bistecche e pesce, il secondo elimina ogni derivato animale e dunque anche latte, uova e qualsiasi prodotto fatto con tali ingredienti. Inoltre, buona e giusta norma è sempre consultare e presentare le teorie della controparte, decisamente assenti qui. Inconfutabilmente, si spazia tra atleti di ogni disciplina (arti marziali, ciclismo, corsa, culturismo, football, sollevamento pesi), ma i loro contribuiti sono semplicemente racconti e aneddoti. Bisognerebbe, comunque, considerare un contesto molto più ampio partendo dallo stile di vita sino alla situazione clinica del soggetto, per analizzarne gli aspetti correlati. Persino gli esperti che appartengono a molteplici rami disciplinari dalla chimica alla ricerca cardiaca, dal nutrizionismo all’urologia, non forniscono un quadro generale completo nell’esporre le loro teorie. Alcune oggettivamente certe e ormai note, come la correlazione tra cancro e alta consumazione di carne ultraprocessata e latticini, ma altre che in ultima analisi risultano studi scientificamente non validi.
Caso lampante di una di queste ultime ricerche è quella sostenuta dal dottor Aaron Spitz, capo delegazione urologica per l’American medical association. Egli pensa che pasti senza la componente meat portino l’uomo a prestazioni sessuali migliori e lo “dimostra” attraverso un esperimento ripreso dal film. Guarda caso, però, Spitz è anche l’autore del volume The penis book, ove promuove codeste convinzioni. Si evince, perciò, che The game changers faccia appello a un pubblico di sportivi “machos”, convinti però fino a ieri che per avere una forma fisica perfetta fossero necessarie le proteine animali.
La volontà di mostrare a certi atleti un mondo nuovo viene completamente vanificata dalla mancanza imperdonabile di quantità degli alimenti da assumere, di suggerimenti riguardanti le sostituzioni opportune da fare, in che modo seguirle e attuarle. È possibile aderire al vegetarianesimo o al veganesimo e praticare sport, ma ci si auspicherebbe che le motivazioni fossero più profonde da quelle dell’implementare le proprie performance. Le ragioni che spingono sempre più persone a seguire diete del genere spesso riguardano il maltrattamento degli animali, il cambiamento climatico e la salute. Purtroppo un prodotto cinematografico così, malgrado la tecnica narrativa notevole ed efficace, a causa delle numerose lacune specialistiche, rischia di compromettere a livello informativo il messaggio che vi è all’origine, mancando clamorosamente il tipo di rivoluzione sperata e il correlato cambio delle regole nel gioco.
Le immagini: La locandina del film; Arnold Schwarzenegger in una scena del film (da Wikipedia); il libro The penis book.
Arianna Mazzanti
(LucidaMente 3000, anno XV, n. 176, agosto 2020)