Visita guidata a Maranello, fra esemplari unici del Cavallino Rampante che hanno fatto la storia della Formula 1 e non solo
I colori e l’atmosfera – di orgoglio referenziale e di ampio fascino – che si respira al Museo Ferrari di Maranello (Modena) illuminano persino un febbraio piovoso. Almeno questo è ciò che è capitato a noi, che siamo ben lieti di condividere con voi questo viaggio fra autovetture senza età.
L’esposizione consta di svariate sale, nelle quali vengono proposti i modelli delle auto prodotte fin dalla nascita dello storico marchio. Entrando si può osservare, sulla destra, l’ufficio del fondatore Enzo. Deceduto nel 1988 a quasi novant’anni, Ferrari ebbe una grande intuizione: quella di creare, nel secondo dopoguerra, una casa automobilistica di élite, previa fondazione della Scuderia Ferrari già dal 1929. Questa gli regalò, in vita, la soddisfazione della conquista di nove Campionati del Mondo e otto Campionati del Mondo Costruttori. Inizialmente la società servì a finanziare la partecipazione alla Formula 1, alla Mille Miglia e alla 24 Ore di Le Mans. Poi, nel 1969, incontrò un momento di crisi economica, superata con la cessione di una quota societaria alla Fiat che, in seguito, ne assunse il controllo. La passione per la guida sportiva dell’ex pilota Enzo Ferrari traspare chiaramente dal design delle automobili, da lui approvato per la messa in produzione.
Il nostro tour inizia dal modello Ferrari 250 GT Berlinetta Passo corto SWB [Short Wheel Base, ndr], costruita dal 1959 al 1962, proseguendo con la Ferrari 250 GT Cupé degli anni Cinquanta del secolo scorso. Particolare curiosità suscitano il telaio e la carrozzeria della 812 Superfast, di cui è esposto anche il motore. Il fascino aumenta rimirando, nella sala di fianco e sopraelevati su una pedana inclinata, alcuni fra i modelli più ambiti dalla borghesia degli anni Cinquanta. Fra questi, la Ferrari 250 GT Berlinetta Tour de France, la Ferrari 166 Inter, la prima autovettura costruita dalla omonima casa automobilistica e presentata nel 1948 al Salone dell’Automobile di Torino; infine, la Dino 246 GT, così chiamata in omaggio al figlio di Enzo, scomparso a soli 24 anni.
La nostra emozione raggiunge il culmine varcando la soglia della Sala delle Vittorie, dedicata alla mostra Michael 50, un omaggio al cinquantesimo compleanno del pilota Michael Schumacher. Non servono parole per descrivere la gratitudine che il marchio del Cavallino Rampante dimostra tuttora verso il sette volte campione del mondo. Questa sala è una vera e propria celebrazione del suo mito, oggi più che mai nel cuore degli sportivi e non soltanto. Qui ammiriamo alcune delle monoposto da lui guidate negli anni trascorsi in Scuderia, conquistando cinque titoli mondiali consecutivi, dal 2000 al 2004. Numerose anche le immagini che mostrano Schumacher in veste di sviluppatore, negli anni successivi alla sua partecipazione in Formula 1. Fondamentale per la Ferrari è stato il suo contributo nella messa a punto di alcune vetture stradali; aiuto che soltanto un campione del suo calibro, con la propria esperienza, avrebbe potuto dare.
Le immagini: l’ufficio di Enzo Ferrari; il modello Ferrari 250 GT Berlinetta Passo Corto SWB; una foto del pilota Michael Schumacher, sette volte campione del mondo di Formula 1.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno XIV, n. 159, marzo 2019)